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Argomento presente: « SCUDETTO NAPOLI, FESTA A TORRE » | |||||
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ID: 17108 Intervento
da:
la redazione
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
lunedì 11 gennaio 2016 Ore: 15:02
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ID: 6616 Intervento
da:
Veronica Mari
- Email:
veronicamari@libero.it
- Data:
domenica 22 luglio 2007 Ore: 15:08
PRIMO SCUDETTO DEL NAPOLI 1987 FESTEGGIATO A TORRE LA STORIA DEL NAPOLI Nella città del golfo la stampa inizia a parlare di football nel 1896, sorgono numerose squadre dai toni minori finchè non sorge il"Naples Cricket and Football Club" fondato dall'inglese Potts e dall'ingegnere Ernesto Bruschini. Il Naples che indossava una casacca a strisce blu e celesti dimostrò di essere molto forte tanto che battè perfino l'equipaggio di una nave inglese, l'Arabik, che aveva battuto pochi giorni prima il formidabile Genoa. Nel 1911 da una sua costola nacque la "Unione sportiva Internazionale" che coi suoi stranieri Reichlin e Barbato batte continuamente il Naples finchè l'uragano di guerra non travolge anche le attività sportive. Nel dopoguerra il calcio campano stenta a riprendersi finchè nel 1922 c'é la fusione tra i due maggiori club della città: nasce così l' "Internaples" che ha come presidente Giorgio Ascarelli, industriale ebreo che rafforza subito la squadra acquistando Carcano e lanciando Sallustro allora giovanissimo. Ascarelli muta il nome della squadra in Associazione Calcio Napoli, tuttavia il nome non porta fortuna tant'é che la squadra ottiene un solo punto in campionato! Intanto si vara il campionato a girone unico con 18 squadre e la squadra con allenatore Willy Garbutt e con l'esplosione di Sallustro, divenuto ormai un idolo, racimola due 3 posti consecutivi. L'esordio in Europa avviene nel 1934 in coppa Europa contro gli austriaci dell'Admira dove però la squadra perde clamorosamente 0-5 nella partita di spareggio. Inizia un periodo di declino che coincide con l'addio dell'allenatore Garbutt e l'avvento alla presidenza dell'armatore sorrentino Achille Lauro che fino alla guerra otterrà risultati modesti fino alla retrocessione del '41-42 tanto da indurre Lauro a lasciare. Dopo l'interruzione per la guerra, il campionato riprende nel '45 e il Napoli si classifica al 5° posto dietro agli squadroni del Nord e al grande Torino che avrebbe vinto ben 5 scudetti consecutivi. Nonostante discreti acquisti come il portiere Sentimenti, il Napoli stenta e ripiomba in serie B per presunto tentetivo di corruzione nella partita vittoriosa contro il Bologna. Il Napoli con Eraldo Monzeglio in panchina risale subito in A con un bel primo posto mentre Scuotto in qualità di assessore allo sport annuncia la costruzione di uno stadio a Fuorigrotta per il costo di 100.000 lire. Gli anni di Lauro L'anno dopo il Napoli raggiunge il 6°posto e vediamo risalire al comando Lauro che, eletto sindaco di Napoli, non esita a liquidare l'A.C. Napoli per creare una nuova società di cui diventa padrone assoluto. Il nuovo presidente da luogo a grandi acquisti come l'asso svedese Jeppson che, pagato la favolosa cifra di 105 milioni, viene soprannominato "O Banco'e Napule". Altri grandi acquisti sono il portiere Bugatti e Luis Vinicio soprannominato "O'Lione" che con i suoi gol rimpiazza nel cuore dei tifosi Jeppson.Nel'59-60 la squadra chiude al 4° posto con 21 gol di Vinicio ma l'anno dopo Lauro da luogo ad una campagna scelerata vendendo Pesaola al Genoa e scambiando Vinicio con tre bolognesi (Pivatelli, Baldi e Miliach), risultato: Napoli per la terza volta in B. L'avvio nel campionato cadetto non é esaltante cosicchè Baldi lascia la panchina a Bruno Pesaola che da poche settimane aveva esordito come allenatore a Scafati. La mossa si rivela azzecata e il Napoli risale subito in A vincendo addirittura la coppa Italia, impresa mai riuscita a nessun altra squadra di B. Tuttavia un ennesima mossa scelerata di don Achille che acquista Canè solo perchè la sua bruttezza avrebbe spaventato gli avversari, fa sì che il Napoli ritorni in serie B anche perchè il 28 aprile si verifica un episodio di inaudita violenza: causa pessimo arbitraggio del signor Campanati una folla immensa si riversa sul campo provocando danni pari a 100 milioni. E' il canto del cigno di Achille Lauro che lascia la presidenza a Roberto Fiore che segna un momento di rinascita per la squadra. Fiore muta il nome della squadra in Società Sportiva Calcio Napoli e richiama in panchina Pesaola, accantonato da Lauro dopo la bella vittoria in coppa Italia, che otterrà un'altra promozione con la vittoria all'ultima giornata sul Parma. Fiore non dorme sugli allori e si assicura i cartellini dei formidabili Altafini e Sivori e i risultati non si fanno aspettare: 3°posto e coppa delle Alpi. Il presidente riesce ad acquistare anche Ottavio Bianchi ed a superare così la soglia dei 66.000 abbonamenti, record assoluto. Propio in questo momento si consuma la vendetta di Lauro: pone in minoranza Fiore e impone la presidenza a suo figlio Gioacchino che si rivela però più giovile e generoso del padre azzeccando due colpi importanti come il portiere Dino Zoff e l'ala Barison che con un grande Juliano otterranno un bel 2°posto alle spalle del Milan. Emerge intanto la figura di un giovane professionista, l'ingegnere Corrado Ferlaino che rileva le azioni di Fiore. L'era di Ferlaino Il 18 Gennaio Ferlaino diventa a tutti gli effetti presidente ereditando un bilancio dissestato cosicchè e costretto a liberarsi in un primo momento di giocatori come Bianchi e Hamrin a poi anche dei grandi Altafini e Zoff acquistando l'estrosa ala Damiani e un terziono ruvido ma prezioso come Bruscolotti che rimarrà a Napoli fino al 1°scudetto.Dopo un periodo di transizione il Napoli riprende il passo e nel '74-75 con gli acquisti di Clerici e di Burnich e con Vinicio in panchina, ottiene un 2° posto a soli due punti dalla Juve che aveva vinto lo scontro diretto propio con un gol dell'ex Altafini. A questo punto Ferlaino sbaglia la mossa scambiando Clerici con Savoldi e inasprisce i rapporti con l'allenatore tanto che la squadra,pur vincendo la coppa Italia, non va oltre il 5°posto. Fino all'84 la squadra va corrente alternata con la sola eccezione dell'81 che,con Marchesi in panchina e con l'acquisto del grande libero Krol la squadra chiude al 3°posto. La svolta, per la verità, é segnata dal più clamoroso acquisto di tutti i tempi, quello di Maradona, che é avvenuto nell'estate dell'83. Il venticinquenne Diego "ha una faccia pulita, da bambino", una selva di capelli nerissimi; é basso di statura, 1.66" il torace forte poggia su due colonne di muscoli, le gambe, che sono gli strumenti del mestiere. Il baricentro é basso; le reni sono elastiche, buone per spiazzare di finta" e anche per lanciare il ragazzo in elevazione. Tocca di sinistro come un angelo: d'esterno, d'interno, di tacco. Ha un istinto magico della manovra, dell'ultimo passaggio che smarca in zona gol,della rete infilata da posizioni impossibili, in dribbling aereo, in acrobazia. Napoli lo accoglie a Capodichino in un delirio di entusiasmo e costruirà sull'immagine e sul nome di Diego una piccola industria di "posters, magliette, manifesti, palloni, stendardi" che rappresenterà di per stessa un motivo di allegra invenzione. Fonte business.fortunecity.com |
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