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PALAZZO
SCANDERBEG, ANTIARTE E COMITATO
PER LA SALVAGUARDIA
DELLA CULTURA EUROPEA
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Palazzo Scanderbeg: intervista
all'editore Costanzo D'Agostino.
Come anticipato nei precedenti
articoli, siamo andati ad intervistare il fondatore e responsabile
del "Comitato per la salvaguardia della Cultura europea",
il sig Costanzo D'Agostino: abbiamo cercato di saperne di più sul
suo progetto, e di capire quando e come è nata la campagna per
Palazzo Scanderbeg.
Cos'è e com'è nato il Comitato
per la salvaguardia della Cultura europea?
Prima di entrare nell'argomento,
è necessario fare una premessa. Nel 2003, mentre era in fase di
realizzazione il libro di Gennaro Francione " Scanderbeg, un
eroe moderno, eravamo stati contattati dal dott. Alessandro
Castriota Scanderbeg, discendente del grande Giorgio, che proprio a
Roma era impegnato in un'attività di ricerca medico-scientifica
presso il prestigioso Istituto Santa Lucia. All'epoca stavo cercando
una personalità autorevole, dal punto di vista culturale, per la
presentazione dell'opera del mio amico giudice- scrittore e, si può
dire, quel contatto fu un vero e proprio colpo di fortuna.
Nell'incontro con il dott. Alessandro si parlò della possibilità
di organizzare un viaggio nel Paese delle Aquile. Conoscendo la
travagliata realtà albanese di quel momento, con un delicato
processo democratico in corso, già disturbato da alcuni
comportamenti discutibili del principe Leka, figlio di re Zog, che
avevano determinato tensioni sociali e problemi di ordine pubblico,
ritenni opportuno rivolgermi a due amici del mondo diplomatico, Ylli
Polovina e Visar Zhiti, per ottenere assistenza e collaborazione.
Per il seguito
http://www.laveracronaca.com/dblog/
adramelek@tin.it
Oggetto:
IPOESIA DI VISAR ZHITI
SU PALAZZO SCANDERBEG
RITORNO
DEL FANTASMA
DI GIORGIO CASTRIOTA SCANDERBEG
NEL SUO PALAZZO A ROMA
Mi affretto. Poco dopo arriva
Scanderbeg. Mi dici che questo muro è il tempo trasformato in
pietra. Lo so, ma reggiti, se vuoi, qui, in un canto di un evento, e
aspetta per vedere il Grande Combattente. Uscirà dal Medioevo come
da un bassorilievo...
Ascolta, le finestre di questa
casa sono occhi, insisti, per vedere anche quanto non si vede. La
porta somiglia a una bocca, che sussurra in silenzio il non detto.
È casa della memoria questa, ti dico, Abbiamo fatto le braccia
spade, e le trecce delle donne corde per gli archi, cantavano i miei
avi.
Abbiamo difeso l’Europa,
gridiamo.
Ogni nostro morto è risorto in
una pittura del Rinascimento, nelle statue...
Sotto i miei piedi pena una pietra, un tempo era parola...
Calma!
Sta arrivando l’ombra di
Scanderbeg da questo vicolo, che porta il suo nome,
perchè a volte non si sopporta
che tu non ti distacchi dalla storia, proprio perché sei un
combattente.
Si ferma un po’ alla celebre
“Fontana di Trevi”. Gorgogliano le acque come il sangue delle
battaglie. La Città Eterna non è poi cambiata tanto, nemmeno la
gente.
Sono solo diminuiti i cavalli,
sono rimaste alcune carrozzelle per i turisti
e di automobili ce ne sono
molte,carovane senza fine come se andassero in un nuovo attacco.
Il cielo è lo stesso, con aerei
frequenti, non solo per le divinità, ma per tutti.
È stato dichiarato
l’armistizio necessario e c’è l’Unione Europea,vogliono
entrarvi anche i turchi.
Guarda, se lo vuoi, in internet,
il caffè vicino ha anch’esso il tuo nome. Il computer più
piccolo di uno scudo .
I fantasmi dei tuoi commilitoni
si mettono in fila come in una imboscata.
Fummo sconfitti tutti e tutti
fummo vincitori. Così sembra.
E Scanderbeg va nel Suo Palazzo.
Lo seguiamo, io e un mio amico siciliano.
Le porte si aprono da sole. Si
accendono i candelabri, il fuoco del camino.
La falce lunare come le corna di
capra del suo elmo, rifugiati fra le nuvole...
Cosa vuoi dire alla gente,
mio Signore, alla sera dell’Europa, dalla finestra di questo
Palazzo che Roma ancora conserva per te?
Rimbombano i tuoni, si scatenano
saette fiammeggianti di fulmini e incomincia la pioggia mitica come
la tua barba bagnata.
Scendono previsioni, anime dal
cielo, pezzi di battaglie anche future.
Improvvisamente si spacca la
terra e tu vi sprofondi, diventi parte del magma e dei terremoti e
vieni in superficie con il fuoco dei vulcani.
Così la terra è a posto.
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