Gran Caffè Palumbo
di Peppe D’Urzo
Famosissimo
locale, bar-pasticceria-gelateria, onore e vanto della città, sorto agli
inizi del ’900 in quel di corso Vittorio Emanuele, angolo villa
Comunale, ricordato ed osannato da tantissimi cittadini torresi che ne
serbano un piacevole e fresco ricordo. Capostipiti Filippo Palumbo (famoso
un sorbetto ai limone con le sigle F e P) e la moglie, Carolina Genualdo
(nativa di Portici) brava gelataia ed esperta nel conservare "a
neve" (o ghiaccio, proveniente da regioni più fredde dello stivale),
trattandola col sale, in buche coperte (i frigoriferi di una volta!) Rotto
il terreno del laboratorio. Il caffè aveva una sala esterna che si
estendeva in villa comunale (ex salone per auto, titolare un certo Fiore
di Portici, ed odierna filiale della Banca di Credito Popolare) con
copertura di grandi teloni, ove si tenevano varie feste, intrattenimenti,
ricevimenti, concerti. Due volte la settimana si esibivano vari cantanti
ed orchestra1i nel concerto di canzoni napoletane, la cui dolce e
melodiosa musica allietava anche i palazzi dirimpettai. L’ingresso
principale e 1’attuale nego- zio di casalinghi e detersivi "Idee
per la casa" mentre l’ingresso alla sala interna e 1’attuale
carto1eria Alfabeta, al laboratorio si accedeva da via Madonna del
Principio (attuale negozio di Angelo Loffredo, detto "Ngiulillo ’o
tapezziere", gestito adesso dal figlio). Sempre in via Madonna dei
Principio (ex lavanderia ) vi fu, sino alla fine degli anni ’60, un
laboratorio di pasticceria (Peppino Palumbo). In seguito fu edificato uno
stabile (oggi con 10 piani)
costruito da
Giovanni Speranza, con inizio dei lavori nel 1958-59. I locali dell’ex
"pubblic bar" furono adibiti a sale giochi ("Central
Park" di Mario Colamarino) e luogo di ritrovo per tanti giovani. Alla
domenica si potevano ascoltare i risultati della Turris quando giuocava
fuori casa. L’ultima erede della stirpe Palumbo e la sig. Teresa (più
che ottantenne) e vari nipoti. |
Fra
gli illustri clienti e frequentatori del rinomato Caffè, da menzionare:
il principe Lancellotti, il quale era solito venire con una elegante
carrozza (da lui guidata col cocchiere seduto dietro) a gustare ]o
spumone, i marchesi Del Balzo, padre, madre e figlia (provenienti dal
"Miglio d’Oro"), il barone De
Matteis (da Napoli) con residenza a Torre in via Nazionale (zona
Epitaffio), la marchesa De Cillis Carafa d’Andria (residente in via
Cappella Nuova, prima della villa "Ferrigni" ove dimorò Giacomo
Leopardi), il maestro Ernesto Tagliaferri (1888/ 1937) grande cantore di
Napoli, torrese-napoletano (sposò la signorina Lucia D’Orlando) ed
abito alla villa Liguori al "Miglio d’Oro" in Torre del Greco.
Molti ricordano ancora il cameriere tuttofare don Peppe (da Portici) e le
tante specialità dolciarie (fra cui il parfait di caffè, una sorta di
mousse). Da ricordare, inoltre, sotto l’aspetto storico, che durante la
ritirata delle truppe tedesche da Torre (dopo aver fatto esplodere alcuni
ponti ferroviari) arrivò sulla tettoia dell’ingresso del Gran Caffe
Palumbo, un pezzo di rotaia, mentre altri pezzi e schegge arrivarono in
piazza S. Croce ed in altri luoghi della città. |