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Argomento presente: « Immacolata, pensaci Tu » | |||||
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ID: 5246 Intervento
da:
Francesca Mari
- Email:
stelle_di_stelle@hotmail.com
- Data:
sabato 9 dicembre 2006 Ore: 01:43
Caro Zio e lettori, mi scuso per il ritardo ma... ho appena finito di lavorare (otto ore di fila dietro il Carro, pausa pranzo, 7 ore al ristorante... giusto per fare un bilancio sulla giornata lavorativa di un giovane d'oggi (o di qualcuno di essi) quantitativamente immensa, 15 ORE, qualitativamente (a livello di retribuzione) no coment.... Ma non è una novità. Comunque, vi assicuro, domattina il servizio con tutte le foto sarà su Torreomnia... parola mia. Intanto, rispondendo a Veronica, vorrei dire due parole, così, di getto, sul valore, appunto della "Parola". E' vero! Bocca, e chi come lui, non cambiano le cose dalla sera alla mattina e, oltre agli altri rammarichi, devono subire il fardello (=grosso peso) dell’ “impotenza”. Un’ impotenza che segue un tentativo, un rischio e che pesa, credo, ancora di più dell’impotenza sterile, dell’intentato. Però, credo pure che chi prova, chi rischia, come Saviano (“un ventottenne che ha l’età di un fuori corso” hanno detto di lui), nonostante l’esito negativo e l’isolamento successivo all’atto (che tristezza) , non fa un buco nell’acqua. La gente deve sapere, deve conoscere. E, a poco a poco, attraverso questi piccoli tasselli si può comporre, anche a lungo andare, il puzzle… quella molla che manca perché, la massa, tutta, possa mirare al cambiamento. Storicamente, ogni cambiamento, ogni “rivoluzione” ha avuto a valle la “cultura” e non si è realizzata se quest’arma non è riuscita a coinvolgere le masse. Ma la cultura pedante (= noiosa), settaria (= di pochi), non raggiunge le masse perché, nulla togliendo a nessuno, non tutti hanno la possibilità o il tempo di consultare il vocabolario ogni giorno o leggere tanti libri ( ragà, però, una letturina ogni tanto non fa male… rilassa molto più di quanto pensiate e… fa anche ridere, piangere, capire molte cose). La gente si annoia a sentir parlare in un linguaggio troppo aulico (=di italiano troppo stretto). L’ho sperimentato io stessa. Certo, non escludo il valore dell’oratoria (l’arte del parlar bene), quella va bene in certe sedi. Ma, il più delle volte si è in mezzo a gente di varia umanità, e bisogna capire chi si ha di fronte. Bisogna entrare, con un po’ di fiuto, nel vissuto dell’interlocutore (= la persona con cui si parla) ed usare il suo linguaggio, anche in dialetto se è il caso. Insomma, e non sto facendo la scoperta dell’acqua calda, la parola va usata con molta cautela, con pedagogia, psicologia, e, soprattutto, con altruismo: Molti parlano per affermare le proprie conoscenze: bisogna parlare per regalarne un po’ a chi ci è di fronte, ed ascoltare per averne in dono… anche sa un bambino… anzi, soprattutto. L’IMMACOLATA Tanto bella, sempre e sempre imponentemente dolce. Regina della città per ore ed ore ed ore e… purtroppo, solo per un giorno. Il fiume di gente che fluisce, dietro il suo barocco Carro, quest’anno rimane intatto. Pochi affluenti defluiscono, attratti da umane distrazioni. Il portatore suda e di sangue spera nel volto costernato dallo sforzo, eppure, rilassato dalla fede. E pioggia di foglietti colorati, e volti innamorati, appassionati, speranzosi, vigorosi, curiosi, distratti, attratti, lisci o segnati e… suoni, urla, applausi, fischi, trombe rumori fastidiosi o pittoreschi. Pellicce, gioielli, strusci e lusso sopraffino di fronte ad umili casacche bianche, con strisce colorate in vita, e divise e fasce tricolori e palloncini e zucchero filato e… l’Immacolata guarda. Solo per un giorno? E innalzamento davanti ai luoghi sacri, e benedizioni, e gerarchie ecclesiastiche e militari, e gerarchie civili ed istituzionali e Torresi che vivono la Festa, e Torresi dall’Italia, e Torresi dall’estero e dall’estero altre razze che non vivono la Festa. E il percorso continua, e il flusso persiste, poco si disperde, quest’anno. E il rientro in Basilica, tra suoni, trombe, fuochi d’artificio e una platea di volti incantati. L’Immacolata guarda, volge lo sguardo verso il suo popolo, poi verso la statua del Beato, infine, verso il mare…Urla, applausi, stupore e indifferenza. L’Immacolata guarda, e mentre guarda una cornice la racchiude. Primo piano: un volto di un anziano di profilo che guarda un bimbo mentre guarda ciò che accade… l’Immacolata guarda, e non solo per un giorno. F.M. |
ID: 5245 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
venerdì 8 dicembre 2006 Ore: 23:46
A costo di sacrifici Francesca Mari ha realizzato un servizio di prima mano sull'Immacolata. Speriamo che possa inoltrarlo in Torreomnia in sezione permanente nei logici tempi consentiti. Brava Francesca |
ID: 5242 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
venerdì 8 dicembre 2006 Ore: 17:05
NOTIZIE DI REPERTORIO Il culto dell'Immacolata Concezione risale per i Torresi al 500, quando già la Cappella principale della navata di destra della Basilica di S. Croce era dedicata alla Vergine: la sua immagine, infatti, splendeva nell'Altare della Cappella, che ospitava inoltre delle nicchie con otto statue di legno ove erano riposte le reliquie dei Santi patroni di Torre. Le statue venivano portate in processione per la città il 3 maggio di ogni anno, in occasione, appunto della Festa dei Corpi Santi. In seguito all'eruzione del Vesuvio del 1794 la Chiesa di S. Croce fu ricostruita ed il Beato Vincenzo Romano volle che l'Immacolata rimanesse nella sua collocazione originaria risalente al 500. Nel 1849 Papa Pio IX, in occasione della festa dell'esaltazione di S. Croce, entrò benedicente in Chiesa, e lasciò in dono all'Immacolata due pianete uguali di seta celeste, impreziosite da ricami in oro: una lapide posta in fondo alla Chiesa nel 1920 testimonia l'evento. Oggi le pianete sono esposte nella sala museo di S. Croce, nei colori liturgici verde e viola. L'8 Dicembre del 1861 una terribile eruzione vesuviana, seguita da un violento terremoto, sconvolse Torre del Greco. Si trattò di un'eruzione disastrosa e rovinosa, per cui la città venne fortemente danneggiata. Gli storici raccontano che i torresi si rivolsero all'Immacolata facendole voto di portare la sua immagine in processione su un carro trionfale. I testimoni sono concordi nel dire, che la lava si arrestò prodigiosamente. Al di là di qualsiasi possibile spiegazione scientifica di tale fenomeno, i torresi attribuirono all'intervento della Madonna l'arresto della lava, per cui l'anno seguente, 1862, solennemente sciolsero il voto. Alla processione partecipò l'intera città. Oltre alle testimonianze degli storici di cui Francesco Balzano e il napoletano filoborbonico Giacinto De Sito, ricordiamo il racconto dei fratelli torresi Giuseppe e Francesco Castaldi, i quali, nella loro "Storia di Torre del Greco" narrarono della terribile eruzione da testimoni oculari. L'eruzione e i terremoti terminarono del tutto il 31 dicembre di quell'anno, e così i torresi poterono rimpatriare ed iniziare la ricostruzione della città, quasi completamente diroccata. Quella festa fu grandiosa, come testimonia la rivista dell'epoca "La scienza e la fede": la chiesa principale restaurata fu ornata da arredi preziosissimi; l'immagine dell'Immacolata, collocata per la prima volta, sul carro trionfale, fu rivestita con una ricchissima veste nuova, ricamata in oro a gran rilievo, nei colori rosso e bianco, dono di tutto il popolo era splendida, la chiesa affollatissima. Ai balconi e alle finestre di tutte le case erano appesi drappi di seta e le strade erano cosparse di fiori. Il carro uscì dalla Chiesa alle 11,00 quando, l'anno prima, si avvertì la prima scossa di terremoto, e rientrò alle 2,00 del pomeriggio, quando la terra si aprì a vomitare lava di fuoco e bitume. In quell'anno venne costruito un monumento a Capotorre a ricordo dell'eruzione. Nel 1904, ricorrendo il cinquantesimo anniversario della definizione dogmatica dell'Immacolata Conce- zione. Il Balzano fece erigere un monumento alla Vergine su quella parte di Torre dove la lava si arrestò. Nel 1954 in occasione del centenario della promulgazione del dogma dell'Immacolata venne proclamato l'anno mariano e fu lanciata l'iniziativa di incoronare l'antica statua della Madonna. Come era facile immaginare il popolo torrese accolse con gioia la proposta e partecipò entusiasta alla donazione dei propri oggetti d'oro che vennero utilizzati per la realizzazione della corona.. Anche se in alcuni casi erano gli unici oggetti d'oro posseduti i fedeli furono ben felici di vederli risplendere sul capo della Vergine. Il 23 giugno di quell'anno il Cardinale Marcello Mimmi, Arcivescovo di Napoli, incoronava solennemente la prodigiosa immagine dell'Immacolata in Piazza S. Croce, tra una marea di popolo esultante. L'ultima data da ricordare, il 1961, centenario della storica eruzione. L'8 dicembre di quell'anno il Comune di Torre del Greco offrì in dono all'Immacolata un calice d'argento dorato con coralli; nello stesso giorno venne posta una lapide sulla facciata della sagrestia di S. Croce, a ricordo del centenario dell'eruzione. Il carro dedicato all'Immacolata fu costruito per la prima volta a Torre del Greco nel 1862, ma già esisteva in altri paesi prima d'allora, come a Napoli dove veniva costruito il carro detto di Battaglino, o in Sicilia, dove vi era il carro della Zita. Attualmente la realizzazione del carro passa attraverso varie fasi: la prima è il progetto grafico, affidato ad un artista locale sulla base di un tema diverso ogni anno. Inizia poi la vera e propria costruzione, che parte dal basamento di legno e dalle decorazioni in cartapesta ed altro materiale, questa lavorazione si svolge in un apposito laboratorio artigianale. L'ultima fase inizia quindici giorni prima della festa nella Basilica di S. Croce, proprio in prossimità della Cappella dell'Immacolata. Qui si lavora alla struttura portante formata da lunghi pali che servono a sorreggere il castelletto con lo "scivolo" su cui si poggerà la statua della Madonna. Il carro, di imponenti dimensioni, è lungo 10 metri, largo 2,80 metri e alto 6 metri. Il giorno 6 dicembre, in tarda serata, la statua viene posizionata sul carro che, il giorno successivo, è trasportato da numerosi volontari dalla navata di destra a quella centrale della Chiesa. Il giorno 8, alle ore 4,30 del mattino, inizia la prima messa, e nonostante l'orario la Basilica è già gremita di popolo. Il carro esce dalla Chiesa alle 11,00 ora nella quale fu avvertita la prima scossa nel 1861. Esso è sostenuto da circa 150 uomini in camice bianco tra gli applausi della folla che invade la piazza e il volo dei colombi appositamente lanciati dal carro. Il carro è preceduto dalla banda musicale, dalla Arciconfraternita del SS. Sacramento e dal Preposito curato con alcuni sacerdoti e seguito dal sindaco e dalle autorità comunali con il gonfalone della città. Seguono dei piccoli carri, costruiti dai fedeli e portati sulle loro spalle. L'Immacolata attraversa la città, tra due ali di folla festosa, tra una pioggia di bigliettini inneggianti e petali di fiori, e i balconi sono tradizionalmente rivestiti di coperte di damasco, seta e merletti. Il carro rientra in Chiesa alle 14,00, ora in cui come già detto, nel 1861 la terra si aprì a vomitare lava di fuoco, e resta esposto in chiesa per 8 giorni. Precedono la solennità dell'Immacolata i dodici sabati e la solenne novena, ed inoltre la domenica che precede la festa vi è da parte delle autorità locali e del popolo l'omaggio floreale alla Madonna. NOVENA dal 30 novembre al 6 dicembre 17.45 Rosario, Canto delle Litanie, Tota Pulchra 18.30 Celebrazione eucaristica 20.30 Buona notte a Maria 7 dicembre 14.00 esposizione del carro 8 dicembre 4.00 - 6.00 - 7.30 - 8.45 - 12.00 - 18.30 Sante Messe 20.30 Buona notte a Maria OTTAVARIO Dal 9 dicembre al 15 dicembre 17.45 Rosario, Canto delle Litanie 18.30 Celebrazione eucaristica 20.30 Buona notte a Maria FESTA DI SANTA LUCIA 13 dicembre 2005 6.00 - 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30 - 20.00 Sante Messe 21.00 Buona notte a Maria FESTA DI SANT’ANIELLO 14 dicembre 2005 7.30 - 9.30 - 11.00 - 18.30 - 20.00 Sante Messe 21.00 Buona notte a Maria |
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