Via Roma,
il "Center
Shopping" di sempre
di Peppe D’urzo
La cronistoria della memoria corre sull’asse di via Roma (ex corso
Avezzana, intitolato al combattente che fu nominato generale da Giuseppe
Garibaldi e dopo il 1870 eletto deputato) nome imposto dal governo
fascista nel 1931 perché ogni città, paese o villaggio doveva avere per
forza una via dedicata alla capitale d’Italia.
Corso Avezzana divenne perciò via Roma e parte di via Sedivola diventò
corso Avezzana. Via Roma è sempre stata considerata il centro commerciale
di Torre (unitamente all’angolo di via Veneto, via Noto e parte di corso
Vittorio Emanuele) con un continuo andirivieni di gente anche solo per
passeggiarci. Revival di rimembranze di luoghi, negozi e personaggi negli
anni che furono. In via Roma si trovavano parecchi balcgncini a livello
stradale, divenuti poi negozi. Tra questi ricordiamo il salone di Luigi
Spagnuolo (detto "Minzu") fra i primi fondatori della sede del
Partito Comunista Italiano all’angolo di via Veneto (attuale bar
Mennella, ex Tammaro detto ’. "Purpettone"); oggi si trova il
locale di Angelo Sorrentino (articoli da regalo, ex pasticceria); la
drogheria che Nunziata D’Istria, madre di Maddalena (detta
"Lena") con vendita di liquori, zucchero, caramelle, paste,
alcool per bruciare (sulla "spiritiera" bolliva una volta il
caffè...); al presente c’è la tabaccheria di Piripì, la panetteria di
"’a pettinessa" (odierno "Johnny Shop" il forno di
Maria Cira Esposito (detta "Nennella ’a pummanara) attuale
orologeria Cacchione, la gelateria di Michele Mirabella ("’o
pezzecato") padre del consigliere comunale Francesco (attuale
salumeria Amodio). Uomo di gran rispetto ed umanità, il buon Michele
proveniente dali Usa, ov’era emigrato, acquisto il locale per iniziare 1’attività
di gelateria (con novità importate dall’America). Durante il secondo
conflitto mondiale la gelateria era frequentata da soldati tedeschi,
disciplinati ed educati come gli Inglesi (che arrivarono in seguito) e gli
Americani (quasi sempre brilli...). Siccome parlava un po’ d’Inglese,
una volta compro, meglio dire scambio, con i soldati americani della merce
prelevata dal negozio con barattoli di marmellata che elargì alla gente
della zona. Questo "change" causo non pochi disturbi intestinali
a quanti fecero uso di quel dolce alimento.
C’erano poi 1’ufficio dell’armatore Gennaro Montella al piano terra
del civico 28, il salone di Leopoldo "’o barbiere" e il forno
di "Ciccillo ’o nzevuso" e ancora il negozio di legumi e
affini
di
"Girella ’a fasulara" (col marito Luigino) appartenente alla
Sorrentino dinasty di piazza Luigi Palomba, (odierno Ascione giocattoli ed
ex fiorista Pasquale Oculato). Nel vicoletto Ascione il famoso "Panar
’e caneste" o il negozio-laboratorio di D’Orlando (attuale
bigiotteria) e la Famosa salumeria di Ciro Cozzolino ("Viola")
adesso vetrata della Banca Nel locale,
nel 1943, vi fu una ispezione di |
militari germanici a causa di un furto
(coperte, maglie...) ai loro danni. Fortuna volle che non vi trovarono
nulla della merce rubata e andarono via. Poi le farmacie: Internazionale
del dr. Aniello Palomba e del Leone di Salvatore Salerno (detto "Chiabella").
che sono le attuali Migliozzi e Mainiero. Ancora la cantina di vini e olii
di Vincenzo Raiola, il garage di Michele Del Gatto ("Vittorio"),
Vitiello elettrodomestici, "Chiummino" pescheria, Di Cristo
tessuti (ma prima cotonificio), la salumeria di Stanislao Orabona (detto
"Stanise ’o casarduoglio"),
Commerciale ed ex bar Di Rosa, con sala
biliardo interna e ritrovo di sportivi e tifosi della Turris. il negozio di coralli di Giuseppe
De Filippis, devoto a San Gennaro e Santa Colomba. Quando il 19 settembre
transitava la processione fuori il locale, il De Filippis vi poneva in
onore dei due un addobbato altarino (si narra che San Gennaro e Santa
Colomba salvarono Torre del Greco dalla lava del Vesuvio, tanti anni
addietro), la sede della Democrazia Cristiana al 75, il bar pasticceria
f.lli Carbone e gioielleria agli angoli di via Noto (da cui ’Ncopp’a
ddu Carbone"), la salumeria Avenia, la macelleria di Pietro Collaro,
la sede dell’ex Credito Italiano al ci- vico 1 di rampa Madonna del- le
Grazie, lo studio dentistico del dr. Gagliardi e figli, 1’orologiaio
Alessandro Ferrer (fratello dell’ex sindaco Ciro), Pedone il sarto
(attuale ottica Reccia), la panetteria di Romano Irene ("Irene ’a
panettera"), la merceria Madonna, la lavanderia-tintoria Caputo, la
storica tipografia Palomba, e ancora il parrucchiere Ipri. Re- nato
Battiloro, tessuti, ricorda di aver venduto km. di tessuto rosso nella
stagione 1968-69 per i tifosi della Turris che imbandierarono tutta Torre,
la pizzeria di "’Tatonno ’o panettiere" (Antonio Carrieri),
Biagio Barone, riparazioni radio e tv. La macelleria "Il Vitello d’oro"
e Colace mobili, Pasqua- le Marigliano, bombole di gas, e la tabaccheria
Baldini, la salumeria di Tobia Tarantino, Duraccio (vetri), Cimmino,
cotone e bottoni. Ferramenta Ascione ("Puntine d’oro") e
ferra- menta di Ciro Eredita (detto "’o caveciaiuolo"). Poi
ancora Ambrosio (scarpe) e il banco di frutti di mare e cozze di
"Luigi Chiachiello". Il negozio di mobili di Giacomo Esposito
(il padre Vincenzo, detto "’a malatella", apri il negozio in
origine in localita Cappuccini) e ancora "’e cuzzecare" all’angolo
con la traversa di largo Santissimo, "’o stagnariello" nella
traversa che porta in via D. Colamarino e tanti altri che hanno
",scritto" pagine di vita vissuta in quel di via Roma. |