Dopo il successo a Valona dell'opera teatrale  Merimanga
                      
http://www.antiarte.it/adramelekteatro/il_ragno.htm

ecco il  giudice-scrittore Gennaro Francione ritornare alla ribalta, sempre in Albania.

    Questa volta a Tirana dove il 25 novembre ore 11, al Museo Nazionale, il dr. Moikom Zeqo, direttore del Museo,  presenterą il  libro  multimediale di Francione,  edito da Costanzo D'Agostino(Roma)

           Scanderbeg, un eroe moderno(Multimedial hero)

       con prefazione di Alessandro e Giulio Castriota Scanderbeg d'Albania, diretti discendenti del fondatore dell'Albania.

                                               
                     

    Narra il libro di Giorgio Castriota Scanderbeg l'imbattibile piccolo grande principe d'Albania che nel '400 salvņ il suo paese dai continui tentativi d'invasione dei turchi, la pił potente armata del mondo all'epoca.
   L'opera drammaturgica finale La scala di Scannerebecco descrive la rinascita dell'eroe grazie all'amore rievocativo e ritualizzato delle generazioni a venire, che non lo dimenticano e pregano per il suo riemergere dal mondo dell'aldilą.
  Il dramma č preceduto da  una serie di saggi introduttivi: la storia di Scanderbeg e le meraviglie della sua strategia alla luce dell'arte della guerriglia del maestro cinese Sun Tzu; le tradizioni giuridiche e focloriche skipetare e arbėreshė; l'anima islamica dell'Albania soprattutto attraverso la tradizione dei dervisci Bektashi; l'introduzione didascalica alla costruzione dell'opera teatrale.                         

    Promotore dell'iniziativa č lo stesso editore Costanzo D'Agostino insieme al poeta Visar Zhiti, al saggista Ylli Polovina, allo scrittore Halil Jacellari. Saranno presenti, il  principe Alessandro Castriota Scanderbeg, il regista Roberto De Feo(che sta preparando un film sull'eroe),  i sindaci di varie cittą albanesi e altri importanti personaggi della classe dirigente albanese, sia di governo che d'opposizione.

Un grazie illimitato a Gennaro Francione per quanto sta facendo per la cultura europea.

                                                       Raul Karelia, da Argos(Grecia)


Teatri/ Dy premierat: "Merimanga" dhe "Korrupsion nė pallatin e drejtėsisė",
trajtojnė korrupsionin e ditėve tė sotmeGjallėrohet teatri i qytetit tė
VlorėsNė skenė ngjiten dy drama tė autorėve italianė

http://www.gazetadita.com/html/kulture.html

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Intervista a Francione(in italiano)

Com'č nato questo sodalizio tra un drammaturgo italiano e la Compagnia
Pirandello?

E' stato un destino inevitabile.
Devo tutto all'editore Costanzo D'Agostino che mi ha fatto prima conoscere
e poi innamorare di Scanderbeg, l'imbattibile piccolo grande principe
d'Albania che nel '400 salvņ il vostro paese dai continui tentativi
d'invasione dei turchi, la pił potente armata del mondo all'epoca.  Ne ho
seguito le vicende descrivendone la storia nell'opera multimediale
Scanderbeg, un eroe moderno(Multimedial hero) ), per arrivare al dramma
finale La scala di Scannerebecco. Descrive la rinascita dell'eroe grazie
all'amore rievocativo e ritualizzato delle generazioni a venire, che non lo
dimenticano e pregano per il suo riemergere dal mondo dell'aldilą.
Orbene quest'opera mi ha permesso grazie ai contatti dell'editore (assai
conosciuto in Albania) e in particolare grazie al famoso attore Xhevdet Feri
di conoscere Kristaq Skrami, bravissimo direttore artistico della Compagnia
Pirandello di Valona.
In estate stavo progettando di mettere in scena la mia opera Il  giudice
Fausto  e  l'avvocato  Mefisto.   Storia   di straordinaria corruzione.
Fausto č un giudice e Mefisto un avvocato che lo corrompe promettendogli le
quattro chiavi della felicitą: l'oro, l'eterna giovinezza, il sesso e
l'homunculus, ovvero la procreazione spirituale. Una versione moderna,
originale e spettacolarizzata, nell'interpretazione dell'eterno mito del
Faust.
Per una singolare coincidenza la compagnia Pirandello stava per mettere in
scena col Teatro Stabile delle Marche Corruzione al Palazzo di Giustizia di
Ugo Betti, per cui Kristaq con entusiasmo ha accolto il progetto comune
della doppia corruzione. La mia opera č stata reintitolata Merimanga,
riprendendo un detto di Solone secondo cui "La giustizia č come una
ragnatela dove cadono e restano intrappolati gli insetti piccoli, mentre i
grandi la rompono e fuggono, allontandosi!".
Nella mia veste di drammaturgo(essendo Presidente dell'Unione Europea dei
giudici scrittori - EUGIUS), sono stato definito dalla Fondazione Betti -
bontą loro- "l'erede naturale di Ugo Betti", di cui proseguirei la
tradizione. Entrambi siamo giudici drammaturghi  e Merimanga riprende  il
tema bettiano di Corruzione al Palazzo di Giustizia.
C'erano tutti gl'ingredienti, quindi, per un'operazione teatrale forte nei
contenuti e nelle forme, di grande impatto per il regista e per gli attori
che potevano esplorare il tema della corruzione del terzo potere, portato
avanti da due giudici drammaturghi di stili e generazioni diverse.
I lunghi dialoghi estivi con Kristaq mi hanno permesso di cogliere la
passione messa dalla compagnia Pirandello nella messinscena del mio
spettacolo. Una sorpresa che mi ha commosso č stata la traduzione dell'opera
assai difficile fatta in soli 15 giorni.  Aulona Bequiri, ingegnere chimico
mi ha poi raccontato delle difficoltą incontrate, superate con l'ausilio del
marito Ghenzi, ingegnere meccanico.
Kristaq mi spiegava poi le difficoltą nella messa in scena  del testo di
linguaggio assai elevato  e della gioia nel superarle con espedienti
drammaturgici e scenici davvero efficaci.
Tutto questo mi dava il senso di un meccanismo a orologeria caldissimo,
animato da un fervido spirito di fratellanza, che si muoveva  a realizzare
un'opera decisamente bella.

Come ha vissuto la messa in scena?

"Iam i shkatėrruar nga shpirti shqiptar"!(Sono ammaliato dallo spirito
albanese)
Emozioni su emozioni. Nei giorni meravigliosi del mio soggiorno a Valona,
non avevo un attimo di tregua.
La sera della prima venivo tirato da tutte le parti. Ero felice che poeti
e intellettuali fratelli come Vishar Zithi, Ylli Polovina, Halil Jacellari
si muovevano da posti lontani per venire a vedere la mia opera.
Durante lo spettacolo, pur non capendo le singole parole, percepivo le
emozioni del pubblico attentissimo, in alcuni punti tragici sinceramente
commosso, fino alla standing ovation finale, che ho potuto gustare
trascinato dallo scenografo e dal regista sul palcoscenico.
Dopo č stato incredibile, nella tavolata, ricostruire col bravissimo
regista Besnik Aliaj, con gli attori  a uno a  uno, bevuta dopo bevuta al
grido di gzuar, tutti i momenti del fantastico spettacolo.

Cosa rimane di questa messa in scena?

Valona č una cittą bellissima. Gli abitanti tutti dell'Albania sono
meravigliosi e sono felice di aver contribuito con la mia opera alla
fratellanza italo-albanese.
La riuscitissima rappresentazione dell'opera MERIMANGA   fa parte di una
serie di iniziative che hanno lo scopo di consolidare gli incontri culturali
tra il mondo teatrale, cinematografico e culturale italiano  e quello
albanese.
Altre seguiranno di carattere letterario, cinematografico e ancora
drammaturgico, a partire dalla messa in scena della Scala di Scannerebecco,
di cui si sono fatti parte attiva eminenti personaggi del panorama artistico
italiano ed albanese.
Io voglio personalmente ringraziare tutti coloro che stanno partecipando
attivamente alla realizzazione di tale progetto ed in particolare Kristaq A.
Skrami e la sua Compagnia Teatrale "PIRANDELLO", l'attore albanese Xhevdet
Feri, l'editore Costanzo D'Agostino, il prof. Elio Miracco direttore della
cattedra di letteratura albanese all'universitą di Roma, i principi
Alessandro e  Giulio Castriota Scanderbeg, il prof. Francesco Altimari
dell'Universitą di Reggio Calabria,  le traduttrici Viola Giylbegaj e Aulona
Bequiri,  il poeta Visar Zithi, il saggista Ylli Polovina, lo scrittore
Halil Jacellari, il prof. Tasim Aliaj, i registi Ugo Ciarfeo e Roberto De
Feo, il giornalista Hasan Aliaj, e tutti gli altri artisti, esponenti del
mondo istituzionale, consolare e accademico, gli amici arbereshe che stanno
contribuendo al progetto. Mi scuso coi tanti amici non citati con cui
collaboriamo e collaboreremo certamente in futuro.
Voglio chiudere con un ennesimo brindisi. Gzuar! Grazie di cuore fratelli
albanesi! Che la cultura italiana possa fare tesoro della vostra bravura e
del vostro cuore generoso, abbattendo nel nostro paese i meccanismi
antiquati di produzione di un'arte vecchia per aprire le porte alle nuove
generazioni di drammaturghi del mondo senza confini.
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