rampante, al portico
Vico del Pozzo dove abitava l’attore torrese Elio Polimeno
(10.8.43-7.1.98) e il vicino palazzo con la facciata in bugnato e piano
nobile a
tempio colonnato; al
civico 82, un bellissimo balcone di piperno lavorato con ringhiera di
ferro battuto lavorato a mano, il palazzo De Marco con scala a chiocciola,
il Vico Bufale dalla famiglia Del Bufo che porta al vecchio livello
stradale del 1700.
La dove Vico Giardini
Gradini Teatro s’incontra con Corso Umberto I, abitava Tatonn ‘u
pastor (Antonio Vitello), onnipresente nelle feste parrocchiali, la cui
figura ha ispirato molti artisti torresi e, a tal proposito, ricordiamo la
bellissima statua dello scultore torrese V. Giggiano Borriello.
Dal Fosso San Gaetano,
con entrata dal civico 39, possiamo ancora vedere alcune caratteristiche
case, che facevano parte dell’antico borgo, non colpite dalla lava del
1794, le quali sono sottoposte al livello stradale. Nella zona compresa
tra il 1°, 2° e 3° Vico Orto Contessa, nel 1400, abitava la contessa
Lucrezia D’Alagno, amante del Re Alfonso D’Aragona.
Sulla strada, tra Vico
Pizza e Vico Cirillo, c’è il calzaturificio Spagnuolo Salvatore, classe
1926, figlio di Agostino che aveva aperto il negozio nel 1917 con la
vendita di piatti e bicchieri, come suo padre Peppino ‘o piattaro
(24.3.1876-6.9.1965) che aveva il negozio a fianco, e, poi, cambiò
articoli vendendo e fabbricando scarpe su misura con operai nel
retrobottega, avendo ordinazioni anche da Roma. Spagnuolo suona il
clarinetto nella banda musicale locale della quale è un forte sostenitore
ed assertore.
Al termine di Corso
Umberto I, sulla sinistra, c’è l’antica chiesetta del SS. Rosario,
dei padri domenicani, che apre al pubblico, tra l’altro, ogni 3
febbraio, per venerare, san Biagio, il Santo protettore della gola.
La via fa parte dei
caratteristici rioni popolari di Torre ed è rallegrata da voci, usanze e
tradizioni. Fra queste ricordiamo un personaggio molto noto nel quartiere,
Ciro Festevole, detto ‘a pizzaiola che si guadagna da vivere facendo il
gioco del panariello che consiste nel vendere i novanta numeri della
smorfia, con cartelle già stampate, alle massaie e ai passanti della
zona, altri novanta sono stampati su dei bussolotti contenuti nel
panariello.
Avvenuta la vendita dei novanta numeri si giunge all’estrazione,
la quale avviene alla presenza di chi ha acquistato i numeri e mai nello
stesso posto. Di solito il premio è pari alla metà dell’incasso ed è
formato, spesso, da generi alimentari, acquistati sempre a credito e poi
portati in giro per pubblicizzarli e mostrarli agli eventuali vincitori. A
Natale ci sono dolciumi, frutta secca e vermouth, a Pasqua invece,
provoloni, salami e uova.
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Un
antico negozio di biancheria
Oggi la strada, forse
ingiustamente, è una delle meno commerciali di Torre, il comune propone
degli incentivi
Ciro Festevole detto " 'A Pizzaiola" (pratica la riffa)
I personaggi popolari fanno della strada la loro casa e delle persone la
loro famiglia
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Chi svolge quest’attività
deve per necessità parlare, convincere e fare confidenza con tutti e,
specialmente, entrare nelle case delle donne. Ed ecco che entra in ballo
Ciro che ha acquistato la fiducia degli uomini e delle donne e, con molta
professionalità ed allegria, riesce a coinvolgere tutti e, quando può,
aiuta anche chi ne ha bisogno; questo è uno dei tanti modi della nostra
gente, della gente del sud, di aiutare una persona a vivere ogni giorno
onestamente e, al tempo stesso, con dignità e rispetto.
Carlo Boccia
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