La Marina

LA STORICA FONTANA
Parliamo subito della Cento Fontane, sotto la rupe del Castello che adesso non c'è più, come non c'è più l'erogazione dell'acqua pura e salutare del Fiume Dragone che anch'esso non c'è più. Secondo lo storico Francesco Balzano, la fonte aveva origine alle falde del Vesuvio portava l'acqua ai resinesi, ma per viottoli e piccoli acquedotti ne arrivava una parte pure a Torre del Geco.
Le fontane erano pubbliche e tutta Torre andava ad attingere gratuitamente. Già perché oggi sembra che si paghi solo l'acqua minerale, ma provate a dare un'occhiata alle bollette dell'acquedotto.
Ancora il Balzano ci ricorda il vecchissimo detto torrese "Li zuoccole de li femmene facettero fuire li turchi dalla funtana". Il significato è intuibile: saraceni e turchi sbarcati per dissetarsi scapparono confusi per il gran fracasso che centinaia di nostre donne produssero battendo incessantemente i piedi per terra, dotate di pesanti zoccoli.
Le fontane a quei tempi non erano cento e affacciavano proprio sul mare. L'eruzione del 1631 sommerse la fonte perché allungò Torre del Greco di un centinaio di metri verso il mare. Si vedeva solo un rigagnolo d'acqua chiamato fiumatiello cadere nel mare.
Nel 1700 Gaetano De Bottis (vedi Bibliografia del sito) fece recuperare dalle autorità le condotte sotterranee e fece costruire una prima fontana con 30 rubinetti ed un'altra con lavatoi per i panni in Via Gradoni e Cancelli. Non solo, vi fu pure un mulino su progetto dello stesso De Bottis che, con la stessa acqua, macinava 1200 Kg. di grano ogni giorno.
Quindi si può affermare che la zona marina di Torre del Greco si formò "grazie" all'eruzione del 1631. Questa volta il Vesuvio non portò giù solo lava, ma giganteschi torrenti di fango e detriti vulcanici. La costa avanzò nel mare per un centinaio di metri da Portici a Torre Annunziata. Questo "nuovo" tratto di costa che oggi fiancheggia la ferrovia dello Stato, ancora oggi è detto "mare disseccato".
Le "paludi" in località S. Giuseppe, fertili per le coltivazioni d'ortaggi, si riferiscono a quest'evento. Possiamo affermare che la marina di Torre si estende per otto chilometri e va da Calastro al sito una volta Chiamato Uncino o Capo Vetere o Capo Bruno, che fu secondo S. Ascione (Vedi Bibliografia del Sito) un porto d'approdo dei Romani.
Negli anni 50 la fontana aveva ben 120 getti d'acqua con 4000 metri cubi il giorno. Fontana, quindi, antichissima. E non è difficile quello che si dice: le truppe di Spartaco venivano qui a dissetarsi.
Con l'eruzione del 1794 la lava invase la zona trasformandola in pietra vulcanica fino ad allungarsi nel mare e formare il roccione della "Scarpetta" distruggendo le due fontane ed il mulino compromettendo la fertilità paludosa dei raccolti.
Il Vesuvio che nei secoli "se l'è pigliate quasi sempre pure ch''e Chiese" prese di mira la fontana. L'eruzione del 1861 infiltrò nel suolo acido carbonico che inaridì la fonte che ancora oggi è muta e abbandonata.
                                                Luigi Mari


                            La Marina, oggi



Le Cento Fontane 1910



Marinai torresi 1915



La marina 1950



Lido La Scala 1925



Il Cantiere Portosalvo 1920