 Il torrese ambasciatore della cucina italiana nel mondo Tony May: da Torre del Greco a New York E’ il nostro ambasciatore, e non solo negli Stati Uniti d’America. E’ l’uomo che forse più ha fatto, e ancor più sta facendo, per la valorizzazione all’estero del nostro patrimonio culinario.
E’ la figura che più si identifica, oltre confine, con la cucina italiana di qualità. Insomma: è l’imprenditore romantico, il manager appassionato, il gourmet professionista che ha fatto sì che i piatti portentosi delle nostre tante tradizioni venissero apprezzati nella loro versione migliore, ghiotta e fedele, da una schiera composita di avventori, soprattutto americani: dal grande attore alla cantante di successo, dal politico irrangiugibile all’autore del più esplosivo best seller. Fare sosta al San Domenico di New York, il suo locale più celebre, un tempio di classe e raffinatezza, significa aggiungere una tappa significativa alle tante che da quelle parti si potrebbero collezionare: alla stregua del Central Park o del Greenwich Village. Tutto questo, e molto altro, è Tony May: un italiano di Torre del Greco che un bel giorno di circa quarant’anni fa decise di spostarsi negli USA, iniziando una carriera che lo avrebbe portato non soltanto a soddisfare i golosoni impenitenti d’Oltreoceano, ma lo avrebbe reso un apostolo rigoroso del messaggio gastronomico del Belpaese (“sta provocando una rivoluzione: gli italiani scavalcano i francesi nel mondo della Haute Cuisine”, scriverà anni dopo l’Economist). Spingendolo all’apertura di ristoranti dediti esclusivamente alla cucina tricolore, destinandolo ad onoreficenze di ogni tipo (Oscar Luigi Scalfaro, durante il suo mandato presidenziale, lo nominerà Commendatore della Repubblica Italiana, per il bene fatto alla nazione), ma anche ad intraprendere iniziative didattiche, culturali e umanitarie che porteranno a divulgare il suo pensiero in ogni anfratto del globo terracqeo, spingendo tantissimi addetti ai lavori e appassionati a partecipare alle molteplici iniziative da lui indette. Riusciamo ad incontrarlo mentre fa tappa in Italia insieme ad un’altra grande protagonista, Odette Fada: un’italiana poco più che trentenne che ha al suo attivo collaborazioni con i più grandi maestri dei fornelli, e che oggi è lo straordinario executive chef che May ha fortemente voluto per il San Domenico. Logico e consequenziale, quindi, il coinvolgimento della stessa Odette nella nostra chiacchierata, dove avrà modo di raccontarci della sua impareggiabile attività ai fornelli.
Fonte www.syrenuse.it
 A cura della redazione
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