ID: 7151 Discussione: FRANCESCO PENZA ADDIO
Autore:
francesco penza
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francopenza@interfree.it
- Scritto o aggiornato:
sabato 12 aprile 2014 Ore: 22:14
E' MORTO FRANCO PENZA Il dott. Franco Penza dedica agli anziani torresi questo lavoro; da anni al servizio della gerontologia opera anche nel campo del volontariato apportando cure adeguate e sollievo psicoloigico. Queste che seguono sono norme basilari preziosissime perché fuori dal business farmacologico spesso Killer.
Farmaci e cibo. Attenzione al pompelmo.
A cura del Dott. Francesco Penza.
David G. Bailey, London Health Sciences Centre and University of Western Ontario, Canada
Chi non ricorda negli anni 60 l'associazione dell'aspirina alla Coca Cola come stupefacente? I farmaci sono spesso assunti con il cibo. Abitudine molto diffusa dai vesuviani. Far coincidere la somministrazione di un farmaco con un evento regolare come un pasto può essere una strategia per migliorare la compliance del paziente, specialmente se anziano. Inoltre alcuni farmaci provocano reazioni avverse gastrointestinali e la somministrazione con il cibo ne aumenta la tollerabilità. Tuttavia l'assunzione contemporanea di farmaci e cibo può provocare un certo numero di interazioni non desiderate. Il cibo, specie quello della dieta nostrana, produce molteplici modificazioni fisiologiche della funzione gastrointestinale. Un pasto incrementa la secrezione dei succhi gastrici che possono facilitare la dissoluzione del farmaco, primo importante evento dopo la somministrazione orale di una forma farmaceutica solida. Il cibo può anche alterare lo svuotamento gastrico.
Nella foto a lato i problemi dell'alimentazione e gli effetti collaterali della medicina.
Considerando che la maggioranza dei farmaci sono assorbiti nella porzione prossimale del piccolo intestino, a causa della maggiore superficie e del più elevato flusso sanguigno splancnico rispetto allo stomaco, il tempo di svuotamento gastrico può influenzare l'insorgenza e l'ampiezza dell'effetto farmacologico. Dieci anni fa segnalammo per la prima volta che il succo di pompelmo, ma non quello d'arancia dolce, aumentava la biodisponibilità di due calcio-antagonisti di largo consumo, felodipina e nifedipina. Nel caso della felodipina, che normalmente ha una biodisponibilità del 15% dopo metabolismo di primo passaggio, il succo di pompelmo produceva concentrazioni plasmatiche del farmaco mediamente tre volte più elevate della norma. Successivamente fu dimostrato che il succo di pompelmo agiva attraverso l'inibizione selettiva, nel tratto gastrointestinale, del CYP3A4. Che anche il succo di pompelmo provocasse tale inibizione era un nuovo ed importante meccanismo di interazione tra farmaci e cibo.L'interazione tra felodipina e succo di pompelmo chiarisce due importanti concetti: l'importanza dell'intestino come sede di farmacometabolismo e che l'interazione dipende dalla via di somministrazione del farmaco. Il succo di pompelmo non interagisce con farmaci somministrati per via endovenosa. La somministrazione ripetuta di succo di pompelmo provoca il mantenimento dell'interazione e le concentrazioni plasmatiche di felodipina possono aumentare ulteriormente. Gli anziani hanno una spiccata preferenza per il succo di pompelmo rispetto ad altri succhi di agrumi e sono, inoltre, la fascia di popolazione che utilizza più farmaci. Recentemente è stato dimostrato che una normale quantità di succo di pompelmo provoca notevoli, non prevedibili e duraturi aumenti delle concentrazioni plasmatiche di felodipina con conseguente più elevata riduzione della pressione negli anziani rispetto ai soggetti più giovani. Sono stati individuati finora circa 25 farmaci, appartenenti a diverse categorie terapeutiche, che interagiscono con il succo di pompelmo. In generale si tratta di medicinali con biodisponibilità orale da intermedia (30%) a molto bassa (<5%), legata al metabolismo di primo passaggio mediato dal CYP3A4. Sebbene si possa speculare sulla potenziale utilità terapeutica di questa interazione l'attenzione va posta sulla possibile tossicità derivante dall'innalzamento delle concentrazioni plasmatiche dei farmaci. Importanti reazioni avverse che possono essere provocate dall'interazione tra farmaci e succo di pompelmo sono: l'aritmia ventricolare (torsades de pointes) potenzialmente fatale da terfenadina, astemizolo e cisapride; il grave danno muscolo-scheletrico con insufficienza renale acuta (rabdomiolisi) da alcuni inibitori della HMG-CoA reduttasi, quali lovastatina, simvastatina, atorvastatina e cerivastatina; il danno renale da ciclosporina e tacrolimus; l'ipotensione sintomatica e le complicazioni ischemiche da calcio-antagonisti diidropiridinici, quali felodipina, nicardipina, nifedipina, nimodipina, nisolidipina, nitrendipina e pranidipina; l'eccessiva sedazione da benzodiazepine, quali midazolam e triazolam, e da buspirone; l'atassia da carbamazepina.
Dott. Franco Penza della redazione
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ID: 10160 Intervento
da:
Penza Francesco
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francopenza@interfree.it
- Data:
mercoledì 14 gennaio 2009 Ore: 16:35
LA DEVASTAZIONE DEL FUMO ALL'ORGANISMO NON E' INFERIORE A QUELLA DELLA DROGA.Dopo aver visto questo film fino in fondo e si continua a fumare si rientra nell'ordine di idee del suicidio lento.
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ID: 9768 Intervento
da:
Penza Francesco
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francopenza@interfree.it
- Data:
giovedì 20 novembre 2008 Ore: 23:02
CENTRO SOCIALE PER ANZIANI Corso Italia – CASAVATORE
Il giorno 2 dicembre 2008 alle ore 17
CONFERENZA DI MEDICINA “L’INFLUENZA E IL VACCINO” del dott. Francesco Penza. Seguiranno cantanti e poesie con il poeta Mario Chiosi e la dott.ssa Nunzia Marino
Il presidente del C.S. Tommaso Altrui Il maestro di musica Ciro Masi Le cantanti Antonietta Puia e Raffaella Viola E i soci del centro sociale
Il 30 Dicembre 2008 - Brindisi al nuovo anno con musica poesie e canzoni.
A U G U R I
Dott. Francesco Penza
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ID: 9734 Intervento
da:
Penza Francesco
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francopenza@interfree.it
- Data:
sabato 15 novembre 2008 Ore: 16:34
Cerca nel box qui sotto Il farmaco che usi, se c'è clicca per approfondimenti
SIAMO UNA MACCHINA IDRAULICA ELETTRICA CHIMICA SE "DOPATI" SI SCATENANO ISTINTI COMPULSIVI ANCHE DI ESTREMA OSCENITA'GIUSTA LA TRASMESSIONE "MI MANDA RAI TRE" DI IERSERA, LE TESTIMONIANZE SUI GRAVI EFFETTI COLLATERALI DEI FARMACI PER IL MORBO DI PARKINSON: SFRENATE COMPULSIONI AL GIOCO D'AZZARDO, ALLO SHOPPING E AL SESSO SMISURATO.Quando i farmaci contro il Parkinson sono entrati sul mercato, i relativi bugiardini non riportavano tutti gli effetti collaterali che provocano. Anche l’Italia ha contribuito in maniera rilevante, con circa 15 lavori, esaminando gli effetti dei dopamina agonisti, e in particolare del pramipexolo, che provocano la compulsione al gioco d’azzardo. Il nostro gruppo, con un lavoro pubblicato dal New England General Medecin (2007) per esempio, è riuscito a creare un "warning" molto importante su farmaci come cabergolina e pergolide che provocavano delle gravi valvoliti. Tale segnalazione ha consentivo la caduta del mercato del 98% dei farmaci provocandone poi il ritiro.Gli atteggiamenti compulsivi, proprio come il gioco d’azzardo o lo shopping compulsivo o l’ipersessualità, (fino allo bestialismo animale in ambito domestico) derivano appunto da una terapia dopaminergica, sia da levodopa che dopamina agonisti e magari anche inibitori della degradazione della levodopa. L’effetto gioco d’azzardo è stato segnalato da tempo da gli studi elaborati negli Stati Uniti e in Europa, con un gran numero di lavori seguiti alle prime segnalazioni evidenti. È stato evidenziato che certi farmaci, probabilmente con una specificità maggiore - ma la cosa non è stata ben dimostrata - causano nel paziente il desiderio di giocare, anche se precedentemente a questo evento non era incline al gioco o era semplicemente predisposto al "rewording", quindi ad avere una sorta di dipendenza di carattere psicologico comportamentale.
Dott. Penza Francesco
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ID: 9733 Intervento
da:
Penza Francesco
- Email:
francopenza@interfree.it
- Data:
sabato 15 novembre 2008 Ore: 16:16
Un esercito di staminali ripara il cuore. Scoperta dello scienziato torrese Raimondo Ascione Infarto, insufficienza cardiaca, aritmie, stenosi vascolari: per queste ed altre gravi patologie, ecco l’esercito delle cellule staminali “ripara-cuore”.Si vanno moltiplicando gli studi che lasciano intravedere un futuro in cui le cellule staminali dei tessuti adulti, prese dal midollo osseo o direttamente dal cuore del paziente, potranno essere usate per sostituire tessuto cardiaco necrotico post-infarto, per aggiustare il ritmo del miocardio, per riaprire un vaso sanguigno o costruirne di nuovi. Nella foto a lato lo scienziato torrese Raimondo AscioneIn Gran Bretagna, interamente guidato dal cardiochirurgo italiano Raimondo Ascione dell’Università di Bristol, partirà all’inizio di ottobre, un trial clinico unico al mondo per testare il trapianto di cellule staminali di midollo osseo “autologhe”, ovvero prelevate del paziente stesso, al fine di riparare il muscolo cardiaco danneggiato da un infarto. Annunciato nel corso del congresso “Cellule staminali autologhe per malattie cardiovascolari”, organizzato a Bristol da Ascione, il trial coinvolgerà 60 pazienti reduci da ampio infarto anteriore e darà i primi risultati tra un anno. I pazienti scelti per la sperimentazione, ha spiegato Ascione – che ha una specializzazione in Cardiochirurgia conseguita all’Università Federico II di Napoli e si trova a Bristol ormai da dieci anni – devono essere sottoposti ad intervento chirurgico di by-pass coronarico. Ed è nel corso di questa operazione che alcuni di loro riceveranno anche l’“iniezione” di cellule staminali autologhe selezionate dal loro midollo osseo. «Il trial – sottolinea Ascione – è unico nel suo genere per molti motivi: è puramente chirurgico; per il tipo di cellule staminali usate; per i sistemi di somministrazione delle stesse e di controllo dell’efficacia (useremo la risonanza magnetica cardiaca), ma soprattutto perché sarà fatto in “doppio cieco”». Una parte dei pazienti, senza che nessuno sappia quali, riceverà placebo al posto delle staminali.«Il “doppio cieco” è il tipo di design per studi clinici a più alta rigorosità scientifica », precisa Ascione. .Nella foto a lato. L'evento è stato giudicato da una giuria che comprendeva il Direttore Medico e da rappresentanti della fondazione caritative e il coinvolgimento dei pazienti e Enti Pubblici. Nella foto a sinistra, l primo premio è stato vinto da Lisa Mazza e Raimondo Ascione per il loro progetto sul Pubblico Dispositivo Wound Infection seguenti in Chirurgia cardiaca. Commendation speciale è andato anche a Daniel Williams, uno studente di medicina ultimo anno, per il suo progetto sulla corretta del sito Chirurgia. Tutti i finalisti sono Oscar insieme a Jonathan Sheffield direttore medico e presidente del Comitato di verifica clinica, Jeremy Braybrooke.
Con il dilagare di obesità e cattivi stili di vita, le malattie cardiovascolari sono ormai un “big killer” a livello globale. Fortunatamente, oggi, se i soccorsi sono tempestivi, all’infarto si può sopravvivere. E proprio l’aumento dei tassi di sopravvivenza post-infarto, in associazione ad un’aspettativa di vita in crescita, sta popolando il mondo di persone col cuore “debole” che non pompa il sangue come dovrebbe: sta determinando cioè il vertiginoso incremento dei casi di insufficienza cardiaca. L’idea è quindi di ridare, a chi soffre di scompenso, un cuore funzionante al cento per cento riparandone l’area che, “soffocata” durante l’infarto, è morta e quindi non più funzionale. Per questo genere di “ricostruzione”, le cellule staminali sono le “candidate” su cui vengono riposte le aspettative maggiori. «Tra tutte, le favorite sono le staminali adulte del midollo osseo – spiega Ascione – quelle deputate al ricambio continuo del nostro sangue». Dopo una serie di studi preliminari, precisa l’esperto, si è scelto di usare un certo tipo di staminali del midollo (nome in codice CD133+), molto promettenti in quanto sembrano capaci di rigenerare sia il tessuto cardiaco sia la parete dei vasi, come dimostrato da vari autori e dal gruppo di Ascione con studi in provetta. «Una volta iniettate in alcuni pazienti nel corso dell’operazione di by-pass – dice ancora Ascione – il gruppo di volontari verrà seguito a lungo per valutare l’impatto dell’impianto di staminali sul ripristino della completa funzionalità del miocardio e sarà confrontato col gruppo sottoposto a placebo. Con la risonanza magnetica cardiaca si potrà monitorare lo stato di funzionalità del muscolo cardiaco e misurare l’effetto delle staminali». «Se i risultati saranno positivi – conclude Ascione – questa metodica potrebbe avere un impatto rivoluzionario nella cura del cuore, anche per la facile e consolidata metodologia necessaria per il reperimento delle cellule staminali del midollo». Ma queste non sono le uniche cellule cui si guarda con fiducia per riparare il cuore.
Raimondo Ascione, MCh, FRCS Bristol BS2 8HW United Kingdom 44 117 9283145 44 117 9299737 (Fax)
Per comunicare con Ascione r.ascione@bristol.ac.uk
http://heartsurgery.healthcarecommission.org.uk/Unit.aspx?ID=RA701&OT=2
A cura del Dott. Franco Penza della redazione
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ID: 8836 Intervento
da:
Penza Francesco
- Email:
francopenza@interfree.it
- Data:
sabato 24 maggio 2008 Ore: 17:30
VEGETARIANA O VEGETALIANA
La scelta per ragioni etiche, ecologiche, economiche e salutistiche. Dai “peccati di Peyton Place” ai “Peccati di Torre del Greco” tanto per tenerci sul veniale v’è una certezza in comune: l’adipe procacciosa, opulenta delle “popolane”. Con l’albore dell’estate ciacelle in abbondanza. Delizia per gli occhi assatanati degli anta che detengono il primato mondiale dell’inibizione pre-post-bellica quando mai e poi mai una sedicenne con fianchi ed obellico scoperti avrebbe espirato, sempre in pubblico ampie boccate di fumo. Ma il problema non sta lì. Nel mondo oggi si muore di troppa fame e di troppa sazietà, la quale, quest’ultimo, scatena il problema della monnezza.
A causa della percezione di terrore l’animale accumula tossine nelle sue carni, che si rivelano dannose per la salute dell’uomo, che se ne ciberà. Se non si vuole rinunciare, la sedazione dell’animale può essere una soluzione. Neppure l’alimentazione vegetariana di tipo vegano (che esclude anche i prodotti lattiero-caseari) produce carenze accertate per proteine e sali minerali essenziali. Le diete vegetariane sono complete, sia per gli aminoacidi, sia per minerali e vitamine. Differenti i tipi di dieta, all’interno dell’etichetta “vegetariana”. Questa alimentazione elimina dall’alimentazione ogni tipo di carne animale, compresi pesci e crostacei. Ma il classico vegetariano mangia i sottoprodotti, quali latte, uova, formaggio e miele. A questa si lega la cosiddetta vegetaliana. Il vegetaliano rinuncia ai prodotti di origine animale (uova, latte, miele e formaggio). Dal latino vegetalis, ossia appartenente al regno vegetale. Gli aderenti a tale dieta non usano prodotti animali come abbigliamento (pelle e derivati): Le carenze di un vegetariano si associano a una scarsa assunzione di ferro, vitamina B12, calcio e vitamina D. Per prevenire basta aggiungere limone alle verdure; mentre per le carenze di vitamine si ricorre agli integratori.. Una soluzione l’uso di latte di soia, con calcio e vitamine, digeribile e utile nei casi allergia. L’assunzione di legumi e frutta oleosa compensa il fabbisogno proteico dell’organismo.
Terza dieta è la rudista. Il crudista pone come condizione l’assunzione di cibi crudi. Scopo è di evitare l’impoverimento dei cibi dalle componenti fondamentali per una corretta nutrizione come vitamine e sali minerali. Tra i vantaggi una buona digestione, disintossicazione dell’intestino, dimagrimento, idratazione, ipoproteismo, economia e velocità. Quarta dieta la fruttarista. Nutrizione solo di frutta fresca, biologica e matura. Queste due ultime vanno associate a sostegni di integratori alimentari. La scelta vegetariana trova diverse ragioni: etica (non produrre sofferenze agli animali), ecologica (la produzione di cereali per il nutrimento di animali da carne richiede enormi quantità di pesticidi e concimi), economica (un terreno per pascoli fornisce una tonnellata di carne contro venti di legumi), salutistica.
A cura del Dott. Franco Penza della redazione
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