Tappe Importanti della mia vita:
Nato il 4 Febbraio del 1946 in II° Vico
Agostinella.
quarto di sette figli , precisamente
dopo Carolina , Carmine, Francesco e prima di Lucia, Vincenzo e Annamaria
figlio di Giuseppe Di Luca (di professione marittimo) detto "O
Ramignaro" e di Manna Enrichetta (casalinga).
La mia infanzia, come per tutti i bimbi
nati subito dopoguerra è piena di stenti, ricordo che la mamma per
arrotondare il bilancio , lavorava il "Bancariello, ovvero la
bucatura del corallo.
Come tutti i bimbi della mia età
incomincio le elementari in corso Garibaldi(abbasciammare) col professore
Tucci Vitiello Domenico, quelle poche volte che i miei genitori riuscivano
a parlare col maestro esso si raccomandava di farmi andare avanti con gli
studi in quando ero abbastanza bravino ,
purtroppo la verità in casa era tutt'altra ma lui, poverino, il
professore, non lo poteva sapere, però oggi a distanza di cinquantanni,
penso che qualcosa aveva intuito ,perche a volte in aula veniva
sorteggiato un panino o casatiello piccolo stranamente ero sempre io a
vincerlo sarà stata fortuna, o qualcosaltro?
Durante gli anni di scuola nel pomeriggio lavoravo nella Pasticceria
"Ignarra a San Gaetano.
Quel periodo per me è stato di grande
insegnamento, prima di tutto per la gran generosità che la Famiglia
Ignarra nutriva nei miei confronti, e poi a fine giornata mi davano sempre
qualcosa da portare a casa. Di pomeriggio con Pasquale (figlio di Don
Ciro)ci facevamo delle grandi partite nel laboratorio con un pallone fatto
di stracci che Pasquale stesso costruiva nel laboratorio , ma io
stravedevo per Alfredo,infatti in famiglia c'era rivalità sportiva in
quando Pasquale giocava portiere della Turris Boys e Alfredo attaccante
dei "Falchi Rossi", le volte che Don Ciro andava agli incontri
faceva un tifo per Pasquale. Alfredo era considerato il ribelle della
famiglia e questo don Ciro non lo tollerava.
Grazie a loro due che mi affezionai al calcio. E devo anche dire che mi
innamorai della figlia piccola Elena (ma lei di poco più grande di me
manco si accorgeva di questo mio interessamento nei suoi confronti e credo
che non l'abbia mai saputo...o voluto sapere.
Naturalmente dopo i cinque anni delle
elementari abbandonai la scuola, per affrontare "l'altra scuola"
quella della strada per sopravvivere.
Gran parte della giornata era il mare
per me a pochi passi , ed era l'unico svago della mia fanciullezza, anche
perché il mare ti offriva tanti prodotti gratuiti che ti permettevano di
fare mercato
per esempio vendere cozze e padelle, o
addirittura preparare i cosiddetti prodotti, incamminarci verso la
trattativa era definita "gallegari" dove in cambio dei frutti di
mare i contadini ci mettevano a disposizioni le piante di fichi o altri
prodotti e noi ci abbuffavamo ,saltellando sugli alberi come scimmie.
Eravamo degli irresponsabili, prima perché tanti prodotti li facevamo
dove erano proibiti, e poi ricordo che una volta una vecchia contadina ci
chiese se gli potevamo portare qualche seppia, noi gli dicemmo di si , e
puntualmente il giorno dopo salito il canalone gli portammo i soliti
prodotti (Cozze e padelle) e ci mettemmo le monache di mare e loro
poverine furono ben contente.
Le interminabili partite di pallone che
facevamo in mezzo alla strada, sempre nella zona di mare, la partita
veniva interrotta non per uno spot pubblicitario ma ogni qualvolta passava
qualche macchina, quante rotture di vetri, però la gente non si
arrabbiava più di tanto bastava rimettere a posto il tutto e finiva li.
Metà anni cinquanta feci il salto di qualità ,trovando una occupazione
in quel di Antonio Palomba(Mobilificio) a Cesare battisti dove già
lavoravano i miei fratelli maggiori , la paga era di 150 lire al giorno,
il lavoro non era di mio gradimento. Nel pomeriggio il fiduciario della
ditta assicuratosi che ero presente io cercavo di scappare, e quando ci
riuscivo cercavo di entrare nel cinema "Vittorio e spesso ci
riuscivo.dove proiettavano film come "Arrivano i nostri".
Fu grazie ad un certo Vincenzo Farese
che spesso ci invitava a frequentare i salesiani ad Ercolano per
partecipare a veri campionati di calcio con tanto di magliette e pantaloncini
che Don Capoccio affittava (al prezzo di lire 10) ad ogni
incontro di calcio , l'unico handicap era quello che alla domenica
bisognava essere presente alla Santa Messa, pena l'esclusione della
partita stessa, fummo lesti a preparare una discreta squadra
soprannominata "Vichinghi ,il nome era fatto apposta per il nostro
modo di presentarci ,premetto che io non facevo parte di questa squadra ma
partecipavo come persona interessata ai fatti , infatti anche noi ci
costruimmo una squadra denominata Olimpic e facemmo la nostra bella figura
, ma credetemi essere presente alle otto di mattina per la Santa messa
tutte le domeniche era veramente dura.
Poco dopo i miei fratelli partirono per
la pesca del corallo con le famose Coralline.
Non tutti hanno raccontato che i giovani Torresi partivano non per chissà
quali guadagni ma in cambio di sei bruttissimi mesi di questa dura vita,
veniva concessa a loro il tanto sospirato libretto di Navigazione e grazie
a questo stratagemma naturalmente tutto a favore dei padroni di coralline
al ritorno la Capiteneria per incanto trasforma il foglio immatricolare
con il libretto e questo aiutava i torresi a trovare più facilmente un
imbarco.
Molti dei nostri concittadini al ritorno delle coralline a Torre erano
irriconoscibili ,per lo stato in cui erano stati tenuti in quei sei
lunghissimi mesi. Tra turni massacranti , dormire poco o niente sui cosiddetti
"rezzinelli", quando tornavano a casa sembravano usciti da chissà
quale prigione.
Lo sciopero dei marittimi a Torre ha segnato un'altra tappa nella mia vita
, ricordo che noi ragazzi eravamo in prima fila assieme alle donne per
sfidare la polizia schierata in assetto di guerranella zona di Piazza
Santa Croce (nelle vicinanza dell'ex Bar De Nicola. Non mi rendevo conto
di quello che stava succedendo, per me era un gioco,
(segue a lato)
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partecipavo con
l'entusiasmo e l'irresponsabilità dei miei dodici anni, a pensarci bene
quanti rischi ho corso ,anche perché allora si sparò per davvero.Oggi mi
chiedo ma la mamma perché non mi aveva avvisato dei rischi che andavo incontro
on mi diceva niente dei rischi che correvo, ma poi pensandoci bene
sicuramente lei era impegnata a farmi trovare almeno un piatto caldo al
mio ritorno a casa.
Fino ai sedici anni li ho trascorsi tra
il mobilificio Palomba ed i "Salesiani poi un brutto giorno mamma mi
disse senza mezzi termini che per essere un vero Uomo dovevo seguire le
orme dei miei fratelli, io le risposi che alla pesca del corallo non
ci sarei mai andato e lei trovò subito il rimedio infatti
parlò con mio fratello Carmine (Che nel frattempo lavorava sulle navi)
infatti nel giro di pochi giorni mi arrivo a casa il cosiddetto
"PRONTO IMBARCO" andai in Capitaneria di Porto di Torre per
accedere finalmente al famoso Libretto di navigazione c'era solo un
problema che essendo io minorenne ci voleva un consenso paterno, assente
il Papà la mamma decise di essere lei presente per apportare la firma
affinché io diventassi un vero "UOMO", infatti con matricola
39512 e con un libretto sottobraccio la sera stessa partii per Savona
,dove la nave aspettava me.
Io che al massimo ero
stato ad Ercolano mi sobbarcai dei circa settecento Chilometri e partii
con tanta rabbia e solitudine, ricordo come fosse oggi anche perché avevo
la temperatura a 38 la voglia che io diventassi OMMO era tanta che
accompagnatomi a Napoli mi sistemarono nel Treno e partii malgrado avessi
38 di febbre e iniziò la mia vita marinaresca chic.
La Nave era denominata "Daines"
e l'equipaggio era formata da marittimi di Marina di Carrara, il
comandante si chiamava Cucurnia Giacomo ed il Nostromo Aurelio Aureli, era
il 4 marzo 1962 ,pochi giorni prima in Italia era nato il prima governo di
Centro sinistra il presidente è Amintore Fanfani.
Comunque si parte da Savona per la
Spagna e precisamente Castellon de la Plana il viaggio fu per me una vera
odissea tra il vomitare e la nostalgia per il lasciato era talmente tanta
comunque, quanto ho pianto quando la giornata ti lasciava , per completare
suo ciclo la tristezza ti soffocava in tutta la sua durezza e lasciava in
me la rabbia dei giorni andati . Mi portavo nella mia cuccetta tutta la
solitudine ,oramai l'impatto era stato dei più traumatizzanti ,lasciare i
tuoi coetanei e stare a parlare con gente che da tanti anni faceva vita da
recluso (D'altronde una nave non è altro che una piccola isola e a tua
disposizione ai solo pochi metri quadri l'unica cosa che abbonda è il
cielo e il mare quando ho navigato ho navigato. Loro ti cercavano di
insegnarti a fare nodi …sapessi a me quanto la cosa interessasse.
L'imbarco durò sei mesi.dopo la rabbia
subentrò la rassegnazione, che fare tornare alle 150 al giorno oppure guadagnare
le 28.000 mila lire che mi passava l'armatore.
Durante i sei mesi trascorsi su questa
barca diede a me l'esperienza di conoscere nuove Nazioni. Conobbi la
Francia, la Spagna, che mi piacque subito per la sua somiglianza
all'Italia e soprattutto mi accorsi che molte parole dette in lingua
Napoletano somigliavano al loro idioma, poi l'Algeria dove subimmo un
piccolo attentato (ci fecero saltare lo scalandrone) infatti in quel
periodo in c'era un po di Caos, poi i paesi dell'Est Romania, Bulgaria e
soprattutto la Russia, la mia tanto adorata Russia, devo dire sottovoce
che ne rimasi deluso, appena attraccati e con una temperatura polare ci
avevano piazzato un militare allo scalandrone e questo a noi non piaceva
affatto ,anche perché ci facevano una perquisizione minutissima ,ma noi
malgrado tutte le perquisizione riuscivano a contrabbandare , i prodotti
più richiesti erano i Trench ,la biancheria intima femminile e penne Bic.
In cambio prendevamo i famosi Rubli e le franchigie uscivano Gratis anche
se con la stessa mercanzia si poteva ottenere l'utile e il dilettevole.
Quello che più mi colpì in questi
Paesi erano le enormi ville che ospitavano migliaia di giovani e quando
noi ci accostavamo a loro, incominciavamo noi a cantare e loro che
suonavano benissimo ci accompagnavano in veri e prori concerti (era
l'inizio del Karaoke) e devo dire che si rimorchiava on estrema facilità.
Poi la mamma ci aveva sempre detto che
le sorelle femmine dovevamo sistemarle noi figli maschi tutt'oggi ancora
non riesco a giustificare questa arcaica e preistorica consuitudine tutta
torrese.
Non riesco a spiegarmi il perché la
donna di Torre al Matrimonio(almeno fino all'ora) e forse ancora oggi deve
portarsi dietro oltre il corredo ,che pure vale svariati milioni doveva
arredare la casa boh?
Dicevo che l'imbarco duro sei mesi e
l'esperienza fu traumatica, ricordo che durante l'imbarco la nave fece
scalo a Pozzuoli e finalmente tornai a casa per un permesso di qualche
giorno. L'arrivo a casa fu festeggiato da mia madre con lanci di confetti
e pasticcini vari ,per qualche attimo restai senza parole, subito dopo
riscesi per rincontrare gli amici di sempre ,purtroppo mi resi conto che
qualcosa si era rotto , anche se c'è la
tendenza a raccontare le cose positive come ho conosciuto una Olandese o
francese e così via ,rifiutandoci di raccontare tutte le cose negative
come quando per giorni non si poté mangiare per il continuo rollio della
nave e così via.
Oramai ero stato contaminato dalla droga
del dio denaro (l'unico lato positivo della vita da Marinaio)e continuai
il mio percorso , il mio secondo imbarco fu su una nave che l'armatore Del
Gatto di Torre si era comprata nel porto di Goteborg (Svezia) la nave era
una vecchia carretta in disarmo a chissà quando tempo , Il capitano
d'armamento a Napoli fece l'equipaggio e dopo qualche giorno partimmo da
Napoli per la Svezia, L'armatore comprò un quantitativo enorme di pasta,
pelati e tanti altri generi che viaggiò con
noi , alla ferrovia di Napoli l'armatore pensò bene di dare la prima
classe al Comandante direttore di Macchina, il marconista e qualche
ufficiale mentre noi restante della ciurma fummo stivati in classe
turistica con tutto il materiale stipato nel nostro scompartimento, il
viaggio fu una catastrofe, perché arrivati ai confini staccarono le
carrozze e prendemmo due strade diverse, l'inghippo era che i biglietti li
aveva il comandante e quando ci accorgemmo del tutto fu oramai troppo
tardi, a tutt'oggi non so come ci abbiano permesso di farci proseguire il
viaggio però gli sfottò di mezza Europa li ricordo eccome. Specialmente
quando c'era una coincidenza in qualche stazione ferroviaria.
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