PREMESSA
Dedico questo lavoro
alle diecine di esperti informatici ed altrettanto detentori della
cultura torrese che mai mi invieranno una e-mail o comporranno il
mio numero telefonico.
(Non è una polemica per gli addetti ai lavori. Stimo e rispetto i
webmaster e gli artisti in genere e sarò sempre disponibile nei
riguardi di tutti). Per dirla andreottianamente l'umiltà logora
chi non ce l'ha. Lungi da me ogni metafora o ironia...
Un ringraziamento particolare all'amministratore del server di
Torreomnia: il torrese Luigi Tucci, uno dei più esperti
informatici locali, il quale ci assicura l'efficienza e la
costanza del sito sulla rete.
Questa iniziativa è fuori da ogni scopo di lucro, il fine è
culturale. "Carmina
not dant panem" Dante
impose alla figlia di farsi monaca perché non aveva dote. Non
solo non ricavo compenso ma ci rimetto le spese annuali del server
e del dominio. E,
credete, stando a Torre non mi aspetto il mezzo busto dopo morto. Ma
quello che costa di più, credete, è l'immane fatica, svolta di
notte, nei giorni festivi, quando il mio lavoro di bottegaio
tipografo me lo consente. Ciò non mi duole poiché, infondo,
quello che costa veramente di più è la morte. E già, essa ci
costa la vita.
Questo sito, per dirla in chiave retorica,
è nato perché il Signore così ha voluto, perché Egli sa, il
Grande Vecchio, ribadisco, che non è stato pensato a scopo di lucro.
Anzi. Non è facile a 55
anni non già imparare ad usare il software, ma a stare a passo
con la rapidità, la mutevolezza, la imprecisione con cui esso
viene ripetutamente messo sul mercato. E' come laurearsi in
giurisprudenza ed il giorno dopo iscriversi a medicina, e così
via. La cosa
talvolta viene ovviata grazie alle news, i forum, i gruppi di
discussione della stessa rete (l'unione fa la forza). Questo va
bene per chi ha tempo e non per chi già lavora 14 ore al giorno.
E l'aiuto degli addetti ai lavori locali? La migliore risposta che
ho avuto da un webmaster torrese, (dopo aver chiesto aiuto a
diecine di essi infruttuosamente ) è stata: "ma cos'è il
Web?, un nome commerciale Wafers?". Che Dio li benedica! Come
benedica, Dio, tutti coloro che custodiscono come reliquie o
feticci cose e fatti di cultura torrese personali e collettivi,
terrorizzati dall'idea che tutti possano, non già appropriarsene,
ma conoscerli, goderne il substrato, condividerne la gioia. Eppure
siamo grandi fautori e produttori di cose d'arte. Che strana,
imprevedibile, meravigliosa città è la nostra!
E così, tentativo oggi, prova domani sono riuscito ad impostare
questo lavoro.
Alla fatica non meno intensa e
difficile di reclutare aderenze artistiche, culturali,
informative, ho associata questa elettronica; appena reduce
dell'esperienza del CD Torre, ancora più traumatica di questa,
sotto tutti i punti di vista, perché era la prima volta che fui
molteplicemente snobbato.
Questo non è un mettere le mani avanti per lacune, errori
elettronici o incongruenze di contenuti che senz'altro riscontrare in questo sito. Non sto vendendo o imponendo nulla a
nessuno. Molto umilmente, credete, lancio messaggi, spero, utili e
piacevoli, in una società confusa egoistica ed egotistica come
quella attuale. Ma non dispero. Se qualche Webmaster
"pentito" vuole farsi avanti sono ben felice di
ascoltare i suoi consigli. Ciò per il bene comune della comunità
torrese. In caso contrario continuerete a vedere, di tanto in
tanto, pagine che non si adattano al cambiamento di risoluzione,
discrepanze e quant'altro.
Questo sito è stato costruito, però, sulla scia del CD Torre
del Greco multimediale, uscito nel 1988: titoli ed elementi
grafici volutamente grossi, policromi, vistosi. Voglio dire che
molti fattori non sono dovuti ad incapacità ed impreparazione
tecnica ma voluti per punti di vista personali, per uscire dalla
standardizzazione che, spesso, compromette i contenuti. Conosco bene,
signori cari, l'eleganza delle proporzioni la grazia dei tratti, l'espressività
della miniaturizzazione, ma, anche se non sembra, la massa di
navigatori è impreparata o sprovveduta. Sto nella grafica
dall'età della pietra, da quando internet era un protocollo
militare americano, da quando i genitori dei webmaster odierni
erano ancora in fasce. E non mi tacciate di immodestia perché,
quantunque, sarebbe meglio della falsa modestia.
Credo che l'uomo della strada
insieme al bambino o all'anziano sono invitati più da una grafica
tradizionale di tono cartaceo che richiama libri e riviste
ebdomadario e finanche i testi delle scuole elementari. In più i
contenuti di questo lavoro che sono, infondo, l'essenziale di
esso, sono di stampo umanistico; la pigrizia mentale del lettore
italiano, i temi culturali e un certo ermetismo dell'arte,
associati al tono elitario dei webmaster, scoraggiano i navigatori
non iniziati a spaziare nel sito.
Amici miei, non mi fate adoperare le frasi fatte: non ci
nascondiamo dietro un dito. Da secoli gli intellettuali, i
detentori di dottrine non solo laici (in questo casi gli esperti
informatici) hanno adoperato linguaggi astrusi, ermetici, allo
scopo di intimidire e sottomettere per suscitare stima e
ammirazione, non solo, ma per ricavarne sicuri profitti (vedi le
guide in linea, i manuali, mai chiari, ecc., ma l'ermetismo
insegna e diffonde poco. Non è il caso di questo sito.
Finché persisterà la filosofia del settoriale ed i siti avranno
un'impronta pragmatica non ci sarà mai una reale cultura di
massa, vale a dire una franca, reale democrazia.
Una delle
maggiori preoccupazioni, infatti, dei webmaster, è quella di stare
tassativamente nelle norme di rete. La "regola"
fondamentale, ancora prima di non appesantire le pagine, è quella
di realizzare scritte piccolissime, specie i link. Le energie
vengono bruciate a scaricare interi siti per scrutarli,
analizzarli fino ad emularli alla perfezione. Sfondo nero o
bianco, scritte sfumate, effettistica d'avanguardia. Software
Flash un dio! Ma quanti sono gli iniziati, gli esperti di Web ed
HTLM? il 5% dei navigatori, cioè i fanatici ed i perfezionisti,
in altri parole gli addetti ai lavori. La verità sta nel mezzo.
Una grafica povera equivale ad una grafica esasperata, quindi
dispersiva per i contenuti. Accade la stessa cosa pure nella
filmografia cosiddetta minore delle cerimonie di carattere
familiare:matrimoni, ecc. Vengono prodotte schede sempre più
sofisticate. Gli effetti divorano le sequenze come i pirana.
I films si somigliano tutti. In essi vi è solo la personalità
dei produttori di Hardware e software.
Il successo di pubblico, intanto, è
prioritario su quello di critica. L'esteriorità tecnica è quasi
necessaria nella società dell'apparire, però quando si regge sui
contenuti. Dove sono i veri messaggi sociali? L'arte e la cultura
come catarsi spirituale? Dobbiamo proprio soccombere nei masi
chiusi del mestiere o, peggio, nell'autarchia, sulle tastiere
consunte, dietro lo scudo del monitor, tra protocolli, e password
di una dilaniante burocrazia nostrana dura a morire, nel timore
della detronizzazione, nell'oppressiva gelosia di mestiere di
stampo medioevale?
Si calcola che sulla rete ci siano due miliardi
di siti, uno ogni tre abitanti del globo. Amici miei, siamo ben
poca cosa. Diceva Aulo Cellio: "L'uomo non vive altro tempo
che il presente, il resto o lo ha già vissuto o non sa se lo
vivrà. Piccola cosa è il tempo che l'uomo vive, piccola cosa il
luogo dove egli vive, piccola cosa la fama, anche più lunga che
egli lascerà dietro di se". Se lasciamo un sito ai
posteri, anche
se ben poca cosa, facciamo che sia il meno poca possibile!!! Nessun uomo è migliore di un
altro; tutt'al più ciascuno è differente da ogni altro suo
simile, ciascuno ha il suo valore unano e culturale, la sua
filosofia, anche se etichettato dalla società come un tapino che
non ha seguito studi regolari. Cioè che non ha avuto
l'opportunità di imparare una serie più o meno nutrita di
nozioni e ripeterle innanzi ad una commissione d'esame, talvolta,
anche se di rado, addirittura corrotta o politicamente di parte.
Quanti laureati all'università della strada mi sconcertano, mi
commuovono, mi insegnano tante cose autentiche, di prima mano, non
acquisite sui banchi di scuola. "La differenza che passa
tra un filosofo ed un laureato in filosofia - diceva Galileo - e
quella che intercorre tra un artista che crea un quadro ed
un'altro che lo copia".
La rete, quindi, porta
veramente a comunicare, ad avvicinare gli animi? Meglio i
sodalizi, le periodiche di una volta. Le passeggiate per il paese,
i sorrisi, le strette di mano, le pescate in compagnia, le pacche
sulle spalle, il contatto epidermico?
Ma cos'è 'sta roba? dicono le mie figlie avanguardiste, ribelli e
trasgressive (vedi foto sopra); i webmaster,
come esse, sono purtroppo nati già lasciando dietro il
decadentismo, nell'era
elettronica, il loro operato è solo e nient'altro che pragmatico.
Ed io voglio bene alle mie figlie e ai webmaster,
perché, come tutti i giovani sono confusi in quest'epoca
sfortunata. Sfortunata per un motivo paradossale: oggi che le
angherie di potere sono meno esplicite e manifeste del passato;
oggi che la scienza aiuta la vita umana come non mai. Si avverte, come
non mai, l'angoscia, il disorientamento, l'insoddisfazione e
il malcontento fino a degenerare la qualità della vita. E
sono cose, queste che a vent'anni non si devono subire. Vi amo
giovani, comprendo i vostri disagi generati da ipocrisie e
democrazie camuffate. Generazione sfortunata, più della nostra
che lottava su problematiche concrete di sopravvivenza alimentare,
Umanità, sei finita dalla padella nella brace! Alle
prevaricazioni e sopraffazioni esplicite di potere di un tempo
oggi devi combattere con quelle implicite, con le ipocrisie,
consapevoli che non ci saranno più Masanielli a sovvertire le
cose poiché l'umanità giace sotto il giogo del deterrente
atomico.
Non mi lascerò corrompere, quindi, Signori miei, dalle norme del Web,
tenterò
di dare priorità ai messaggi umani e sociali. Anche se c'è stato
qualche giovane compaesano che ha detto: "ha fatto il sito
dei vecchi"; senza cogliere i significati traslati, le
metafore attuali, ecc.; come se i vecchi, fossero "roba"
da buttare, da ghettizzare e basta. Ho detto tenterò.
Forse inseguo chimere, sto fuori epoca, sbaglierò? Mi consola il
saggio che diceva: "meglio sbagliare ed agire che non aver
mai sbagliato e mai agito".
(Luigi Mari) |