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 RICORDI Dl TORRE  a cura di Peppe D'Urzo

 "U vicolo"

di CARLO BOCCIA

"Stu vico niro, nun fernesce maje, che pure o' sole pass e se ne fuje.. "
S. Palomba - S. Bruni "Carmela" (1976)


Ispirandomi a questa canzone, la passeggiata la facciamo in uno dei tanti sconosciuti vicoli di Torre del Greco, dove i giorni trascorrono tutti uguali, lontano dai grandi eventi cittadini, esclusi dalla politica, cultura e manifestazioni e molte volte trascurati dalle autorità. Le comunicazioni, per lo più inciuci di quartiere, nonostante i telefoni, cellulari ed i citofoni, si trasmettono a voce dai balconi, finestre e lastrici. Possiamo dire: è un economico telegrafo senza fili dei vicoli; e vi posso garantire che è efficiente e veloce. Qui anche il sole fa capolino poche ore al giorno, la raccolta differenziata è una parola sconosciuta, il netturbino si vede raramente, e aggiungo "Rint a stu vico niro, nun si scopa mai...
". In questi posti si conoscono tutti, e la scomparsa di una persona cara del luogo, rattrista tutti. Raramente succede qualcosa, e il problema di una singola persona o di uno che accomuna tutti, come un guasto all'illuminazione pubblica, alle fognature o alla mancanza idrica, diventa un caso da risolvere all'unanimità. Poi quando succede qualcosa di particolare come una fuga amorosa, un litigio, l'avvistamento di un "monaciello" in una casa, subito si abbinano i numeri da giocare al lotto, per tentare la fortuna. Ci si accontenta di poco, anche di una bella giornata di sole. A Torre c'è un dedalo di vicoli, sorto intorno ai resti di un antico chiostro del 1400 (non lo chiedete alla gente del posto, non lo sa) e sono molto trafficati, perché portano dalla marina al centro cittadino. E' uno di questi vicoli dal nome un po' strano che vi voglio parlare. Qui si vive come una piccola comunità, c'è la bottega del persianaro, un negozio di articoli da pesca, il panificio con forno, che al mattino sveglia il vicolo con il profumo di pane fresco, poi una vecchia officina meccanica ed un'antica salumeria all'angolo. Una volta c'era anche un giardino, con alberi di agrumi, che dava un'aria fresca e ossigenava l'ambiente intorno. La caratteristica di questi vicoli, riguarda gli eterni indumenti e la biancheria messa ad asciugare fuori dai balconi. Questi sono fatti di interriate di ferro battuto  e di piperno che ricordano la dominazione spagnola. Le storiche e strette stradine sono sempre animate da persone, che parlano gridando, vestendo semplici indumenti che usano in casa: il vicolo è il prolungamento della loro casa. Da un "basso", uno stereo ad alto volume diffonde nell'aria una canzone napoletana o più in voga. . . chissà se per allegria o per dimenticare per un momento i guai di sempre. Nei giorni di festa l'atmosfera cambia, i negozi sono chiusi, nell'aria si diffonde un odore di ragù che da noi è un piatto sacro della domenica e le grida dei ragazzi che giocano spensierati. Nei vicoli o nell'entrata dei palazzi non manca mai un'edicola votiva che viene curata dalla persona più devota o più anziana. I fiori e i ceri vengono acquistati col

LA FOTO: I° VICO ABBOLITOMONTE; 1° VICO COSTANTINOPOLI (16 CASE); VICO VAGLIO; VIA CHE MENA A S CROCE

resto delle quote condominali  dell'acqua e della luce, avvisando i condomini (U riest ri soldi, accattammo i lumini e i ciuri a Maronna). Ho constatato e visto personalmente che in questi posti c'è molta più umanità che in altre parti: ci si aiuta a vicenda, sia per consigli e a volte anche economicamente (per chi ne ha bisogno). Se qualcuno si sente male, c'è una gara di solidarietà per aiutarlo. Una volta vidi un uomo che chiedeva l'elemosina. Era orario di pranzo; la finestra di un basso si aprì e la mano di una donna offriva in silenzio un frutto e un pezzo di pane. Sembrava una scena biblica che diceva: "ho solo questo".
In questi luoghi quando nasce una bambina, non ci si meraviglia più di tanto, ma quando nasce un maschio il quartiere è in festa perche. . . "è nato l'omme". Una curiosità, nei vicoli esistono tradizioni e detti antichi. Alle spalle della chiesa di S. Maria di Costantinopoli, c'è il 1° vico Costantinopoli detto delle "16 case". E' chiamato così perché in epoca spagnola abitavano 16 soldati con le famiglie, che erano di servizio al vicino castello.