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Argomento presente: « Sandro Piccirillo, 12 medaglie » | |||||
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ID: 5751 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
lunedì 21 maggio 2007 Ore: 09:40
Si è svolto ieri presso l’Oratorio Beato Vincenzo Romano di Torre del Greco, il convegno “Sud incontra Sud” nell’ambito del maggio solidale organizzato dall’Associazione Le Tribù che da sempre cerca di coniugare nel quotidiano la difficile realtà del commercio equo e solidale. L’incontro di ieri è stato particolarmente interessante in quanto ha visto la partecipazione di due rappresentanti della cooperativa keniota Smolart. Moses Ongesa Ondari e Jim Kenyanya hanno illustrato la complessa situazione degli artigiani di pietra saponaria in Kenya. “I produttori fino a qualche tempo fa erano sfruttati dagli intermediari- ha spiegato Jim- che alzavano il prezzo delle materie prime per poter guadagnare. Ora, la nostra cooperativa comprende 1000 produttori, per un totale di più di 10mila persone impiegate, con il 60% di manodopera femminile. La pietra saponaria viene trasportata direttamente dalla cava alle case dei produttori, dove viene lavorata fino allo stato finale di vendita”. Smolart ha reso possibile l’impiego di molti giovani che, finiti gli studi, non hanno sbocco occupazionale, né assistenza dal governo. Tra breve, però la situazione potrebbe cambiare: si sta discutendo infatti dell’approvazione degli Accordi di Partenariato Economico (EPAS) che danneggerebbero ulteriormente la situazione degli artigiani, in quanto verrebbero tagliati i dazi doganali e ci sarebbe l’obbligo di vendere le materie prime e non il prodotto finito. “Molti progetti non si sviluppano - ha dichiarato Moses - perché non c’è informazione tra gli artigiani, molti di loro non sanno neppure dell’esistenza del commercio equo e solidale”. La Smolart, per supplire a queste mancanze, sta allestendo un centro informativo con computer in cui tutti possano trovare informazioni, anche i più giovani. “Purtroppo- ha aggiunto- questo progetto è bloccato per mancanza di fondi”. Insomma, le Tribù hanno aperto una finestra su una realtà altra che ha mostrato problemi e situazioni che forse potrebbero essere risolte scuotendo l’opinione pubblica dall’indifferenza in cui sembra cadere di fronte a certe tematiche. Un mondo che sembra più lontano di quanto in realtà sia e che ha bisogno di far sentire la sua voce. Le iniziative come queste sono un ottimo punto di inizio, forse un sussurro, ma che di certo non si dimenticherà così in fretta. Raimonda Granato Fonte: www.capitoloprimo.it |
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