IL MEGLIO DELLE CANZONI NAPOLETANE Linkate dal sito: www.italiamerica.it
Sopra: una foto altamente artistica di grande emozione dell'emigrazione italiana in america
Le canzoni napoletane antiche che seguono cantate da interpreti d’eccezione sono state linkate dal sito www.italiamerica.org. Si va da Tito Schipa, Roberto Murolo, Luciano Taioli, Carlo Buti, Enrico Caruso a Massimi Ranieri, Gigi D’Alessio, ecc. Uno dei più bei siti sull'emigrazione italo-americana. Assolutamente da visitare. Dicono gli autori nella presentazione: Siamo i figli, i nipoti e pronipoti di emigranti dell'Italia del Sud. Le nostre famiglie rischiarono tutto quando partirono per l'America. Queste persone coraggiose arrivarono in uno strano mondo, senza conoscerne la lingua e, in molti casi, con pochissimi soldi! Ce l'hanno fatta e non solo sono sopravvissuti, ma hanno prosperato e molti di loro hanno avuto successo. Una prova della loro straordinaria forza di carattere. Questo sito è l'espressione dell'amore e della gratitudine verso i nostri parenti che emigrarono nel nuovo mondo che essi hanno contribuito a costruire, l'America. Riuscite ad immaginare che cosa significhi dire addio alla propria famiglia, alla propria casa e agli amici? Partire per un paese straniero, senza conoscerne la lingua, e con pochissimi soldi, in pratica nessuno? Chi sarebbe disposto a fare una cosa del genere? Perché mai qualcuno dovrebbe fare qualcosa di così drastico? Quella che segue non è una “bella storia.” È comunque una STORIA VERA, che finisce bene, e che deve essere raccontata, e raccontata in continuazione perché le generazioni future non dimentichino. E’ la storia dell’emigrazione delle nostre famiglie in America…perché vennero e cosa significò per loro vivere là.
| Andare in America La maggior parte degli immigrati non partì mai col progetto di stabilirsi definitivamente in America. C’è addirittura un'espressione coniata appositamente per gli italiani: ”Uccelli di passaggio” in quanto il loro intento era di venire come lavoratori migranti. Nonostante il 75% degli immigrati italiani fossero agricoltori in Italia, non aspiravano ad esserlo negli Stati Uniti (in quanto questo implicava una permanenza che non era nei loro piani). Al contrario, si diressero verso le città dove c’era richiesta di lavoratori e dove le paghe erano relativamente alte. Molti uomini lasciarono a casa mogli e bambini, perché convinti di ritornare (e molti, moltissimi lo fecero). In ogni caso, per molti immigrati italiani l’emigrazione non fu mai da intendere come un ripudio dell’Italia. In effetti, essa rappresentò una difesa dello stile di vita italiano, in quanto i soldi spediti a casa aiutavano al mantenimento della struttura tradizionale. Piuttosto che una sistemazione permanente, cercavano in città la possibilità di lavorare per un salario (relativamente) alto, così da risparmiare abbastanza da poter tornare in Italia a condurre una vita migliore. Fatto certamente lodevole, anche considerate le difficili condizioni di vita dell’Italia meridionale in quei tempi. Queste condizioni furono il risultato di molti fattori diversi.
La Storia La maggior parte dell'immigrazione italiana venne dall'antico Stato indipendente e sovrano del Regno delle Due Sicilie. Il Regno delle Due Sicilie fu invaso nel 1860 ed occupato militarmente, senza dichiarazione di guerra, dal regno piemontese dei Savoia (Regno di Sardegna). Seguirono dieci anni di guerra civile sanguinaria, durante la quale furono assassinati circa un milione tra Napoletani e Siciliani. Tutto il patrimonio monetario fu rapinato dalle casse dello Stato delle Due Sicilie e perfino i macchinari delle fabbriche napoletane furono portati al Nord dove in seguito sorsero le industrie del Piemonte, della Lombardia e della Liguria (il cosiddetto "triangolo industriale"). A questo si aggiunse poi la depressione economica causata dalle politiche colonizzatrici dell'Italia "unita." Per molti Napoletani e Siciliani l'unica via di salvezza fu l'emigrazione. (Continua nel sito Italiamerica)
Serena Mari della redazione |