Autore:
Guglielmo Di Luca
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- Scritto o aggiornato:
mercoledì 7 dicembre 2016 Ore: 17:52
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Siate cattivi a Natale, buoni tutto l'anno L'esortazione di un barbone senza tempo, in rappresentanza degli innumerevoli poveri "sassati e castrati", all'uomo satollo di benessere ma impregnato di disperazione, nell'imminenza delle festività natalizie.
"E' ora di dire basta - scriveva don Tonino Bello - alla strizzatina di buoni sentimenti che vien fuori dalla torchiatura del nostro cuore". Un invito ad uscire dall'autogratificazione delle elemosine natalizie e dal sonnolento tepore delle nostre vite tranquille ed indifferenti, per cambiare gli stili di vita consolidati ed impegnarci a non "fabbricare nuovi poveri". Matteo Della Torre (Coordinatore della Casa per la nonviolenza) Fonte: Il grido dei poveri, mensile di riflessione nonviolenta
E' capitato all'autore di un libro, scrittore di cui purtroppo non ricordo il nome, camminando per le strade di una grande città addobbate e scintillanti per le imminenti festività natalizie, di imbattersi in un poveruomo, un barbone, seduto sul marciapiede accanto alla porta di una boutique di lusso. L'uomo aveva tra le mani un cartello con su scritto: "Siate cattivi a Natale, buoni tutto l'anno". Una frase inconsueta, con il chiaro obiettivo di provocare, di infastidire i passanti; ultimo disperato tentativo di far breccia nelle loro esistenze refrattarie alle richieste dei propri simili nel bisogno. A Natale, lo sanno anche i bambini, si ha il dovere di essere buoni, di dare fondo agli esuberi del nostro buon cuore, di pensare un po' agli altri, ai poveri, agli sventurati della terra, a tutti coloro che, continuamente "sassati e castrati", sono fuori dal nostro universo di lussi e privilegi. In prossimità delle feste natalizie riemergono dai recessi sinuosi delle nostre coscienze sopite parole inflazionate, svuotate di senso: bontà, amore, solidarietà, altruismo. E ci ritroviamo, al tepore delle serate in famiglia a contemplare, con occhi pieni di compassione, un Gesù Bambino nudo, al freddo di una grotta, nel tentativo, peraltro vano, di rimuovere i sensi di colpa per esserci anche quest'anno impegnati a "fabbricare i poveri": una sorta di auto-catarsi di un anno di cattiverie. A Natale imperversa in tv la sindrome solidaristica. Una serie di programmi ci invitano ad essere buoni, a dare qualche spicciolo delle tredicesime dei nostri stipendi multipli in elemosine a chi è più sfortunato di noi. Dopo le gozzoviglie dei cenoni natalizi, suvvia, dobbiamo anche essere generosi! Che senso ha questo esercizio ipocrita di una solidarietà ad orologeria imposta dalle scadenze di calendario? Che farsene della posticcia bontà natalizia, dei regali, degli auguri e dei sorrisi di circostanza quando non operiamo ogni giorno per costruire un mondo migliore per tutti? Quando tutto l'anno la nostra vita è stata totalmente assorbita dall'idolatria delle cose, dagli affanni del possesso e dalla devozione all'estratto conto bancario che senso ha la bontà di un giorno, il dare ciò che ci sopravanza, per poi rituffarsi nell'indifferenza?
A cura di Guglielmo di Luca - Caritas decanale Torre del Greco
ID: 17258 Intervento
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mercoledì 7 dicembre 2016 Ore: 17:52
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ID: 17255 Intervento
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mercoledì 7 dicembre 2016 Ore: 17:50
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sabato 12 dicembre 2015 Ore: 18:19
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ID: 7906 Intervento
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domenica 16 dicembre 2007 Ore: 19:35
ID: 7747 Intervento
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giovedì 29 novembre 2007 Ore: 13:36
UNA CHIESA PIU' ALLEGRA ANCHE PER I SOFFERENTI?
So di andare contro i protocolli della Chiesa Cattolica. Ma ogni domenica che assisto alla Messa vorrei una chiesa più allegra, meno ripetitiva, più varia, con allegria e sorprese nel contesto della bontà e del benessere spirituale e fisico. Gesù è gioia, Gesù è allegria. Il lutto rappresentato dalla Passione è fittizio, perché Gesù non è mai morto. Duemila anni di lutto e di tristezza non sono giustificati dal benessere che dà Gesù allo spirito e al corpo. Sarebbe ora di vedere una Chiesa più allegra, rivolta al Paradiso e non al terrore della morte relazionata all'inferno. Non basta togliere gli abiti neri ai sacerdoti, è necessario togliere il nero dalla nostra anima e vedere la religione come gioia, allegria, suono, canto, ballo, pace.
Luigi Mari
Qui sotto una canzone roccheggiante cantata da Papa Vojtyla dal titolo "Vojtyla song":
ID: 7743 Intervento
da:
Guglielmo Di Luca
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giovedì 29 novembre 2007 Ore: 01:03
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Siate cattivi a Natale, buoni tutto l'anno
La PREGHIERA per MADRE TERESA "LA PREGHIERA, la forza più potente del mondo" di Madre Teresa di Calcutta tratto da "Il cammino semplice", Ed. Mondadori, 1995 Bisogna che tutti noi troviamo il tempo di restare in silenzio e di contemplare, soprattutto se viviamo nelle metropoli come Londra e New York, dove tutto si muove tanto in fretta. Ecco perché ho deciso di aprire la nostra prima Casa per le sorelle contemplative (la cui vocazione è pregare per buona parte della giornata) a New York anziché sull'Himalaya: ritenevo che silenzio e contemplazione fossero più necessari nelle città del mondo. Comincio sempre la mia preghiera in silenzio, perché è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico del silenzio: dobbiamo ascoltare Dio perché ciò che conta non è quello che diciamo noi, ma quello che Egli dice a noi e attraverso di noi. La preghiera alimenta l'anima: essa sta all'anima come il sangue sta al corpo, e porta più vicini a Dio. Dona inoltre un cuore limpido e puro. Un cuore limpido può vedere Dio, può parlare a Dio e può vedere l'amore di Dio negli altri. Quando hai un cuore limpido, vuoi dire che sei aperto e onesto con Dio, che non Gli stai nascondendo nulla, e ciò che consente a Lui di prendere da te quello che vuole.
Se stai cercando Dio e non sai da che parte cominciare, impara a pregare e assumiti l'impegno di pregare ogni giorno. Puoi pregare in qualsiasi momento, ovunque. Non è necessario trovarsi in cappella o in chiesa. Puoi pregare al lavoro: il lavoro non deve necessariamente fermare la preghiera, né la preghiera deve fermare il lavoro. Puoi anche consultare un sacerdote per essere guidato, o cercare di parlare direttamente con Dio. Basta che tu parli. DiGli tutto, parlaGli. È nostro padre, è padre di tutti noi, qualunque sia la nostra religione. Siamo stati tutti creati da Dio, siamo i suoi figli. Dobbiamo riporre in Lui, lavorare per Lui. Se preghiamo, otterremo tutte le risposte di cui abbiamo bisogno. Senza preghiera non riuscirei a lavorare nemmeno per mezz'ora. Mediante la preghiera ricavo la mia forza da Dio. Inizia e concludi la giornata con la preghiera...Vai a Dio come un bambino. Se trovi difficile pregare, puoi dire: "Vieni, Spirito Santo, guidami, proteggimi, sgombrami la mente perché io possa pregare". Oppure, se stai pregando Maria, puoi dire: "Maria, Madre di Gesù, fammi da Madre adesso, aiutami a pregare". Quando preghi, ringrazia Dio per tutti i suoi doni perché tutto è Suo ed è un dono da parte Sua. La tua anima è un dono di Dio. Se sei cristiano, puoi recitare il Padre Nostro; se sei cattolico, l'Ave Maria, il Rosario, il Credo, tutte le preghiere più comuni. Se tu o la tua famiglia avete preghiere particolari, prega in quel modo. Se avrai fiducia nel Signore e nel potere della preghiera supererai quelle sensazioni di dubbio, di paura e di solitudine che di solito a tutti capita di provare. Ogni sera, prima di andare a letto, devi fare un esame di coscienza (perché non sai se sarai vivo il mattino dopo!). Qualsiasi cosa ti preoccupi, o qualsiasi torto tu abbia fatto, devi porvi riparo. Se per esempio hai rubato qualcosa, cerca di restituirla. Se hai offeso qualcuno, cerca di fare la pace con quella persona, fallo subito. Se non puoi fare la pace così, almeno fai la pace con Dio dicendo: "Mi dispiace molto". È' importantissimo perché così come compiamo atti d'amore, dobbiamo compiere atti di contrizione.
Ci si sente bene a essere liberi da fardelli, ad avere il cuore pulito. Ricorda che Dio è misericordioso, è il Padre misericordioso di tutti noi. Siamo i Suoi figli e, se noi ci ricordiamo di chiedere scusa, Egli ci perdonerà e dimenticherà tutto. Puoi anche pregare per il lavoro degli altri e aiutarli. Per esempio, nella nostra comunità, vi sono aiutanti "alter ego" che offrono le loro preghiere per una sorella che ha bisogno della forza di portare avanti il suo lavoro attivo. E abbiamo anche le sorelle e i fratelli contemplativi che pregano continuamente per noi. Vi sono moltissimi esempi del potere della preghiera, e di come Dio ci risponda, sempre. Un prete, padre Bert White, è venuto a trovarci a Calcutta perché era interessato al nostro lavoro. E' arrivato proprio al momento giusto: "Stavo andando a vedere il lavoro di Madre Teresa e delle Missionarie della Carità, e ho deciso di partecipare alla Messa nella Casa madre. Arrivando alla porta principale, sono stato accolto da una sorella che mi ha detto: "Grazie a Dio sei qui, padre, vieni dentro". Ho domandato: "Come fai a sapere che sono un prete?", dato che non portavo gli abiti ecclesiastici, e lei ha risposto: "Il prete che di solito dice Messa non è potuto venire e così abbiamo pregato Dio che ce ne mandasse un altro"".
PREGHIERE DI MADRE TERESA DI CALCUTTA Raggi dell'amore di Dio
Aiutami a diffondere dovunque il tuo profumo, o Gesù. Dovunque io vada. Inonda la mia anima del tuo Spirito e della tua vita. Diventa padrone del mio essere in modo così completo che tutta la mia vita sia un'irradiazione della tua. Perché ogni anima che avvicino possa sentire la tua presenza dentro di me. Perché guardandomi non veda me, ma te in me. Resta in me. Così splenderò del tuo stesso splendore e potò essere luce agli altri.
Ho sentito il battito del tuo cuore
Ti ho trovato in tanti posti, Signore. Ho sentito il battito del tuo cuore nella quiete perfetta dei campi, nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota, nell'unità di cuore e di mente di un'assemblea di persone che ti amano. Ti ho trovato nella gioia, dove ti cerco e spesso ti trovo. Ma sempre ti trovo nella sofferenza. La sofferenza è come il rintocco della campana che chiama la sposa di Dio alla preghiera. Signore, ti ho trovato nella terribile grandezza della sofferenza degli altri. Ti ho visto nella sublime accettazione e nell'inspiegabile gioia di coloro la cui vita è tormentata dal dolore. Ma non sono riuscito a trovarti nei miei piccoli mali e nei miei banali dispiaceri. Nella mia fatica ho lasciato passare inutilmente il dramma della tua passione redentrice, e la vitalità gioiosa della tua Pasqua è soffocata dal grigiore della mia autocommiserazione. Signore, io credo. Ma aiuta la mia fede.
In un momento di onestà
Signore, quando credo che il mio cuore sia straripante d'amore e mi accorgo, in un momento di onestà, di amare me stesso nella persona amata, liberami da me stesso. Signore, quando credo di aver dato tutto quello che ho da dare e mi accorgo, in un momento di onestà, che sono io a ricevere, liberami da me stesso. Signore, quando mi sono convinto di essere povero e mi accorgo, in un momento di onestà, di essere ricco di orgoglio e di invidia, liberami da me stesso. E, Signore, quando il regno dei cieli si confonde falsamente con i regni di questo mondo, fa' che io trovi felicità e conforto solo in Te.
Insegnami l'amore
Signore, a non parlare come un bronzo risonante o un cembalo squillante, ma con amore. Rendimi capace di comprendere e dammi la fede che muove le montagne, ma con l'amore. Insegnami quell'amore che è sempre paziente e sempre gentile; mai geloso, presuntuoso, egoista o permaloso; l'amore che prova gioia nella verità, sempre pronto a perdonare, a credere, a sperare e a sopportare. Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, che io possa essere stato il debole ma costante riflesso del tuo amore perfetto.
Apri i nostri occhi
Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle. Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso. Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami. Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perché diventiamo un cuore solo ed un'anima sola, nel tuo nome. Amen.
Vuoi le mie mani?
Signore, vuoi le mie mani per passare questa giornata aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno? Signore, oggi ti do le mie mani. Signore, vuoi i miei piedi per passare questa giornata visitando coloro che hanno bisogno di un amico? Signore, oggi ti do i miei piedi. Signore, vuoi la mia voce per passare questa giornata parlando con quelli che hanno bisogno di parole d'amore? Signore, oggi ti do la mia voce. Signore, vuoi il mio cuore per passare questa giornata amando ogni uomo solo perché è un uomo? Signore, oggi ti do il mio cuore.
Mandami qualcuno da amare
Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda; quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa' che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un'altra persona.
Vivi la vita
La vita è un'opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo. La vita è preziosa, abbine cura. La vita è una ricchezza, conservala. La vita è amore, godine. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila. La vita è tristezza, superala. La vita è un inno, cantalo. La vita è una lotta, accettala. La vita è un'avventura, rischiala. La vita è felicità, meritala. La vita è la vita, difendila.
A cura di Guglielmo di Luca presidente della Caritas decanale Torre del Greco
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