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Argomento presente: « BRONZO DI SAN MOSCATI A TORRE »
ID: 9772  Discussione: BRONZO DI SAN MOSCATI A TORRE

Autore: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Scritto o aggiornato: martedì 11 marzo 2014 Ore: 20:55


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Foto di Camillo Scala




Una statua di bronzo per ricordare Moscati il medico santo che aiutò i torresi dopo un’eruzione Torre del Greco. La statua di san Giuseppe Moscati guarda il presidio ospedaliero intitolato a Filippo Bottazzi.



Una sorta di unione tra medici del passato che sono stati anche amici: «Bottazzi - afferma Carlo Ciavolino, preside dell'istituto Pantaleo e autore dell'opera bronzea posizionata nel piazzale Nassiriya - ha sempre speso parole di elogio per Moscati».
Ieri la cerimonia, scoperta la statua. Oltre a Ciavolino hanno partecipato il presidente del Consiglio comunale, Michele Polese, e il presidente della Provincia, Dino Di Palma, che prima di recarsi nell'area-parcheggio di via Marconi si è intrattenuto con docenti e studenti del Pantaleo nella sede di via Cimaglia: «Ho visto l'eccellente lavoro svolto nell'istituto per ragionieri e geometri».





E su Moscati ha detto: «Era un grande medico prima ancora che un santo perché sapeva ascoltare i malati, capire che dall'altra parte c'era una persona alle prese con le sue sofferenze e le sue ansie».
L'attaccamento della città del corallo alla figura di Moscati è stata testimoniata da Michele Polese: «Nel 1906 - dice il presidente del Consiglio comunale -, nel corso di un'eruzione del Vesuvio, venne a Torre del Greco per salvare decine e decine di malati ricoverati in una struttura ospedaliera.



La partecipazione di massa all’inaugurazione della statua è la dimostrazione che i torresi non hanno dimenticato questo e altri gesti». Tanti i donatori che hanno voluto contribuire alla realizzazione dell'opera. Significativa la testimonianza del fratello di una vittima della strada: «Davide era un giovane - racconta Luigi Mele - come quei tanti che si danno appuntamento qui il venerdì e il sabato.







Così lo sentiamo ancora vicino a noi». Ma quando è nata l’idea di realizzare una statua per don Giuseppe Moscati? «Alcuni mesi fa - spiega Carlo Ciavolino - sono stato al Gesù Nuovo dopo aver incontrato il presidente nazionale della consulta antiusura, padre Massimo Rastrelli.



Ho potuto apprezzare il museo dedicato al medico santo e leggere diversi documenti su Moscati. Bisogna ringraziare tutti quelli che con le offerte hanno reso possible la realizzazione dell’opera, per la quale non è stato speso un euro di fondi pubblici».


Scala Camillo

 
 

ID: 11952  Intervento da: camillo scala  - Email: doncamillo57@libero.it  - Data: mercoledì 30 settembre 2009 Ore: 17:08

A proposito del bronzo del Santo Moscati voglio riportare questo spassoso e ironico duetto letto sul numero 71 della tofa (quindicinale per la conoscenza del patrimonio culturale torrese) tra Pisolo autore dell'articolo e sua moglie Biancaneve ovviamente personaggi da favola....che con un colpo al cerchio e una alla botte mettono in evidenza che il bronzo in questione non rende l'idea del Santo Moscati e altresi i dubbi sull'esistenza e l'efficacia e la capacità di una Commissione Cultura del Comune chiamata a decidere sui "Bronzi di....Torre del Greco"

Ma come c’è venuto ‘ncapo al medico di prescrivere le analisi del sangue a mia moglie Bianca, che quella si mette pure paura della pugnutura? Solo perché ultimamente l’ha vista più pallida del solito, come se non lo sapeva che Bianca è E allora a primma matina, dopo che Bianca è stata un’ora nel bagno a spatriarsi un chilo di fard in faccia che poi mi pareva Pocahontas, siamo usciti e alle otto stavamo già al Bottazzi. Ma, domanda di quà domanda di là, nessuno ci diceva dove dovevamo fare il prelievo.
“Ma voi proprio il 19 marzo dovevate venire?” ci risponde dallo sportello una che pareva Amelia la fattucchiera.“…e pecchè il 19 marzo a uno non gli può venire una cosa?” risponde come una zantraglia Bianca, che quando fa così mi fa mettere scuorno.
“Oggi è San Giuseppe ed è la festa del Papà e qui non ci sta nessuno per fare i prelievi. Venite domani”.Ribatte quella allo sportello.
“Venite tomani? Come sarebbe a dire venite tomani! Oggi che dovete fare le zeppole, eh?” Poi rivolta a me, tremando per il corrivo:
“Pisolooooo, chiama tuo cugino, quello che sta a Roma, quello bruno bruno, come si chiama… ah Brunettolo e digli che pure qua ci sta l’assenteismo come ci sta a Portici”.“Biancaaaaa, quello si chiama Brunetta e non è mio cugino. E’ vero che è corto corto, però non c’è manco lontano parente”.E allora, con una santa pazienza, per evitare strascìni,me l’acchiappo sottobraccio, la strascino fuori del Bottazzi e ci andiamo a sedere alla fontana di Piazza Nassirya.
Bianca si guarda tutt’intorno ancora tutta agitata,quando Bianca si guarda tutt’intorno ancora tutta agitata significa che va trovando paglia per cento cavalli,ma poi mi domanda:“Piso,….. ma ‘ncape a sta funtana nun ci steva ‘na palla?” “Picché, mo nun ci sta cchiù?” rispondo d’istinto.“Picchè tu vedi la palla?” ribatte Bianca, ancora stile zantraglia.Oh cappio, la palla davvero non ci sta più.
“Uh…s’hanno pigliato ‘a palla, e che era d’oro? Mi pareva d’alluminio… e mo’ quanto va il chilo l’alluminio?”.Facevo queste domande pensando che Bianca mi stesse ascoltando, ma, quando mai!, quella già stava guardando dall’altro lato della piazza.
“Pisolo – mi fa con una voce che conosco sul’io – ma ch’hanno intestato questa piazza al Milite Ignoto?” “Ma come ti viene, Biancaaaaa. Questa piazza si chiama Piazza Nassirya” rispondo subito.“...e che ci fa quella statuetta di fronte, che mi pare un soldatino di piombo?” “Uhè, è vero! Guarda i llente che tiene: sono proprio quelle che portavano una volta i soldati nelle trincee.
Però gli manca il fucile con la baionetta, e già, e allora non può essere un soldatino di piombo. Quelli di mio fratello Eolo, che tiene la collezione quasi al completo, c’hanno tutti il fucile con la baionetta a tracolla. Escluso quelli a cavallo che c’hanno la sciabola e quello che suona il tamburro. Ah! Questo è il soldatino portaordini, guarda c’ha la borsetta con gli ordini del Comando. Mannaggia la miseria, questo è il soldatino più raro; sai quanto pagherebbe Eolo per completare la collezione!”
“Nun ci dicere niente a Eolo, quello è capace di fargli fare la fine della palla, al soldatino.” mi consiglia Bianca e poi aggiunge: “Andiamolo a vedere più da vicino, che stammatina tengo a vista dei cecati”.Ci avviciniamo piano piano tenendoci per mano, che sembravamo Totò e Peppino a Piazza Duomo a Milano, e con sorpresa leggiamo che la statua è intestata a San Giuseppe Moscati.“Uha, che figura c’hamma fatto, Biancaaaa! Questa è la statua del santo, grande dottore che ha operato anche nel nostro ospedale”.“Nun me dicere che stava al Bottazzi?” No, ma che Bottazzi! Questo lavorava sempre, a Pasqua, San Giuseppe, Epifania! Anche sotto l’eruzione del Vesuvio rimase nel nostro Ospedale degli Incurabili a Santa Teresa, dove adesso c’è la chiesa
della buonanima di Don Filippo Eredità. E’ stato un vero Santo dottore, sempre disponibile verso gli ammalati”.“Veramente, qua mi sembra nu poco tisico, come se tenesse una stanfella per i panni dietro la schiena, va,‘mpustato come un militare il giorno del giuramento.” “Ma è la statua che è tisica, è rigida, non Giuseppe Moscati, che invece sprizzava energia e gioia di vivere da tutti pori. Faceva bene a tutti e non si stancava mai. Ato che tisico e ‘mpustato”. “Ah. E allora chi ha fatto mettere questa statuetta teseca teseca int’a ‘sta Piazza?” “Beh!, Chi decide in queste cose è la Commissione Cultura del Comune”.“…e che cos’è?” “E’ una commissione formata da illustri uomini di cultura, che dopo aver attentamente vagliato l’opera d’arte, decidono se è idonea o no a dare lustro e bellezza alle nostre piazze... Per esempio, a suo tempo, fu la Commissione Cultura del Comune di Firenze a dare il permesso di mettere la statua di Ercole e Caco davanti alla Galleria degli Uffizi”.“Ercole... e chi?”
“Ercole e Caco” “Pisolo..., ma si sicuro che a Firenze ci sta pure Caco? Nun è che c’è rimasto sulo Ercole... e Caco l’hanno miso qua? “Magari stesse qua, Biancaaa, quello è un vero capolavoro! Vabbè ...poi ti spiego meglio. Mo andiamo a fare il prelievo da un analista privato, che quello lavora sicuramente. Quanto ci può costare,quaranta, cinquanta euri?”.“Nindimeno? Cinquanta euri?
S’hann’accattà cinquanta euri di medicine tutti quelli che dico io,s’hann’accatta!”. PISOLO www.latofa.com


ID: 9773  Intervento da: Serena Mari  - Email: sery_mari@hotmail.com  - Data: sabato 22 novembre 2008 Ore: 19:20

Documento originale del medico santo Giuseppe Moscati scritto a ad una ragazza di Torre del Greco di 18 anni che è poi morta dopo 70 anni, a 96 anni:

....


Stamani ci è "caduto" tra le mani, nella redazione di Via Purgatorio, una ricetta del medico-santo Giuseppe Moscati che operò anche nella succursale dell'Ospedale degli Incurabili al Corso Vittorio Emanuele a Torre del Greco.

Il testo: 6 giugno 1924/Catarro bronchiale diffuso/C'è una lieve irritazione dell'orlo pleurico di destra in alto/prenda per vario tempo della tintura di iodio nel latte, da 7-8 gocce a 100 gocce, aumentando 3-4 gocce al giorno e poi discendendo/si alimenti di tutto senza restrizioni, prenda qualche cucchiaino di sciroppo Zamel nella Giornata.
16 luglio 1924/ E' guarita. (Termine richiesto dalla ragazza per dimostrare ad eventuali corteggiatori di non essere malata. N.d.r. per testimonianza del latore di questa ricetta) ripetere la cura nello autunno e inverno.

Vedi anche argomento su Moscati e la fiction della Rai in questo sito
www.torreomnia.it/forum/leggi.asp?id=7196

P.S. - Se sono esistiti sotto il vesuvio uomini come Giuseppe Moscati ed Enrico De Nicola vuol dire che "spes ultima dea". Baronato bianco e corruzione politica sono la massima espressione del degrado della napoletanità.
Si noti, al di là della santità, la deontologia nel linguaggio, delicato e amorevole verso il paziente, e la chiarezza della scrittura in contrapposizione alla grafia "latinorum" di quei medici moderni speculatori.
Coloro che non credono in Dio credano almeno nella cristianità di certi uomini che hanno fatto della propria vita una missione per gli altri.


Serena Mari della redazione


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