Ricordi del bere e mangiare di un torrese Pag. 13 | ||
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deliziôsa:Dolce, nu pasticciotto, formato con due dischetti di pasta frolla contenenti crema al burro. diavulìll(o):Riavulillo. Confettino colorato per adornare torte e dolci. diùn(o):Riuno. Digiuno. Chi tene a panza chiena nun crere û riuno. U riuno r'u viernarì.
Pignata
rotta nun la vò nisciuno (N.C.C.P. Villanella del 1500).
Alli
uno alli uno (N.C.C.P. Tammurriata Alli Uno). U riuno r'a Semmana Santa Per chi durante l'anno poteva godere dei piaceri della tavola, la rinuncia della Settimana Santa doveva essere un vero sacrificio. Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino (1787-1860) suggerisce alcuni menù di magro p'u riuno r'a Semmana Santa: Dommeneca de' lle Palme: No timpano de vermicielli co la pasta nfrolla senza nsogna e senza ova. - No fritto de pesce. - Merluzzo a la marina. - No piatto de zeppole. Lunnedì Santo: Zuppa de pesielli. - Ragosta ammollecata. - Polpette de pesce co la sauza de pommodore. - Sfogliatelle de sceroppate. Martedì Santo: Scorze de nocelle co lle tonninole. - Porprttone de pesce. - Zeppolette de baccalà. - Pizze de cioccolata co l'ammennole. Mercordì Santo: Riso collo latte d'ammennole. - Cierase co la sauza a la franzese cauda. - Baccalà a la cannaruta. - Cauzuncelli fritti mbattunat' d'amarene e na scioriata de' zuccaro pe 'ncoppa Giovedì Santo: Tagliarelli 'e boncole. - Carcioffole mbuttunate. - Pesce solmone co la sauza de chiapparielle. - Pizzelle de pasta cresciuta mbuttunate d'alice. Viernardì Santo: Zuppa de fave secche co li crustini. - Baccalà a la Spagnola co la sauza de noce. - Cepollette mbuttunate. - Frettelle de mele co llo rum. Sabbato Santo: Sortù de risi mbottunate de pesce. - Pagnottelle a la Tedesca. - Pasticcio de pesce. - Merluzzo a fette fritto, o volluto co la sauza acre e doce, tutto friddo. (Ippolito Cavalcanti. Cucina casarinola co la lengua napoletana). Non sembra proprio da digiuno questa lista. In realtà la prescrizione canonica fa riferimento al "magro", contrapposto al "grasso" e la credenza dell'epoca considerava l'uoglio non appartenente ai grassi. Non di digiuno, quindi, si parla ma di astinenza dai cibi grassi, carne, nzogna, ecc. che sono sostituiti col pesce. Queste ricette "tutte d'uoglio", ossia di magro strttissimo, furono inserite in una edizione successiva alla prima della "Cucina casarinola ne la lengua napolitana", su espressa richiesta di un "frate Prevete" che ebbe a lamentarsi con l'autore per l'assenza di ricette "pe' na quaresima sana". divinamôr(e):Dolce a base di pan di Spagna ricoperto di glassa rosa. Il loro nome deriva dal Convento del Divino Amore, dove le suore di clausura li preparavano. dôc(e):L'aggettivo dolce. Roce. Roce roce i cachissi, era la voce del venditore di cachi. Il sostantivo neutro dolce. U ddoce 'i sott'a tazza pure mmocca m'â dd'arriva'. dôrg(e):Il dolce da mangiare, la pasta, il pasticciotto. Il dorge è la torta, il dolce in genere. I dorgi 'i Carbone, Blanco e Vitiello jevano pe numminata. Al Corso Garibaldi, abbasciammare, non c'erano pasticcerie. Tornavano dalla passeggiata domenicale ammiezaparrocchia, gli uomini soli, in comitiva, le mogli a preparare i maccheroni, scendevano dalla ripa con le braccia dietro alla schiena. Quel gesto furtivo quasi a nascondere una debolezza di faticatori non avvezzi a fare la spesa, per non mostrare la guantiera di paste, il cartoccio. Ce n'erano sei o dodici perché i pasticciotti si compravano in numero pari e la misura era quella della dozzina. dròps:Caramella senza incarto. etim. Inglese "drop", goccia. La caramella incartata era la ciappelletta. I drops erano conservati in boccacci di vetro. |