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Argomento presente: « DOSSIER: SCAVI DI TORRE »
ID: 6640  Discussione: DOSSIER: SCAVI DI TORRE

Autore: Mari virna  - Email: info@torreomnia.it  - Scritto o aggiornato: mercoledì 25 luglio 2007 Ore: 00:24


RUDERI ROMANI IN CONTRADA CALASTRO:

A cura di Ciro Di Cristo

LA VILLA BREGLIA.
L'archeologia con le sue scoperte ci soccorre per la conoscenza e lo studio del territorio ercolanese. Ercolano città ormai localizzatata, è stata rimessa in luce progressivamente dal secolo XVIII ad oggi, anche se non completamente, e sotto la vecchia Resina ci mostra le sue strade e le sue case disposte su un promontorio affacciato sul mare; il suo suburbio all’intorno ci ha rivelato delle presenze: a Resina la famosa, Villa dei Papiri ci ha fornito una ricca collezione di statue; due ville (quelle ai Pugliano e di Cava Montone); il monumento sepolcrale della famiglia dei Balbi posto lungo la strada di sud-est esplorato nel 1749; 1a piccola necropoli di Via Doglie del II-III sec. a. C. con dolii contenenti scheletri del tipo di tombe povere (1976); a Portici altre due ville (quelle aelle Scuderie Reali e dell'Epitaffio) con affreschi parietali e mosaici pavimentali; a S. Giovanni a Teduccio un’altra villa con afrreschi e mosaici).

Nella foto a lato: Villa Sora Affresco
conservato quasi integrro

In Torre del Greco, in località Calastro, ai margini della strada costiera,core scrivono il Balzano .(1688) e Carlo M. Rosini (1797), si vedevano ”piu sepolcri di mattoni con cadaveri dentro” e ”ruderi di monumenti in opera reticolata con pavimenti in mosaico dell’età di Tito,all’aperto, presso 1’Ospedale degli Incurabili”(andato distrutto nel bombardamento del 13 sett.1943) (2) E in Via Cesare Battisti, nel fondo Breglia, veniva segnalata nel 1934 la presenza di ruderi affioranti su un terreno che degradava in lieve pendio e si arrestava bruscamente con una scarpata tagliata artificialmente della linea ferroviaria dello Stato. A partire dalla zona più bassa c’erano due vasti ambienti a volta, di tufo; salendo sulla scarpata, a sinistra ci si trovava di fronte ad un nucleo che comprendeva una scaletta, un ambiente rettangolare (9x3 e x3 di h.) coperto da volta a botte, rivestito in prigine da un intonaco giallino uniforme; con un balzo di livello di circa un metro si passava in un locale di cui si vedevano avanzi del pavimento in cocciopesto; si. passava ancora in un altro vano quasi. del tutto interrato. Sulla destra c’erano un lungo corridoio a volta con muri in reticolato e un vano.

Nella foto a lato: L'Ercole col cervo rinvenuto nel 1798 a Torre del Greco,
ora al Museo Archeologico di Palermo.

Se questi ambienti che rappresentavano delle sottostutture si elevava un piano superiore che aveva un pavimento in mosaico tassellato in bianco e nero; C’era inoltre una fila di. colonne scanalate in mura rivestita di stucco,che doveva costituire il lato di peristilio (1). Tutto il complesso.che per la deformazione del suolo doveva esse parte di una villa signorile del I sec. a. C o I sec. d. C. affacciata, sul mare, e andato distrutto nel II dopoguerra per la costruzione del Rione Raiola.


I PRIMI RINVENIMENTI IN CONTRADA SORA.

L'ANTICA ERCOLANO IDENTIFICATA CON TORRE DEL GRECO.

BASSORILIEVO DI ORFEO
Da Calastro,dopo aver attraversato il moderno centro di Torre del Greco, si giunge a valle della Strada Nazionale, alla contrada Sora (denominazione derivata dalla precedente "Sola") che nel passato ha costituito un’importante zona archeologica oggi invece assai limitata per le distruzioni apportatevi.

Nella foto a lato: Il bassorilievo marmoreo di Orfeo, del Museo Nazionale di Napoli, identificato ecentemente con quello rinvenuto a Torre nel 1640 e conservato poi nel museo Carafa.

Francesco Balzano, storico torrese del sec. XVII, autore del libro ”L’antica Ercolano, ovvero la Torre del Greco tolta all’oblio, pubblicato nel 1688, a proposito dei reperti di antichità romane sul territorio torrese, descrive ”nel luogo detto Sora una grande fabbrica chiamata volgarmente Santo Nicola distendentesi per lungo tratto verso messo giorno fin quasi vicino una torre di guardia chiamata Bassana e tutta da rupi coperta, con muri rivestiti di pitture dai vivaci colori; una piccola cappella a volta, semisepolta, tutta lavorata di minutissime pietrucce e di gusci di frutti di mare d’ogni sorte e vagamente colorite le mura di finissimo azzurro da lui ritenuta un tempietto di Nettuno; tre capitelli di marmo di non mediocre grandezza, bene intagliati, con foglie d’acanto chiaro inditio di sontuosa fabbrica o tempio,che furono trasportati ed esposti. nell’atrio della parrocchiale di S. Croce andata poi, distrutta nell’eruzione del 1794; ”una grande porta di bronzo che non poté essere trasportata a Napoli da alcune galere per il mare tempestoso” (2).

SOPRALLUOGO FILMATO A VILLA SORA. RIPRESE DI TELETORRE GENTILMENTE CONCESSE A TORREOMNIA DALL'AMICO FRATERNO CARMINE GAROFALO.




Scavi Villa Sora - Torre del Greco - 1



Scavi Villa Sora - Torre del Greco - 2



Scavi Villa Sora - Torre del Greco - 3

In Torreomnia:www.torreomnia.it/archeologia.htm

 
 

ID: 6641  Intervento da: Mari virna  - Email: info@torreomnia.it  - Data: mercoledì 25 luglio 2007 Ore: 00:24


ATTENZIONE RITENIAMO QUESTA DISCUSSIONE UN'ARGOMENTAZIONE SETTORIALE CHE INTERESSA SOLO GLI ADDETTI AI LAVORI. PER QUESTO TORREOMNIA NON INSISTE CON LE LUNGAGGINI E LE RIPETIZIONI, MA SI TIENE SULL'UTILE E SULL'ESSENZIALE'. SONO ARGOMENTI ESPOSTI IN MIGLIAIA DI SITI, CHE, SPECIE SE ESPOSTI IN MODALITA' WEB UGUALE, MONOTONA E RIPETITIVA, DOPO I PRIMI TESTI E LE PRIME FOTO DIVENTANO NOIOSI COME LE MATERIE SCOLASTICHE E CHE COMPROMETTEREBBERO LA STRAORDINARIA ETEREOGENEITA' DI TORREOMNIA CHE DEVE IL SUO SUCCESSO DIDATTICO E DI PUBBLICO ALL'IMMENSA VARIETA' DI ARGOMENTI PER TUTTI, NESSUNA FASCIA SOCIALE ESCLUSA.

ALTRI SCAVI A TORRE DEL GRECO

Altri sporadici scavi furono effettuati in Contrada Sora nel settecento durante i regni di Carlo di Borbone e di Ferdinando IV con la messa allo scoperto di muri in opera reticolata e laterizia. pavimenti a mosaico, marmi pregiati, colonne. Finché arriviamo al 1796 quando il principe ereditario Francesco I.

Nella foto a lato: Villa Sora

Infervorato dalle liete notizie di rinvenimenti volle acquistare un pezzo di terreno nel fondo di tal Matteo Colantuono e intraprese lo scavo nel corso del quale furono scoperti ambienti di una villa suburbana di età romana, in opera reticolata e laterizia, con affreschi parietali e mosaici pavimentali Nello stesso, tempo nel 1797, furono rinvenute la statua marmorea del Satiro versante copia da Prassitele, e quella bronzea di Ercole che abbatte il cervo di Cerinea, copia da Lisippo adattata a fontana, che durante la fuga da Napoli per lo scoppio della rivoluzione nel Dicembre 1798 i reali portarono con se a Palermo lasciandoli in quella Città.
I satirelli e la vasca, non esposti, sono registrati con i NN. 6505, 6506 e 197 come "trovati negli scavi della strada ferrata di Torre del Greco", mentre il putto, esposto col N. 6114, non porta indicata la provenienza torrese, per cui ho fatto personalmente la richiesta di attribuzione alla Sovrintendenza Archeologica di Napoli che con lettera del 13 Settembre 1989, nella persona d.ella dott.ssa Enrica Pozzi,mi è stata promessa ”in occasione del completamento della revisione inventariale della collezione di culture (3).

Nella foto a lato: Villa Sora

Nel 1846-48, passato ancora il terreno della villa alla famiglia Grosso, fu disegnata un’altra pianta dall’arch. Tommaso Sarto riccamente commentata dall'erudito C. Pancaldi. L’area della villa rimaneva abbandonata per le difficoltà dello scavo (nel 1854 il terreno fu dichiarato ”così duro e profondo che costosissime sarebbero state, per riuscire, le escavazioni”), e alla fine del secolo era in parte espropriata e trasformata nella zona inferiore del Cimitero Comunale cancellando il sito di S. Nicola,mentre quella restante, concentrata intorno alla sala absidata, passava in proprietà dell’armatore Montella, subendo spoliazioni e guasti da parte del colono ivi dimorante. Il ”Gruppo archeologico Torrese” costituito nel 1974 da appassionati quali l’archeologo Mons. Nicola Ciavolino, il dott. Aniello Langella, il prof. Mario Monica, lo scrivente e giovani volontari, ha compiuto studi e ricerche aggiornate nel territorio, raccogliendo e custodendo materiale sparso che altrimenti sarebbe andato distrutto o disperso.

Nella foto a lato: Villa Sora

Ha compilato una ”Carta Archeologica" della contrada Sora con rilievi effettuati in situ, ha scattato fotografie e creato una documentazione d'archivio ha organizzato mostre, conferenze, incontri, visite guidate miranti a sensibilizzare l'opinione pubblica, la, stampa e le Autorità. Ha inoltre pubblicato a stampa nel 1978, col contributo dell’Amministrazione Comunale, l’Opuscolo ”Reportage archeologico - Antiche strutture romane: Villa. Sora” Che fa un'analisi documentata dei resti della villa nella condizione di quel tempo. Tra il materiale raccolto si segnalano frammenti di affreschi parietali, di pavimenti in signino con tessere bianche disegnanti croci svastiche, di lucerne e orli di vasetti. in terracotta comune, un grosso blocco di marmo bianco parte di un architrave, tessere di calcare bianche e nere e colorate di pasta vitrea. Nel 1981, in un fondo sito in contrada Scappi, lungo la Cupa Vecchia Falanga, individuava, fra strati di cenere e lapilli, una casa o villa rustica di età repubblicana, con due ambienti pavimentati in cocciopesto.

Recupero
alla ”Vila Sora" rinvenuto dal Gruppo Archeologico. (Reportage Archeologico-1978).

Da essa si recuperarono travi carbonizzate, tegolame, frammenti di ceramiche a vernice nera, due fondi di dolii, due pesi di telaio, un elemento di macina in piperno, frammenti di intonaco dipinto e di mosaico in bianco e nero. Fu informata la Soprintendenza Archeologica di Pompei e fu pubblicato il relativo opuscolo. Era ancora notata, in in fondo di proprietà dei PP. Redentoristi ai Camaldoli, una villa suburbana con muri in opera reticolata e pavimento in mosaico bianco e nero. Anche la dott.ssa Lucia Amalia Scatosa Horicht, docente 5i Antichità Pompeiane ed Ercolanesi alla Facoltà di Lettere dell’Università, ”Federico II” di Napoli, pubblicava nel 1985 nella Rivista ”Cronache Ercolanesi” l’articolo ”Ville nel territorio ercolanese”nel quale con vera dottrina esaminava, tra gli altri, resti archeologici torresi con inedite e interessanti rivelazioni derivanti da personali ricerche. Su tali. premesse interveniva la Soprintendenza Archeologica di Pompei, competente per territorio, e il Dott. Baldasarre Conticello dichiarava la Villa, di Sora una delle più notevoli del territorio ercolanese.
Ciro di Cristo

VEDI SEZIONE COMPPLETA DELL'ARCHEOSPELEOLOGIA TORRESE:
www.torreomnia.com/archeologia/set_frame_archeologia.htm

DECORI ARCHITETTONICI
www.torreomnia.com/architettura/battenti/set_fra_battenti.htm

ELEMENTI ARCHITETTONICI
www.torreomnia.com/architettura/architetture/set_fra_architettura.htm

TORRE SOTTERRANEA
www.torreomnia.com/archeologia/langella/set_fra_langella.htm

ARCHEOLOGIA
www.torreomnia.com/archeologia.htm

TOPONOMASTICA
www.torreomnia.com/storia/toponomastica/set_fra_toponomastica.htm



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