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Argomento presente: « LIBRO IL PORTO DEL CORALLO » | |||||
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ID: 6913 Intervento
da:
Veronica Mari
- Email:
info@torreomnia.it
- Data:
domenica 26 agosto 2007 Ore: 00:54
UN NUOVO LIBRO SU TORRE DEL GRECO... A 14 MANI I CAPITOLI E I RISPETTIVI AUTORI 1. Il Porto: evoluzione e prospettive di sviluppo Giuseppe Troina 2. Evoluzione della costa vesuviana nel territorio Gennaro Di Donna – Giuseppe Luongo 3. Le ville marittime romane Mario Pagano 4. Osservazioni storiche sul Castello Mario Pagano 5. Osservazioni tecniche sul Castello Flavio Russo 6. Architettura e urbanistica del centro storico Gioia Seminario 7. Il quartiere del Mare Giorgio Castiello 8. La Chiesa di S. Maria di Portosalvo Francesco Rivieccio 9. Il fortino di Calastro Flavio Russo 10. ....400 coralline Giuseppe Rajola 11. Storia della cantieristica navale Raimondo Martorano 12. I Mulini Meridionali Marzoli e il porto Domenico Izzo – Elvira Loffredo 13. Il Circolo Nautico Aldo Seminario ARGOMENTI CORRELATI IN TORREOMNIA: I MULINI MARZOLI: www.torreomnia.it/localita_contrade/mulini_marzoli/set_fra_mulini.htm E’ ARRIVATO U PAPORE I PAPA’: www.torreomnia.it/storia/papore_papa/papore/set_fra_papore.htm DIARIO DI BORDO DEL FLORITA: www.torreomnia.it/economia/florita/set_fra_florita.htm Questo argomento nel Forum Torreomnia a cura di Veronica Mari della redazione |
ID: 6911 Intervento
da:
Veronica Mari
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info@torreomnia.it
- Data:
domenica 26 agosto 2007 Ore: 00:31
UN NUOVO LIBRO SU TORRE DEL GRECO... A 14 MANI Prefazione del Dott. Angelo Pica L ’Amministratore Delegato del Patto Territoriale del Miglio d’Oro Un viaggio nel tempo, un percorso che si snoda attraverso i vicoli, la chiesa, il Mulino, le ville, le colline, guidandoci alla riscoperta delle radici di Torre del Greco. Una ricostruzione puntuale e appassionata della storia di una città, della sua comunità e del legame indissolubile con il mare. Un mare che ha disegnato il volto di Torre del Greco, nota ai più per i suoi cantieri, le barche, la pesca e la lavorazione del corallo, tesoro dell’artigianato locale e simbolo indiscusso della sua storia marinara e commerciale. Il racconto di una Torre del Greco, la cui identità si incentra sul porto, ombelico della città, centro propulsore delle attività, nel tempo approdo commerciale e turistico, base di scambi e comunicazione che ne ha storicamente favorito lo sviluppo. Un porto che purtroppo, e la considerazione dell’antico splendore ne accentua 1’amara consapevolezza, si presenta oggi vecchio, piccolo e inadeguato alle esigenze dei diportisti, degli armatori, degli stessi cittadini. Il porto e stato, e continua ad essere, pertanto, oggetto di numerose proposte e progetti. Progetti mai realizzati, perché inadeguati o troppo costosi, perché quella relativa all’area portuale di Torre del Greco e una progettualità complessa, che non può e non deve prescindere dai vincoli urbanistici e delle emergenze storico-momumentali, che deve saper realizzare interventi integrati attraverso i quali far &onte ai problemi sismico-vulcanici, ai rischi del sabbiamento, alle incognite meteo-marine. Ed e su queste considerazioni che si deve improntare il rilancio e la riqualificazione dell’area portuale. Principalmente perché e ora che si consideri tale sfida per 1’insieme delle opportunità che rappresenta per Torre del Greco: dare al porto una nuova funzionalità significa restituire valore alle attività tradizionali, recuperare 1’enorme valenza della tradizione marinara e ritornare alla vitalità cittadina del ’700, quando i torresi erano i primi costruttori di navi coralline in Italia e il porto era il fulcro di importanti scambi commerciali. Al tempo stesso, riqualificare il porto e l’area circostante significa fronteggiare ben altre sfide, quale quella di collegare il porto alla città e alle vie di comunicazione, alle aree e ai comuni limitrofi, proiettando la città in un’ottica strategica di nodo essenziale di scambi commerciali e culturali, costruendo una nuova identità della città nello scenario internazionale della geopolitica mediterranea. Non meno importanti, tuttavia, sono da considerare i risvolti sociali di un recupero dell’area portuale. Ritornare al mare, idealmente e concretamente, vuol dire ritrovare un’identità e renderlo nuovamente parte attiva, essenza e simbolo della città. Per Torre del Greco, aldilà di essere fonte di ricchezza economica, il mare rappresenta il carattere antropologico di un popolo che costruisce la sua peculiarità culturale attorno ad esso e a cui, seppure lontano dalla sua terra, collega le proprie origini, e il legame ideale, luogo di partenza e di ritorno e nodo di confluenza di scambi culturali. Oggi il rapporto tra Torre del Greco e il mare non e più quello di un tempo; il porto non rappresenta quasi più un polo attorno al quale ruotano i momenti della vita quotidiana, compresi quelli del tempo libero, non rappresenta più un richiamo, non invita a viverlo come un tempo, quando era a misura d’uomo. E allora sarebbe non meno importante e ambizioso preoccuparsi di restituire agli abitanti della città il ”lusso” ed il piacere di una passeggiata, di sera, alla luce dei lampioni, tra quei vicoli che profumano di mare... Particolarmente meritoria ci appare 1’iniziativa di questo volume, fortemente voluto dal Comandante della Capitaneria di Porto di Torre del Greco, Giuseppe Troina, e scritto da varie e autorevoli personalità, come auspicio di un futuro aperto sull’orizzonte del mare, nella celebrazione orgogliosa di un passato che ci auguriamo di non aver dimenticato e perduto per sempre. Avv. Leopoldo Spedaliere L’Amministratore Delegato di Tess – Costa del Vesuvio Dott. Angelo Pica L ’Amministratore Delegato del Patto Territoriale del Miglio d’Oro |
ID: 6910 Intervento
da:
Veronica Mari
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info@torreomnia.it
- Data:
domenica 26 agosto 2007 Ore: 00:23
UN NUOVO LIBRO SU TORRE DEL GRECO... A 14 MANI Introduzione di Mimmo Liguoro Giornalista RAI Delineato dai contorni della lava del Vesuvio, il porto di Torre del Greco sembra voler fare da specchio a case, strade e persone. La misteriosa mano della natura lo ha sistemato ai piedi dell’antica Turris Octava, dove 1’acqua salata bagna una costa ridisegnata da secoli di sbalzi orografici. Per chi viene dal mare e la porta d’ingresso nell’universo vesuviano. Per chi arriva dall’alto e la finis terrae. Alfa e omega d’un territorio ricco di storia e di eventi geofisici. Ma anche di straordinarie vicende umane, che lungo il fluire dei tempi proprio qui si sono condensate, nello spazio di mare attrezzato alla fine dell’800 per fissare in un semicerchio liquido il destino marittimo d’una popolazione. La pesca, le reti calate nell’acqua, le barche guidate con mano ferma per evitare scogli insidiosi e burrasche improvvise. Il fiorire di virtù artigiane legate al mare e alla vita tra le onde. I maestri d’ascia, i calafati che ostruivano le fenditure degli scafi coi fili di canapa, i remaiuoli, i costruttori di vele e pennoni. Gli intagliatori che scolpivano polene beneaugurati. I fabbri che davano peso ai natanti. E i segatori, intenti a scomporre tronchi robusti con la fatica di mani e schiene e gambe piegate. Poi, l’epopea del corallo. Una storia lunga e complessa, intessuta di sogni, realtà, lavoro duro, inventiva, risorse mentali. Le barche coralline: molte centinaia negli ultimi decenni del secolo 19esimo. L’ultima in disarmo nel 1988. Intorno, cantieri navali, i mulini Marzoli, il varo delle imbarcazioni sul molo della Scarpetta. Ma questo porto non e solo testimone della vita reale e produttiva. Nel corso degli anni e divenuto anche osservatore muto di ciò che poteva essere e non e stato: uno scalo all’altezza dei tempi nuovi, un approdo turistico, circondato da un territorio risanato e vitale. Nel concreto o nell’immaginario, comunque, un luogo fisico con un’anima. Cioe con un suo carattere e una benigna personalità. Sia che accogliesse, un tempo, i pescatori con le lunghe canne in fila sul molo, sia che come un vecchio saggio stimolasse sguardi e riflessioni sulla realtà terrestre che lo circonda: la storia (il castello baronale, il codice corallino, il fortino di Calastro, Santa Maria di Costantinopoli, le barche nel Mediterraneo, il banco di corallo nel mare di Sciacca che provoco euforia e delusione, le eruzioni vulcaniche, le scoperte archeologiche, le speranze, le gioie e i sacrifici di uomini e donne). Allo stesso modo, questo volume, fondendo vari punti di osservazione, consente di avere un quadro completo e unitario del passato, presente e futuro del territorio che gravita sul vecchio, glorioso porto. Analisi approfondite (come quella sul Vesuvio, che unisce alle emozionanti testimonianze storiche le più recenti intuizioni scientifiche), o quella, di natura economica, sulle attività cantieristiche. 0 ancora, la carrellata sui resti delle ville romane sulla linea della costa: emergenze archeologiche che restituiscono il senso di un affascinante passato remoto, e agli studiosi con- sentono di misurare 1’espansione in mare delle sponde travolte dal magma. Una costruzione interdisciplinare che viene a colmare un vuoto letterario. Una ’civilis historia’ che si legge come un romanzo. Mimmo Liguoro Giornalista RAI IL PORTO DI TORRE DEL GRECO - Panoramica a 360° UN FILMATO DI DIFIORE FOTOGRAFO |
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