Da Apoxiomenos di Gennaro
Francione è stato estratto KOROIBOS IL DOPATO DI
OLIMPIA. Il pezzo verrà interpretato in modo del tutto
singolare da ALBERTO RUOCCO, il quale reciterà il
monologo a seguito di una performance ginnica su musica
di Vangelis.
Nella piéce l'atleta Koroibos, ex cuoco, esprime i
peggiori vizi della Grecia di un tempo, che sono quelli
di adesso. Ovvero la ricerca di un arrivismo senza
scrupoli che non esita a ricorrere al doping pur di
primeggiare nello sport e nella vita sociale. Allora
come ora, infatti, il primeggiare in una disciplina dava
accesso alle più alte cariche politiche.
Fa da contrappunto a Koroibos la madre Callipatera, la
sua coscienza, la quale gli rammenta l'onore del padre
defunto, pescatore e persona giusta tanto da diventare
capo del villaggio.
Il trait d'union è Pittaco, poeta cantore della
semidivinità dell'atleta. Figura melliflua e amante di
Koroibos, egli oscilla tra la poesia moralistica e la
funzione di mistagogo, pronto a somministrare bevande
che portino al contatto con l'Olimpo degli dei e dello
sport.
La storia della vittoria si svolge fino al drammatico
scontro di Koroibos con la madre invano protesa alla
ricerca di una via di salvezza lontana dalla droga, dal
lusso e dagli eccessi. Il ritorno all'isola della
semplicità di Lussino rimarrà una vaga chimera
aggirantesi tra il sangue sparso degli affetti primari
elusi.
Tutto là tra Olimpia e i sacri misteri di Eleusi.
L’autore, alla fine dello spettacolo, intratterrà il
pubblico spiegando come da un suo testo più vasto,
Apoxiomenos, sia stata tratta la perfomance
teatro-danza.
Lo spettacolo viene proposto dall’Adramelek Theater.
Per altre informazioni
http://www.antiarte.it/adramelekteatro/teatro_dei_satiri.htm
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