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DA NEW JORK IL TORRESE DOC ANGELO GUARINO SI COMMUOVE AI RACCONTI DI SALVATORE DI DONNA SU SAN GIUSEPPE ALLE PALUDI E AGGIUNGE ALTRO
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Angelo da New York dopo 60 anni ricorda su San Giuseppe alle Paludi su imput di Salvatore Di Donna che ha scritto qui in Comunità Torreomnia. Caro Salvatore Di Donna – non potrai mai credere quanta gioia ho sentito nel leggere il tuo articolo “San Giusppe alle Paludi”. Quante memorie, quanti bei giorni son ritornati alla mia mente. Il “nostro” rione copre soltanto un piccolo pezzo di terreno, ma ha tanta grandezza, tanta bonta’ nella sua gente da renderlo grande come una metropoli. La gente di vascisangiuseppe e’gente lavoratrice, gente onesta, gente bruciata dal sole e dall’acqua salata. Benche’ lontano dal mio piccolo mondo d'origine da oltre 60 anni, porto ancora accesa la fiaccola “ri parule” Non ho mai perso l’immagine della nostra piccola ma bella Chiesa di San Giuseppe o della sua vasta loggia.; non ho mai perso l’ immagine del primo e secondo Cavaliere. La maggioranza degli uomini i vasciasangiuseppe nascono pescatori, ma all’occasione diventano marinai, contadini e perfino venditori ambulanti di ficherine e mellune, quando la pesca era scarsa, non c’era l’ imbarco o il pezzetto di terreno non produceva abbastanza. Tipico esempio e’ stata Girella. nostra dirippetaia. Alla morte di suo marito, Ciro, avvenuta in Brasile, mentre imbarcato, Girella da sola, porto’ avanti la famiglia di 4 figli, facendo la madre, la contadina e la venditrice di ficherine di fronte alla sua modesta casa. Dopo un po', con l’aiuto dei figli, Girella apri’ un puosto, non tanto lontano dalla sua casa, per la vendita di frutta e verdura. Con la sua tenacia, Girella portò avanti la famiglia. Noi, sparpagliati per il mondo, viviamo di memorie, di belle memorie di vasciammare . Ricordo tutta quella brava e onesta gente di 60 anni fa. come se fossero con me oggi. Ricordo bene Micheliello i Micalone (Achille Pomposo) Un altro tipico esempio di tenacità e visione lo diede Saverio, uno dei sette figli di Achille e Peppinella Pomposo. Dopo aver trascorso buona parte della sua gioventù come pescatore locale, Saverio si diede alla pesca d’altomare. Con l’aiuto dei sette figli prima e poi con Michele Farinaro (suo genero, avendo sposato sua figlia Pina) Saverio incomincio la pesca nei mari della Tunisia, per venderlo, dalla sua casa alle montagnelle rosse, ai pescivendoli di Torre. Era un lavoro sfacchinante, un lavoro che richiedeva sacrifici e stamina. I pesci pescati in Tunisia venivano portati al porto di Mazzaro del Vallo, ove venivano selezionati e gelati da Mazzaro del Vallo venivano trasportati, via camion-congelatori a Torre del Greco. Un tragitto di 12 ore intrapreso da due persone, senza sosta. Arrivato a Torre, i due andavano ad un meritato riposo, mentre gli altri, incluso le donne, preparavano per la vendita. Ad una eta’quando avrebbe dovuto gioiere la vita con la sua Giulietta, Saverio fu srongato da un vitale malore. Giulietta prese le redini della famiglia ed insieme ai figli continuò il commercio dei pesci, oggi ancora attivo, alle Montagnelle rosse di Torre del Greco. Ricordo bene la famiglia “Patano” con le sue sette figlie femmine; per la cronaca, voglio menzionare che una delle figlie, Annunziata, emigro’ negli Stati Uniti con suo marito, Gennaro Borriello. Ebbene un suo figlio Raffaele Borriello, nato abbasciammare, divenuto un chirurgo, operò la mia ernia. Al tavolo operatorio, mi guardò e mi chiese se lo conoscevo. Al che io dissi di no. Ma come, disse lui, Giuliniello, non ti ricordi di me? Io sono Raffaele, u figli i Annunziata i Patano. In quel momento volevo piangere. In un lampo vidi quello scugnizzo che sbarazzinava per tutta vasciasangiuseppe. Che gioia sapere che stavo per essere operato, da un vicino di casa. Sono bei ricordi, ricordi sacri. Ricordo Aniello u lupunaro, non per i suoi lupini, ma per le sue magnifiche narrazioni delle gesta eroiche di Orlando e Rinaldo e di altri paladini che ci narrava nella sua modesta casa. Aniello, benchè analfabeta, era un buon cantore, era la nostra gioia. Ricordo altri come la vecchia famiglia di pescatori di “Scandriello e dei “Tummoli”. E ancora viva nelle mia mente la feste di San Giuseppe, celebrate ogni anno, il 19 Marzo. Sento ancora le voci degli dei venditori ambulanti: facitavillo cu limone st'alice, ananassa i pullanghelle, i nnucelline americane, s'è appicciato u ciuccio cu tutt‘a carretta,…. i mellune chine 'e fuoco, 'o ffuoco d''o Vesuvio! E che dire ru “ciuccio i Cardalan” era era un sceneggiata unica di abbasciasangiuseppe?. Potrei continuari e menzionare altra gente, altre famiglie, ma lo spazio non lo permette. Per informazione, in uno dei miei articoli, diedi un cenno della gente di vasciammare. Lo puo trovare in Torreomnia, insieme ad altri miei articoli. Dò un nuovo grazie per le memorie . Salute e saluti a te e la tua famiglia e a tutti gli amici di Torreomnia. Da New York, come sempre, vogliamoci bene, Angelo.

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