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RICORDI TORRESI   a cura di Peppe D'URZO

Vincenzo Di Luca:
 l'amicizia di una vita

"La morte non è niente, sono solamente passato dall'altra parte: è come se fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami col nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Continua a ridere di quello che ti faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome pronuncialo senza la minima traccia d 'ombra o tristezza. La nostra vita è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami. il tuo sorriso è la mia pace."
          Sant'Agostino (Tagaste, 354-Ippona, 430)

Quando ho saputo della sua improvvisa dipartita, ho avuto un colpo al cuore. Mi si gelò il sangue nelle vene e non riuscivo a credere alla terribile notizia. L'amicizia di una vita si era estinta, spegnendosi in modo inatteso e fulmineo. Poi mi recai a casa sua per le dovute condoglianze e man mano che incontravo conoscenti ed amici, dicevo loro: "Ditemi che non è vero..." Abbracciai i figli e la moglie Sara, la dolcissima Sara, la sua ideale compagna di vita, la quale, con le lacrime agli occhi, mi confessò: "Caro Peppe, qualche ora prima di spirare, Enzo stava leggendo il tuo libro sulla Turris..." Il suo sguardo intenso e queste commoventi parole penetrarono dentro di me ed ebbi una attimo di ponderata riflessione rimanendo senza parole... come se una voragine si fosse aperta sotto i miei piedi ed io precipitai senza mai toccare il fondo.
Vincenzo Di Luca ("Enzo") era nato a Torre del Greco l'11.07.1951 ed ivi deceduto il 18.12.2011, da Domenico, titolare di "tuorno" (Tornio al corso V Emanuele (prima dell'attuale libreria Mondadori di Carmine Paino), ex marittimo, detto "Mimì 'a signora", e da Elena Maria, casalinga.
Si unì in matrimonio nel 1979 con Serafina Bianco ("Sara"); due figli: Elena e Domenico. Ex marittimo (reparto camera) con la società "Italia" e pensionato delle ferrovie dello stato. Quel pomeriggio del 18 dicembre 2011 andai allo stadio "A. Liguori" per assistere all'incontro casalingo Turris-Francavilla 1-2: era 1'ultima gara di andata di serie D girone "H" 2011/12. Attesi invano la sua venuta fuori l'entrata della Tribuna. Lo avevo sempre fatto in precedenza per parlare dell'andamento del campionato e della nostra amata Turris. Il suo posto, ove era solito sedersi per gioire e soffrire, poi era vuoto e le mie palpebre si inumidirono. .. Infine un accorato e prolungato applauso ha accompagnato la notizia della sua dipartita annunciata dallo speaker, il grande Antonio Ascione ("Antonascio") prima del fischio di inizio. "Enzo", uomo carismatico e punto di riferimento per i suoi cari e familiari, oltre ad essere stato da circa 50 anni, un carissimo amico (frequentavamo il parco Primavera di via I. Sorrentino giocando a pallone con altri coetanei, è stata una persona che ho molto ammirata, con  la quale colloquiavo e mi confidavo facilmente. Irriducibile, onesto, sincero, e vero come pochi. Modesto e schivo, dai gusti semplici, alla buona, tranquillo, poco in mostra, equilibrato ed altruista. Ha sempre onorato in modo notevole sia in teoria che pratica, la dignità, l'incomparabile forza d'animo, la generosità ed i valori umani. In lui

ho scoperto profondi significati che ogni uomo porta con sé e la ricchezza morale che ognuno può trasmettere a chi lo frequenta. Sempre schietto ed abituato ad andare al sodo. Il lavoro e la famiglia hanno scolpito il suo cuore. Sempre lontano da ogni esibizionismo, gentile, e linfatico. Era un treno che non si fermava mai; spesso lo incontravo in vesuviana, dopo aver preso il giornale correva a casa; qualche battuta di circostanza, e poi via di corsa. Gli piaceva correre e di buon mattino lo vedevi correre per le strade cittadine, fosse sognando quei paesaggi americani come nel film "Forrest Gump". E poi la passeggiatina col fido cane "Sir Williams", un placido bassotto inglese. E qui emergeva il suo senso civico (come ricorda la "Tofa" dell' 11.01.2012) in quanto armato di paletta e sacchetto, rimuoveva i bisognini del quadrupede. Come dimenticare il suo volto di stile anglosassone e quel filo di barba alla Sean Connery (attore cinematografico Scozzese, 1930) e il suo aspetto giovanile. Vincenzo era gioviale ed aperto alla conversazione; un uomo capace di sinergizzare informazioni, esperienze ed intuito; un uomo con piccoli punti deboli comprensibili, ma di virtù titaniche. Affabile e dotato di un forte senso pratico e di una profonda eticità; saldissimo delle proprie decisioni; capace, duttile, accorto parlatore, socievole, di elasticità mentale, intelligenza, semplicità, modestia, moderatezza e preparazione. Ha lasciato una traccia profonda e duratura... Era un vero simbolo di amicizia. Era un tifosissimo della Turris ed un grande "Cuore Corallino". Intenditore di calcio in special modo della serie C e dilettante. Ha giuocato a pallone in gioventù nell'Alba Primavera e nell'Audace (giovanili); era un forte attaccante col fiuto del goal. Quel 15.06.1977 eravamo in tribuna allo stadio "Partenio" di Avellino ad assistere a Benevento-Turris: 0-2 finale play-off per il passaggio in serie C/1. Eravamo seduti vicino, poi tutti in piedi ad applaudire i nostri eroi che vincevano... Mancava poco alla fine della combattuta disputa, quando ti sedesti e mi chiedesti quanti minuti di recupero l'arbitro aveva concesso. "Enzo, l'arbitro ha dato sei minuti di recupero, un altro mezzo tempo.. .". Ed egli, con le mani nei pochi capelli, rimase accomodato sino alla fine. Poi il tripudio. . . "Ciao Enzo", ora ti do del tu confidenziale, sei stato un generoso compagno di vita, mi congedo da te con una frase di Ralph Waldo Emerson (1803-1882, filosofo, poeta, scrittore e saggista statunitense): "Lo splendore dell'amicizia non è la mano tesa, ne il sorriso gentile, né la gioia della compagnia: è l'ispirazione spirituale quando scopriamo che qualcuno crede in noi ed è disposto a fidarsi di noi".
Le esequie ed il trigesimo si sono celebrati nella chiesa dello Spirito Santo in Vesuviana al cospetto di tanta gente che ti ha sempre stimato ed apprezzato. Si rinnovano le sentite condoglianze da parte della cittadinanza, dei tifosi "Corallini" ed dalla redazione di "Tutto è..." al suoi cari, fratelli, sorelle, conoscenti e familiari tutti.