CAPO
LA TORRE
Uno dei più antichi quartieri di Torre del Greco è "Capo la
Torre" come veniva chiamato una volta. Oggi Capo Torre o Capotorre.
Quando Torre aveva le mura qui c'era la porta della città.
Dalla "Porta" distrutta dall'eruzione del 1974, oggi virtuale,
si prosegue diritto per Via Roma, aperta dopo la detta eruzione col nome
di Via Nuova Capo La Torre. Nel 1878, ricorda l'Ascione, prese il nome del
Generale Avezzana, (oggi un vicoletto), nel 1931, riprese il nome di Via
Roma, ...probabilmente per ottenere favoritismi dal governo centrale..
A sinistra la Via Vittorio Veneto inaugurata nel 1914, una volta era
campagna con gli oliveti del Duca D'Andria. Questa zona anticamente si
chiamava Largo Mercato, dopo la lava del '74 passò a Largo Sedivola.
Un secolo fa qui fu piantato il Monumento ad Antonio Brancaccio. Solo nel
1915 fu spostato nella Villa Comunale; "Quel parcheggio di
automobili" come dice il Raimondo nel suo "Itinerari" nel
'73. Oggi la Villa comunale è un gingillo, con buona pace del caro
Raimondo, anche se ancora appare turrito "'o cemmeniero d''a fraveca
d''a gementa" (il monumento ai caduti 15-18) inaugurato nel '25. E'
stata mimetizzata intanto la casa Littoria con la Torre e l'arengario.
Proseguendo a destra della biforcazione c'è Via Colamarino, prof. Diego
dell'Università Federico II, appare subito "S. Maria delle Grazie e
ciò che fu l'antico convento dei Minori Osservanti (Zoccolanti), lo
storico Viale Castelluccio e l'antico Monastero delle Suore Teresiane
dell'Immacolata, oggi Chiesa SS. Sacramento e S. Michele.
Dirimpetto la Villa comunale passa inosservata la Targa che il Comune di
Torre dedicò al povero ammiraglio napoletano Francesco Caracciolo che fu
nella casa di Torre sorpreso e consegnato nelle mani di Nelson per essere
barbaramente ucciso. Meno male che i napoletani gli hanno dedicato la
strada più bella del mondo.
Ma tanti anni fa presso la casa del Marchese Caracciolo e la porta di
Capotorre, secondo il Di Donna, vi era una piccola Edicola chiamata S.
Maria del Principio di sopra. Una cappellina che fungeva come una sorta di
bacheca o cartellone pubblicitario che indicava la presenza della Chiesa
di S. Maria del Principio giù e fuori mano (S Maria di sotto). Mondo era
e mondo è.
Lo stesso Di Donna, grande uomo di fede e di cultura dice: che l'Edicola
serviva affinché il passeggiero, senza troppo incomodo per raggiungere la
Chiesa di sotto, fosse disposto a lasciare il proprio obolo. Di tale
specie di edicole si abbondava in quel secolo e producevano un grande
effetto sul passeggero. La religione, continua il Di Donna, ha saputo ben
avvalersene che spesse volte costituivano memoria indelebile nella mente
del popolino.
Luigi Mari
Capo Torre oggi
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Capo Torre con il Gran Caffè Palumbo sullo
sfondo
Capo Torre vista da sud
Capo Torre anni 40
Capo Torre anni 50
Un'insolita angolazione da Via Diego Colamarino
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