QUATTRO PAROLE Caro Salvatore, lasciati complimentare per l'analisi scelta con cui sei abituato a valutare l'arte. Consentimi di accennare intanto quattro parole di introduzione perché si sappia che la musica popolare partenopea con percussioni è stata sempre nel sangue dei torresi in tutte le fasce sociali, classica permettendo, più elitaria. Dice Salvatore Flavio Raiola nellaStoria del Teatro Torrese in Torreomnia : "Quando, alla fine degli anni 60 esplose "La nuova compagnia di canto popolare" di Roberto De Simone, ci fu un'ondata di rinnovamento nella ricerca di quel tipo di espressione musicale. Molti estimatori sorsero come funghi ai piedi del Vesuvio, elaborando testi, racconti e situazioni ancestrali, formando altri gruppi similari. Nella nostra città sorsero "Li Ciaravoli" che furono i degni eredi della "Nuova compagnia...". Le loro esibizioni attanagliavano gli spettatori più smaliziati. Furono gestiti in principio da Raffaele Brusa, ma il loro capo talismanico fu senz'ombra di dubbio Filippo Palumbo che era anche l'autore dei testi che spesso venivano musicati dal grande Cestana. Li Ciaravoli hanno calcato palcoscenici di tutto il mondo Dal Kenia alla Russia, dall'ex Jugoslavia alla Francia. Hanno inciso dischi, hanno registrato trasmissioni televisive sulle tre reti RAI. hanno arricchito il nostro patrimonio artistico. Anna Maria D'amato, Lello Palomba, Franco Nastasi, Vincenzo Izzo, Nicola Di Lecce, Eva Contigiani, Lella Lullo, Ottavio Aprea e Filippo Palumbo hanno rappresentato un'epoca, che resta per sempre nei nostri ricordi.
Storia del Teatro Torrese
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