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La vecchia Stazione
della Circumvesuviana

di Peppe D’urzo

II "tram of memories" dopo aver percorso i binari del passato frena la propria corsa per riviverlo e si ferma nella vecchia Circumvesuviana di Torre del Greco, aperta al servizio nel 1905. Fu costruita una stradina per 1’accesso alla stazione della ferrovia ridotta (ad un solo binario); questa zona fu detta perciò "Ncoppa’a ridotta". Alla fine degli anni ’40 con un’Italia in lenta ripresa, intenta a curare le ferite post-belliche, fu inaugurato il doppio binario per Castellammare di Stabia: fu una solenne ceri monia in cui intervenne Alcide De Gasperi (1881-1954) detto il "Ministro della lira". Si ricordano Giorgio Rispo (capotreno), Carlo Rispo (bigliettaio) e -il simpatico Pasquale Carotenuto (ultimo capostazione). Altri capi- treno: Antonio Punzo, Antonio Iandolo (di Pompei), Ciuffi; con un certo Carotenuto la stazione si trasferi in piazzale della Repubblica. Agli inizi degli anni ’50 la stazione fu soppressa e fu edificata in piazzale della Repubblica; oggi vi e rimasto solo il fabbricato nel vicolo cieco attiguo a largo dell’Annunciazione (ove c’e la vetusta chiesa dell’Annunziata). L’edificio (n.6-8) che inizialmente era a due piani (ora tre) si affaccia in via Martiri d’Africa (e va dal civico 55 al 61) ove il treno si fermava. Di fronte al "palazzo ’dda stazione" v’era un lungo muro, oltre il quale v’erano terreni di campagna, e più avanti dove sorse il secondo binario, si trovava un canalone (o "regio lagno") che passava sotto i binari.
Personaggi storici, mitici ed umili che hanno contribuito a rendere famoso questo sito (all’inizio del vicolo presso 1’attuale civico 77, si segnalava il locale di un celebre fabbro/maniscalco un certo Cataletti), denominato "Areta ’a Nunziata", sono i facchini (che per mestiere trasportavano oggetti pesanti, alternandosi a lavori faticosi e disagevoli) che ivi lavoravano.
Da citare." "Chichizone" (nativo del 1° Vico Abolitomonte; provvisto di buon umore e gaiezza; interpretava in modo spassoso il radio e telegiornale di una volta), "Bigodino", "King Kong ’u rinoceronte" (emigrato poi a Genova), "Zella Granito" (il cui padre era addetto alle pulizie nella stazione), "Aglitiello" (nativo della zona mare),

       La storica Circumvesuviana e la Chiesa
                      dell’Annunziata (1940).

 "Pascale ’a scignitella", "Gennaro ’u mussato", "Pulitina", "Michele ’a pece", "Mimi ’u stuorto", "Citrullo" ed altri. Uomini rozzi e grossolani, dalla dura corteccia, provvisti di una "salute di ferro"; sbarcavano il lunario e tiravano avanti, portando la merce (pacchi, valigie, ecc.) in spalla o in testa e poi di ... corsa per le strade, cercando di evitare i controlli dei doganieri e daziari (in piazza L. Palomba dimorava la Direzione). Alcune affinità e particolarità di vita comune li accostavano ad altri caratteristici personaggi: "Nunziatina ’e Cerasella" (nativa del 2’ Vico Agostinella con una macchinetta e carte da tabacco preparava sigarette, dopo aver fatto asciugare il tabacco in un contenitore), "Luigi ’u zelluso" (di professione banditore; folkloristico come il "pazzariello" alla Toto), "Scialone" (interprete, una volta, di un film di pirati, girato in par te presso il vecchio Municipio di Torre del Greco; in una ripresa del film, invece di prendere botte simulate, le prese sul serio ... ). Questo luogo (che 1’ultima e tremenda guerra mondiale non risparmiò) fu preso di mira dai soldati tedeschi durante i rastrellamenti alla fine del settembre 1943. Molti torresi, colti di sorpresa, furono "beccati" nei pressi della stazione. Poi ci fu il passaggio delle forze alleate sulla Circumvallazione, all’angolo della farmacia "De Pasquale". Il treno, unitamente al tram ed a volte a qualche peschereccio che prendeva la via del mare, era sempre preso d’assalto da numerosi torresi che si recavano al porto di Napoli oppure a San Giovanni a Teduccio, ove c’era lavoro per tutti, elargito dagli alleati, dopo la liberazione del capoluogo campano. Da menzionare; inoltre, un illustre passeggero della Circumvesuviana. Enrico De Nicola (1877- 1959) che aveva lo studio di avvocatura al corso Umberto in quel di Napoli e risiedeva in una villa alle falde del Vesuvio.