Raimondo Grillo e la sua storia |
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L’attività
va bene da subito: ricordiamo che in quegli anni Torre del Greco era una
località balneare molto rinomata, anche grazie al suo splendido mare,
allora ancora pulito, per cui lo stabilimento era molto ben frequentato. Il
forte spirito imprenditoriale spinse il giovane Raimondo, in quegli
stessi anni, ad intraprendere l’attività di organizzatore di
pellegrinaggi al Santuario di
Montevergine. Egli vi si recava fin da
bambino con la sua famiglia (da sempre devota), quando il tragitto fino
al Santuario era fatto a piedi, o al massimo in groppa a dei muli, non
essendovi una vera e propria strada per arrivare fin lì. E così,
quando fu finalmente costruita la strada, Grillo ebbe l’idea di
condurvi più persone, utilizzando dei piccoli camion con pochi posti.
Nel 1947 acquistò un camion più grande,
in grado di trasportare 40
persone. Durante la seconda guerra mondiale il Cavaliere fu richiamato a Roma per il servizio sedentario. Una volta lì organizzò diversi spettacoli teatrali per il suo caro amico Ciro Ascione, in arte Aldo Giglio, primo compariello di cresima,stimato cantante di musica italiana e napoletana, quest’ultima particolarmente apprezzata dal pubblico romano. Gli spettacoli furono un successo: basti pensare che solitamente gli artisti a Roma si esibivano con una sola canzone, mentre Aldo Giglio arrivava a cantare anche sei canzoni a spettacolo. Comunque, dopo 40 giorni di permanenza Raimondo Grillo e Aldo Giglio tornarono a Torre del Greco a causa della guerra ormai agli sgoccioli. Dopo
l’armistizio dell’8 settembre 1943 il cav. Grillo fu catturato dai
soldati tedeschi e condotto prima a Maddaloni e poi a Sparanise, in
provincia di Caserta. Una volta lì, riuscì a mettersi in salvo salendo
su un camion dove c’erano altre dodici persone dirette a Torre del
Greco. Nel
dopoguerra il cavaliere continuava la sua attività di
organizzatore di
pellegrinaggi,
costantemente legato a questa antica tradizione. Fu in
questo periodo che gli venne in mente l’idea di raccogliere in un
disco le più belle canzoni di invocazione alla
Madonna di Montevergine.
Queste canzoni erano intonate durante i pellegrinaggi a piedi e quindi
rischiavano di andare perdute dalla memoria, giacché il Santuario
veniva oramai raggiunto in pullman. Fu così che il cavaliere si recò
al conservatorio di Napoli, presso la casa di Produzione "La voce
del Padrone", proponendo la sua idea al direttore, il quale tentò
di dissuaderlo dicendogli che un disco contenente canti popolari non
avrebbe mai avuto successo. Grillo, deluso, tornò a casa e raccontò l’episodio
al nipote; fu in quel momento che decise che il disco lo voleva fare a
tutti i costi, perché ci credeva. E, infatti, il giorno successivo
ritornò alla "Voce del Padrone" e chiese nuovamente al
direttore di accettare la sua proposta. Quest’ultimo gli ribadì la
sua idea e aggiunse che se veramente credeva nel progetto avrebbe potuto
realizzarlo con i suoi soldi. Grillo accettò la proposta ed ordinò
subito una cassa di duemila dischi, ottenendone l’esclusiva per un
periodo che arrivò fino a 24 mesi. Il lavoro fu intitolato "Canti
popolari alla Madonna di Montevergine", fu inciso, con versi di
Antonio e Domenico Silvestre, dal celebre cantante torrese Domenico
Silvestre, detto "Menegone" e uscì nel 1955. Le prime duemila
copie furono vendute in pochi giorni e così Grillo tornò alla casa di
produzione per ordinarne altri, riuscendo anche ad allungare i tempi d’esclusiva:
dunque chiunque volesse acquistare il disco doveva rivolgersi a lui. Se
ne vendettero più di 15.000 copie in pochi anni, molte della quali in
America. |
Il 12 novembre del 1996 il cavaliere ha donato il disco originale al
Santuario di Montevergine, in segno di devozione alla Madonna: il disco
è stato esposto nel museo del Santuario. All’inizio
degli anni cinquanta Raimondo Grillo è stato fatto Cavaliere del Lavoro
dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Oltre
ai consueti viaggi a Montevergine il cavaliere organizzava anche
pellegrinaggi al Santuario di Padre Pio. In uno di questi il cavaliere
ebbe l’onore di conoscere di persona il sacerdote e di baciargli la
mano. Altre
mete di pellegrinaggio erano Nettuno, per il Santuario di S. Maria
Coretti, martire della purezza, e S. Gerardo. Ormai da diverso tempo il
cavaliere si reca personalmente almeno una volta all’anno a S.
Gerardo, in segno di devozione a questo Santo. Una
miriade di attività, dunque, impegnavano Raimondo Grillo, che oggi si
definisce "un operaio affezionato al lavoro". Ma la sua
carriera non finisce qui: di fronte allo stabilimento balneare che
gestiva, egli possedeva alcune case, dove decise di mettere su un
allevamento di polli. Grillo, da bravo uomo d’affari, sapeva bene che
in quel settore il mercato offriva ottime prospettive e così ebbe l’idea
di aprire un negozio a Torre del Greco: nel 1959 nacque "La casa
del pollo", in Via Diego Colamarino, notoriamente una delle strade
più attive dal punto di vista commerciale. Succedeva
spesso che gli Americani che si trovavano a Torre del Greco nel mese di
novembre chiedevano alla Casa del Pollo del tacchino per festeggiare la
Festa del Ringraziamento, pur essendo lontani dall’America. Le
richieste erano numerose e Grillo si incuriosì. Perché non provare
anche con l’allevamento dei tacchini?", si chiese. D’altro
canto a Torre del Greco non c’era nessuno che allevava o commerciava
questi animali. E così importò cinquanta tacchini dall’America e ne
intraprese l’allevamento. Abbiamo
già accennato alla passione di Raimondo Grillo per il teatro, ma la sua
attività in questo campo è stata così notevole da meritare una
menzione a parte. Partiamo dagli anni trenta, quando il giovane Raimondo
prese in gestione l’arena "Tina Di Lorenzo", teatro all’aperto
in Via G. De Bottis, capace di ospitare cinquecento persone. Grillo vi
organizzò numerosi spettacoli, riuscendo a portare a Torre del Greco,
fra gli altri, Gilda Mignonet, una delle più celebri artiste
napoletane, che fino a quel momento non aveva mai accettato di esibirsi
in provincia. Con la seconda guerra mondiale, la programmazione degli spettacoli fu interrotta, per riprendere intorno al 1946. Essa continuò, con costante successo, fino alla fine degli anni cinquanta. E’ invece agli anni sessanta che risale il curioso episodio che vide coinvolto il celebre maestro Sergio Bruni: questi avrebbe dovuto esibirsi al teatro Iris, ma non fu possibile a causa di un suo abbassamento di voce. Il cavaliere decise di invitare lo stesso il maestro, per non venir meno all’impegno preso con il pubblico. E perché la gente si avvedesse della sua presenza, lo fece stare in biglietteria a dare una mano. Ma il nome di Grillo è legato anche a quello della squadra di calcio Turris. Da sempre tifoso della polisportiva corallina, il cavaliere ne ha seguito le vicende fino all’arrivo del capitano Giovanni Di Maio, suo caro amico. Ricordiamo inoltre che, il 12 novembre del 1950, in occasione dell’inaugurazione dello stadio Amerigo Liguori, Grillo aprì un bar per la vendita di vari prodotti. Inoltre collaborò con il presidente Tonino Garofalo all’organizzazione della squadra di calcio minore Fortitudo Audace. Ancora il cavaliere ebbe occasione di avviare alla carriera di motocross il giovane e promettente Enrico Granato, del quale fu anche testimone di cresima. Il ragazzo aveva sempre nutrito una gran passione per le moto, dimostrandosi particolarmente abile nelle competizioni sulla sabbia, dove c’è bisogno di maggiore tecnica e di una notevole forza nelle braccia. Grillo appoggiò il giovane, sostenendolo anche economicamente, fin dall’inizio. E ancora una volta non si era sbagliato: Enrico vinse più di cento coppe, anche in competizioni a livello nazionale. Nel
frattempo il cavaliere era entrato a far parte della commissione
giudicante di queste gare. Al termine di una di queste, durante la
cerimonia di premiazione, svoltasi a Reggio Calabria, ricevette un
diploma, una targa e una coppa di riconoscimento. |