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Argomento presente: « MAZZEPIVUZO. »
ID: 614  Discussione: MAZZEPIVUZO.

Autore: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it  - Scritto o aggiornato: giovedì 13 gennaio 2005 Ore: 17:53

Mazza e pivuzo.
Un mio maestro di Composizione Architettonica era solito denigrare i superesperti con la frase: “U prufessore ‘i mazza e pivuzo”. (Scrivo in torrese ma lui la diceva in napoletano). Questo succedeva quando un esperto portava al settimo cielo l’importanza della sua materia. Allora mi succede di pensare: “Ma nun fossi addeventato pur’io nu prufessore ‘i mazza e pivuzo?”. Poi mi ricredo notando l’entusiasmo che mi prende ad ogni nuovo argomento che mi capita di incontrare. Così la speleoarcheologia in questi giorni, grazie alla affascinante esposizione che ne ha fatto Nello. Oggi siamo in un mondo di superesperti. Le lauree universitarie sono in specializzazione della specializzazioni e così di seguito. Sono contento dei miei studi classici e della mia tesi matematica da ingegnere. Non sono esperto di niente e ciò mi lascia il piacere di ascoltare Gesualdo da Venosa e Strawinski oppure leggere Basile e Einstein con lo stesso entusiasmo. Lo stesso che sento dialogando con voi, amici torresi, parlando di Mignomigno e mazza e pivuzo.
A questo punto che ne dite se aggiungessimo ai ricordi anche i nostri giochi di una volta? Su Torreomnia c’è già una pagina dedicata a questi passatiempi scomparsi. Forse potremmo descriverli dettagliatamente se non siete troppo giovani da non aver avuto il piacere di praticarli.

piv(u)z(o): s. m. Piuzo.
Bacchettina. Mazza e pivuzo. Gioco della lippa. / 2- Persona o cosa di dimensione ridotta: *Pu friddo m’addiventaje nu pivuzo.
La mazza poteva essere un bastone qualsiasi, anche un manico di scopa oppure una tavoletta con impugnatura. La lunghezza era a piacere. Il pivuzo era un bastoncino lungo un palmo più o meno, con le punte rastremate. Poggiato a terra le punte restavano sollevate. Il colpo in punta faceva schizzare in alto il pivuzo e la mazza lo colpiva, mandandolo lontano.
Su internet alla voce “lippa” e “mazza e pivezo” ho trovato decine di varianti delle regole del gioco. Quelle nostre non le ricordo.

 
 

ID: 620  Intervento da: ciro adrian  - Email: ciroadrian@libero.it

Caro Salvatore.......se lo strummolo saltellava si diceva che traballava.
La merda di cavallo o la mosca potevano essere sì degli ammortizzatori ma
non risolvevano il problema. Il traballare dipendeva dalla mancanza di eccentricità, dovuta ad una cattiva modellazione del manufatto ( quante ore della mia vita a vedere Giacchino lavorare, invidiando quelli che ordinavano strummoli che io non potevo permettermi,,,,,,), cattiva e superficiale lavorazione, specie per noi timidi e spauriti clienti minori, oppure per difetto di legno non omogeneo: fibre diverse o nodi ne spostavano l'asse in modo da non avere perfetto equilibrio,,,,,,,,,,
Che ne pensi?
Mi coglie vaghezza che tu possa avere lo strummolo a casa, con il quale.........

Adriano


ID: 619  Intervento da: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it

strùmm(o)l(o): s. m.
Trottola di legno. etim. Greco “strobilos”, trottola. *S’è aunito, a funicella corta e u strummolo a sciarabballo. Lo strummolo che non azzeccava nterra era detto sciarabballo. Per avere uno strummolo azzeccuso occorreva porre sotto la punta d’acciaio merda di cavallo secca, come ammortizzatore.
Questa la breve descrizione del termine. Ma quello che c’è da dire sullo strummolo è un lungo capitolo di memorie. Mi limiterò ai miei ricordi, in attesa dei vostri.
Costruttore egregio di strummuli era Giacchino, turniero con bottega ncoppifierri, corso Cavour.
Lo strummolo poteva avere dimensioni e forme diverse. Quelli che chiamavamo americani erano scanalati per accogliere la cordicella e avevano nu piripisso ncoppa. Pe ghionta ‘i ruotolo erano a cculore Roba da dilettanti o figli di mammà.
Prima di adoperare lo strummolo si toglieva la punta e si inseriva l’ammortizzante merda di cavallo, oppure una mosca. In questa maniera lo strummulo azzeccava nterra. Pietosi erano quelli che saltellavano, i cosiddetti sciarabballi.
La cordicella, u spavo, veniva arrotolata con cura, dopo aver leccato la cima, un poco sfilacciata, per la migliore aderenza al legno.
Lo stummulo si lanciava capovolto, con un rapido lancio e una fiondata di ritorno. Lanciato lo strummulo si allungava la mano per raccoglierlo prima che toccasse terra. Quelli più scamorze lo facevano cadere per terra e poi lo raccoglievano sul palmo della mano, facendolo passare tra medio e indice, con un colpetto dell’indice. Se lo strummulo finiva in una senga dei vasuli, erano dolori perché si squaquaracchiava e non c’era tempo di raccoglierlo. Na vera fetecchia.
Ci si divertiva da soli oppure partecipando a giochi collettivi. Il campo di gioco era la strada con i vasuli.
Uno di questi giochi era il carriaccio. Fatto u tuocco, si stabiliva chi era sotto. Il suo strummulo era posto a terre e veniva carriato a botte di cazzate, le casselle, fino al traguardo. Chi sbagliava, cioè non colpiva u strummulo sotto, doveva sostituire il suo e diventava il sotto. Arrivati al traguardo si procedeva alla punizione. La posta era di un numero predefinito di azzippate. Lo strummulo perdente veniva sistemato in una senga dei vasuli e si procedeva a dare azzippate. Era vietato concorrere con uno strummulo buono e ricevere le azzippate su quello di scorta. Se l’azzippata era vigorosa e i due strummuli rimanevano azzeccati si poteva lanciarli in alto, con l’intenzione di spaccare quello sotto.
Uno sport estremo era a spaccastrommole. In questo caso il perdente riceveva tante azzippate finchè lo strummulo cedeva.


ID: 617  Intervento da: L'autore di Torreomnia  - Email: mariluigi@tin.it

Intervento amministrazione

"Come giocavamo"

I giochi torresi pre-post-bellici

Testi e foto di Carlo Boccia, attivo collaboratore di Torreomnia.

www.torreomnia.com/storia/cose_antiche/giochi1.html

L'autore di Torreomnia


ID: 616  Intervento da: Salvatore Argenziano  - Email: salvatore.argenziano@fastwebnet.it

A ciunqueglia.

ID: 615  Intervento da: Aniello  - Email: aniello.langella@tiscali.it

....è troppo bella sta cosa ! M'attizza.
Salvatore amico, mio ,... tu non sei un professore di mazza e piuzo. Se veramente l'unico ad aver ( a mio modestissimo avviso ) letto una parte della STORIA DI TORRE in base alle tue vocazioni, ed alle tue emozioni. Quindi ( per me ) il percorso è vincente.
Se non erro vuoi entrare nel forum con i giochi ?
Sescriverò allora il gioco della CUMETA .
L'aquilone per qualcuno che non è di Torre. Inutile dilungarsi sull'oggetto ludico. Vorrei però sapere da altri interlocutori un fatto che non ho mai capito a proposito di comete. Dai tetti delle case spesso c'era il ladro di comete. Un lungo spago con un sasso legato in punta. Armeggiava l'ordegno come le bolas argentine. Agganciava il filo della come, strappava e quindi rubava la cometa. Io non ricordo, . Ma come si chiamava la bolas torrese ?
Grazie, Nello.


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