RICORDI DI TORRE A CURA
DI PEPPE D'URZO
I quartieri e i rioni
di Carlo Boccia
I quartieri ed i rioni, sono tante porzioni di una città, dove i
residenti si conoscono tutti,e a volte vivono interi nuclei familiari.
Qui un problema grave di una persona, come una malattia,un lutto,
disgrazia o di un disagio sociale: un mancato servizio come la luce,
fognatura, mancanza idrica, coinvolge tutti.°C’è più umanità e aiuto fra
persone che nei ricchi quartieri residenziali.Un mondo a sé, lontano
dalla vita politica, sociale, culturale e a volte anche religiosa. Si
fanno ricorrenze di feste sacre davanti alle edicole votive locali, di
cui la più diffusa e la devozione alla Madonna dell’Arco. La presenza di
uno sconosciuto, di zingari 0 rappresentanti della legge è subito notata
e la notizia si diffonde velocemente con il passa parola.Qui le persone
si conoscono con i loro soprannomi o strangianomi, i cognomi vicino alle
porte non ci sono. Citiamo a proposito Francesco Guida, lo storico
postino di “vasciammare” che con il classico fischietto e al grido
“postino…” verso mezzogiorno dagli androni dei palazzi avvisava la sua
presenza. Chiamava i destinatari della corrispondenza
a voce con i loro nomi: a Rossa,Girella, Ntunetta, Carmilù, a reccia, è
arrivata la lettera oppure il vaglio. Ogni quartiere aveva la sua
salumeria, merceria,macelleria, barbiere, ciabattino,falegname, sarto,
l’orario degli
ambulanti è un circolo ricreativo con un nome di un partito politico per
i giovani. C’era già un tacito piano commerciale. Nei quartieri non
mancava niente, si poteva trovare l’usuraio, la maestrina per il
doposcuola ai ragazzi, il mastifesta, la mammana, l’infermiere, la
capera. Poi non mancava mai la persona più onesta che raccoglieva i
soldi per la “cascia” di Montevergine, la ragazza più bella, la più
antipatica,la più simpatica, la più anziana a cui si ricorreva per avere
un buon consiglio. C’era la fattucchiera o la guaritrice, per togliere
la paura, il malocchio, i vermi, il sole in testa, le slogature, senza
nessun compenso, si accettava qualche
lumino da accendere ai defunti.- Ma ci abitava nel quartiere anche il
ladro, il prepotente, la pettegola che conosceva i fatti di tutti, e
perchè no anche lo scemo del quartiere. Poi c’era la famiglia più
benestante e di rispetto, e la famiglia più bisognosa. Ma molte volte
tristemente, in queste comunità, c’era il “figlio di quartiere”, la
persona più sfortunata senza genitori e familiari. E qui entra in scena
la bontà del popolo del sud, unica al mondo per la sua umanità, dove
ognuno cercava di aiutare il prossimo: dare un piatto caldo a
mezzogiorno, indumenti,commissionando dei lavoretti.E a volte combinando
anche un buon matrimonio, dando la
possibilità di avere una discreta posizione sociale. Anche il cane,di
solito un bastardino abbandonato, vivace e intelligente era figlio di
tutti. Non come adesso che portano a spasso feroci cani addestrati per
il combattimento.Si viveva cosi tranquilli, rispettando le usanze e
tradizioni, fra le logge, i cortili, per la strada e le chiacchiere che
si dicevano nella salumeria mentre si faceva la spesa. Dove il conto si
segnava in un libricino “nero” e veniva pagato il sabato. Purtroppo fra
gli uomini non si va sempre d’accordo, e c’era sempre qualche lite fra
le persone e famiglie. Ma c’era chi metteva la pace, quindi non avevano
conseguenze, lì
incominciavano e li finivano. |
LE
FOTO:
Così il
giorno dopo che si erano detti parolacce e insultui, stavano come la
“cazzuola e la cucchiaia”. Non era successo niente! Alla fine si volevano
bene, erano vicini di casa, erano come le storie del film: Don Camillo e Don
Peppone, che litigavano per questioni di principio non per cose serie‘.
Infatti molte persone dello stesso quatiere che si sono ritrovati dopo tanti
anni, si ricordavano dei bei momenti vissuti insieme e si erano voluti
bene‘.Un’amicizia che non si dimentica mai. Vi sono due saggi detti,
antichi: la regina ebbe bisogno della vicina, meglio avere una mala giornata
che una mala vicina. Con la speculazione edilizia del dopoguerra a Torre e
della costruzione di nuovi quartieri, tutto questo si è perso. Certo si sono
avuti più servizi, più comodità,più spazio nelle nuove cose, ma si è perso
quell’umanità e calore
fra le persone e a stento si saluta e si conosce il vicino di casa. Ma per
fortuna nella parte storica di Torre si vive ancore in comunità e vecchie
tradizioni. |