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Argomento presente: « Uomo nn avversario ma fratello » | |||||
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ID: 5915 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
venerdì 8 giugno 2007 Ore: 12:45
Assolto Paolini, l'hacker della Tv Il giudice Francione assolve il disturbatore professionista Gabriele Paolini: sarebbe anche lui un hacker ed eserciterebbe un proprio "diritto creativo di controinformazione". Chi non conosce Gabriele Paolini? E' il "Cavallo Pazzo" della Tv italiana, sempre dietro qualunque trasmissione in diretta, dallo sbarco dei clandestini ai funerali, fino ai congressi di partito, con in mano un condom e un cartello pro-profilattici. Chi non ricorda la memorabile scena in cui il compianto Frajese lo prende a calci nel sedere perché gli era venuto dietro? Paolini, ultraquerelato dalla Rai, questa volta ha trovato un magistrato che lo ha assolto, giudicandolo un "hacker della Tv", cioè qualcuno che, come si fa in Internet, esercita un suo diritto creativo di controinformazione, lecito all'interno della Tv pubblica. Questo giudice non poteva essere che Gennaro Francione, anche scrittore e drammaturgo, che si è già distinto in passato per aver assolto dei giovani accusati di violazione del copyright in nome di un diritto sociale costituzionalmente garantito di diffusione della cultura, anche attraverso il peer to peer. Il giudice Francione sottolinea nella sentenza che "il giornalista televisivo operante in strada deve accettare le intrusioni alla Paolini perché sono esse stesse cronaca in diretta di quanto avviene tra la gente, che spesso anzi utilizza quelle dirette per dire la propria nel bene (esultanze in occasione di gare sportive ad esempio) e nel male (con striscioni, grida, slogan per contestare un avvenimento direttamente o indirettamente connesso a quanto nel resoconto del cronista vien detto)". Nella sentenza, in cui ci sono richiami alle incursioni di Paolini, ma anche ai giullari medievali, ai futuristi, ai situazionisti, ad Andy Warhol, a Guy Debord, si ricordano anche i moniti ai media televisivi rivolti dalla Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi la quale, nel "Documento di indirizzo sul pluralismo" (1997), evidenzia "la necessità di garantire ai cittadini un'informazione non solo passiva a 360 gradi, ma anche attiva contribuendo direttamente alla creazione dei palinsesti televisivi". Ciò è tanto più vero per la Rai che è televisione del popolo il quale paga un canone e ha un "diritto reale di accesso che si esprime soprattutto come diritto a non essere esclusi dall'informazione attiva". Fonte www.zeusnews.it |
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