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Argomento presente: « LIBRO IL PORTO DEL CORALLO »
ID: 6909  Discussione: LIBRO IL PORTO DEL CORALLO

Autore: Veronica Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Scritto o aggiornato: domenica 21 febbraio 2010 Ore: 11:44


UN NUOVO LIBRO SU TORRE DEL GRECO... A 14 MANI

A cura di Giuseppe Troina con la collaborazione di Flavio Russo

E.S.A. - Edizioni scientifiche ed artistiche di Ferruccio Russo
Progetto grafico e impaginazione di Ferruccio Russo
Tutti i diritti riservati

Presentazione di Roberto Cesaretti
Ammiraglio di Squadra Componente Marittima del Comando Alleato – Napoli

Il porto di Torre del Greco,
per molti aspetti, risulta unico del suo genere, nonostante il gran numero di similari, lungo i quasi 8000 Km del perimetro costiero italiano. Lo e gia come genesi geologica, rappresentando 1’esito temporaneo dello scontro tra fuoco e acqua, tra magma incandescente e mare ribollente. Fra i due elementi in perenne conflitto si colloca, con orgogliosa temerarietà e superba incoscienza, l’opera dell’uomo.

Tagliata la dura lava si ricavo, macigno dopo macigno, lo spazio per i cantieri delle barche, e con quegli stessi massi si eresse la diga foranea che le avrebbe protette. Fatica degna di Sisifo ma non per questo vana. Il perché infatti, del testardo contrapporsi alle ire del vulcano costituisce la seconda, e maggiore peculiarità i questo porto: la sua prioritaria destinazione. Senza dubbio vi si ormeggiavano numerosissime barche da pesca, forse 400 secondo attendibili stime, sulle quali migliaia di pescatori sciamavano per la loro spossante e rischiosa attività Ma non era il gustoso pesce del Tirreno che finiva nelle loro reti, o per meglio dire nei frammenti di reti, fissate alle due massicce travi dell’ingegno.
Quello che issavano, con sfiancante sforzo, erano dei rametti di rosso corallo che il pesante ordigno strappava dagli scogli dei fondali. Prezioso fin dall’antichità per la sua evidentissima somiglianza con un rivolo di sangue rappreso fu, da sempre, reputato un simbolo di vita e di fecondità di fortuna e di salute. Per la mitologia era il sangue rappreso colato dalla testa recisa delle Gorgonie, per la Città sola risorsa a cui doveva il benessere. Mastri d’ascia, cordai, calafati, ferrai, velai lavoravano in gran numero nella cantieristica corallina; armatori, marittimi, pescatori, padroni, corsari impiegati come dirigenti ed equipaggi lavoravano a bordo della flotta corallina; artigiani, sgrezzatori, incisori, lucidatori lavoravano intorno al corallo; rappresentanti, commercianti,
esportatori lavoravano alla vendita di quei preziosi gioielli.

In pratica, con il relativo indotto, 1’intera Torre del Greco che, lavorando il corallo, finiva per gravitare intorno al suo porto: il porto del corallo per antonomasia La presenza di tanti marinai di Torre del Greco tra gli equipaggi delle Unita della Flotta italiana e il fervente attaccamento alla Forza Armata di coloro che avevano lasciato il servizio attivo, suggerirono alla Marina di prescegliere la Città di Torre del Greco per la consegna della bandiera di combattimento al Sommergibile Corallo. Proprio quest’anno ricorre il 70’ anniversario di quell’evento.
Il SMG CORALLO era il Sesto dei dieci sommergibili della Classe 600 (695 tonnellate di dislocamento), serie PERLA, costruiti nel 1936 presso i cantieri di Monfalcone e La Spezia, rispettivamente in sei e quattro esemplari. Allo scoppio delle ostilità il SMG. CORALLO era dislocato a CAGLIARI da dove, il 13 Dicembre del 1942, parti per la sua ultima missione nelle acque del Canale di Sicilia. All’interno della base navale di CAGLIARI proprio il 10 Giugno 2005, grazie alla generosa iniziativa del CAV. UFF. Enrico Casagrande, Presidente emerito del Gruppo ANMI di Frascati e a suo tempo membro dell’equipaggio del SMG. AVORIO, e stato inaugurato a perenne memoria dei marinai caduti con i battelli del VII Gruppo SOMMERGIBILI a cui il SMG. CORALLO apparteneva. Questi in estrema sintesi gli argomenti che esperti e studiosi hanno esposto nelle pagine di questo bel libro, voluto, piace ricordarlo, dall’iniziativa del Comandante della locale Capitaneria di Porto C.F. Giuseppe TROINA.

Roberto Cesaretti
Ammiraglio di Squadra Componente Marittima del Comando Alleato – Napoli

IL PORTO DI TORRE DEL GRECO E LA CITTA':



UN FILMATO DI GIUSEPPE D’URZO
VOCI: Ortiero – D’Istria
 
 

ID: 6913  Intervento da: Veronica Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 26 agosto 2007 Ore: 00:54


UN NUOVO LIBRO SU TORRE DEL GRECO... A 14 MANI
I CAPITOLI E I RISPETTIVI AUTORI

1. Il Porto: evoluzione e prospettive di sviluppo
Giuseppe Troina

2. Evoluzione della costa vesuviana nel territorio
Gennaro Di Donna – Giuseppe Luongo

3. Le ville marittime romane
Mario Pagano

4. Osservazioni storiche sul Castello
Mario Pagano

5. Osservazioni tecniche sul Castello
Flavio Russo

6. Architettura e urbanistica del centro storico
Gioia Seminario

7. Il quartiere del Mare
Giorgio Castiello

8. La Chiesa di S. Maria di Portosalvo
Francesco Rivieccio

9. Il fortino di Calastro
Flavio Russo

10. ....400 coralline
Giuseppe Rajola

11. Storia della cantieristica navale
Raimondo Martorano

12. I Mulini Meridionali Marzoli e il porto
Domenico Izzo – Elvira Loffredo

13. Il Circolo Nautico
Aldo Seminario

ARGOMENTI CORRELATI IN TORREOMNIA:

I MULINI MARZOLI:
www.torreomnia.it/localita_contrade/mulini_marzoli/set_fra_mulini.htm

E’ ARRIVATO U PAPORE I PAPA’:
www.torreomnia.it/storia/papore_papa/papore/set_fra_papore.htm

DIARIO DI BORDO DEL FLORITA:
www.torreomnia.it/economia/florita/set_fra_florita.htm



Questo argomento nel Forum Torreomnia
a cura di Veronica Mari
della redazione



ID: 6911  Intervento da: Veronica Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 26 agosto 2007 Ore: 00:31


UN NUOVO LIBRO SU TORRE DEL GRECO... A 14 MANI

Prefazione del Dott. Angelo Pica
L ’Amministratore Delegato del Patto Territoriale del Miglio d’Oro

Un viaggio nel tempo, un percorso che si snoda attraverso i vicoli, la chiesa, il Mulino, le ville, le colline, guidandoci alla riscoperta delle radici di Torre del Greco. Una ricostruzione puntuale e appassionata della storia di una città, della sua comunità e del legame indissolubile con il mare. Un mare che ha disegnato il volto di Torre del Greco, nota ai più per i suoi cantieri, le barche, la pesca e la lavorazione del corallo, tesoro dell’artigianato locale e simbolo indiscusso della sua storia marinara e commerciale.

Il racconto di una Torre del Greco, la cui identità si incentra sul porto, ombelico della città, centro propulsore delle attività, nel tempo approdo commerciale e turistico, base di scambi e comunicazione che ne ha storicamente favorito lo sviluppo. Un porto che purtroppo, e la considerazione dell’antico splendore ne accentua 1’amara consapevolezza, si presenta oggi vecchio, piccolo e inadeguato alle esigenze dei diportisti, degli armatori, degli stessi cittadini. Il porto e stato, e continua ad essere, pertanto, oggetto di numerose proposte e progetti. Progetti mai realizzati, perché inadeguati o troppo costosi, perché quella relativa all’area portuale di Torre del Greco e una progettualità complessa, che non può e non deve prescindere dai vincoli urbanistici e delle emergenze storico-momumentali, che deve saper realizzare interventi integrati attraverso i quali far &onte ai problemi sismico-vulcanici, ai rischi del sabbiamento, alle incognite meteo-marine. Ed e su queste considerazioni che si deve improntare il rilancio e la riqualificazione dell’area portuale.
Principalmente perché e ora che si consideri tale sfida per 1’insieme delle opportunità che rappresenta per Torre del Greco: dare al porto una nuova funzionalità significa restituire valore alle attività tradizionali, recuperare 1’enorme valenza della tradizione marinara e ritornare alla vitalità cittadina del ’700, quando i torresi erano i primi costruttori di navi coralline in Italia e il porto era il fulcro di importanti scambi commerciali.

Al tempo stesso, riqualificare il porto e l’area circostante significa fronteggiare ben altre sfide, quale quella di collegare il porto alla città e alle vie di comunicazione, alle aree e ai comuni limitrofi, proiettando la città in un’ottica strategica di nodo essenziale di scambi commerciali e culturali, costruendo una nuova identità della città nello scenario internazionale della geopolitica mediterranea.
Non meno importanti, tuttavia, sono da considerare i risvolti sociali di un recupero dell’area portuale. Ritornare al mare, idealmente e concretamente, vuol dire ritrovare un’identità e renderlo nuovamente parte attiva, essenza e simbolo della città.
Per Torre del Greco, aldilà di essere fonte di ricchezza economica, il mare rappresenta il carattere antropologico di un popolo che costruisce la sua peculiarità culturale attorno ad esso e a cui, seppure lontano dalla sua terra, collega le proprie origini, e il legame ideale, luogo di partenza e di ritorno e nodo di confluenza di scambi culturali. Oggi il rapporto tra Torre del Greco e il mare non e più quello di un tempo; il porto non rappresenta quasi più un polo attorno al quale ruotano i momenti della vita quotidiana, compresi quelli del tempo libero, non rappresenta più un richiamo, non invita a viverlo come un tempo, quando era a misura d’uomo.
E allora sarebbe non meno importante e ambizioso preoccuparsi di restituire agli abitanti della città il ”lusso” ed il piacere di una passeggiata, di sera, alla luce dei lampioni, tra quei vicoli che profumano di mare... Particolarmente meritoria ci appare 1’iniziativa di questo volume, fortemente voluto dal Comandante della Capitaneria di Porto di Torre del Greco, Giuseppe Troina, e scritto da varie e autorevoli personalità, come auspicio di un futuro aperto sull’orizzonte del mare, nella celebrazione orgogliosa di un passato che ci auguriamo di non aver dimenticato e perduto per sempre.

Avv. Leopoldo Spedaliere
L’Amministratore Delegato di Tess – Costa del Vesuvio

Dott. Angelo Pica
L ’Amministratore Delegato del Patto Territoriale del Miglio d’Oro



ID: 6910  Intervento da: Veronica Mari  - Email: info@torreomnia.it  - Data: domenica 26 agosto 2007 Ore: 00:23


UN NUOVO LIBRO SU TORRE DEL GRECO... A 14 MANI

Introduzione di Mimmo Liguoro
Giornalista RAI

Delineato dai contorni della lava del Vesuvio, il porto di Torre del Greco sembra voler fare da specchio a case, strade e persone. La misteriosa mano della natura lo ha sistemato ai piedi dell’antica Turris Octava, dove 1’acqua salata bagna una costa ridisegnata da secoli di sbalzi orografici. Per chi viene dal mare e la porta d’ingresso nell’universo vesuviano. Per chi arriva dall’alto e la finis terrae. Alfa e omega d’un territorio ricco di storia e di eventi geofisici. Ma anche di straordinarie vicende umane, che lungo il fluire dei tempi proprio qui si sono condensate, nello spazio di mare attrezzato alla fine dell’800 per fissare in un semicerchio liquido il destino marittimo d’una popolazione.

La pesca, le reti calate nell’acqua, le barche guidate con mano ferma per evitare scogli insidiosi e burrasche improvvise. Il fiorire di virtù artigiane legate al mare e alla vita tra le onde. I maestri d’ascia, i calafati che ostruivano le fenditure degli scafi coi fili di canapa, i remaiuoli, i costruttori di vele e pennoni. Gli intagliatori che scolpivano polene beneaugurati. I fabbri che davano peso ai natanti. E i segatori, intenti a scomporre tronchi robusti con la fatica di mani e schiene e gambe piegate. Poi, l’epopea del corallo. Una storia lunga e complessa, intessuta di sogni, realtà, lavoro duro, inventiva, risorse mentali. Le barche coralline: molte centinaia negli ultimi decenni del secolo 19esimo. L’ultima in disarmo nel 1988. Intorno, cantieri navali, i mulini Marzoli, il varo delle imbarcazioni sul molo della Scarpetta.
Ma questo porto non e solo testimone della vita reale e produttiva. Nel corso degli anni e divenuto anche osservatore muto di ciò che poteva essere e non e stato: uno scalo all’altezza dei tempi nuovi, un approdo turistico, circondato da un territorio risanato e vitale. Nel concreto o nell’immaginario, comunque, un luogo fisico con un’anima.

Cioe con un suo carattere e una benigna personalità. Sia che accogliesse, un tempo, i pescatori con le lunghe canne in fila sul molo, sia che come un vecchio saggio stimolasse sguardi e riflessioni sulla realtà terrestre che lo circonda: la storia (il castello baronale, il codice corallino, il fortino di Calastro, Santa Maria di Costantinopoli, le barche nel Mediterraneo, il banco di corallo nel mare di Sciacca che provoco euforia e delusione, le eruzioni vulcaniche, le scoperte archeologiche, le speranze, le gioie e i sacrifici di uomini e donne).
Allo stesso modo, questo volume, fondendo vari punti di osservazione, consente di avere un quadro completo e unitario del passato, presente e futuro del territorio che gravita sul vecchio, glorioso porto. Analisi approfondite (come quella sul Vesuvio, che unisce alle emozionanti testimonianze storiche le più recenti intuizioni scientifiche), o quella, di natura economica, sulle attività cantieristiche. 0 ancora, la carrellata sui resti delle ville romane sulla linea della costa: emergenze archeologiche che restituiscono il senso di un affascinante passato remoto, e agli studiosi con- sentono di misurare 1’espansione in mare delle sponde travolte dal magma. Una costruzione interdisciplinare che viene a colmare un vuoto letterario. Una ’civilis historia’ che si legge come un romanzo.

Mimmo Liguoro
Giornalista RAI

IL PORTO DI TORRE DEL GRECO - Panoramica a 360°



UN FILMATO DI DIFIORE FOTOGRAFO


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