RICORDI TORRESI a
cura di Peppe D'URZO
Antonietta Ferraiolo,
figlia della
guerra
di CARLO BOCCIA
Io nun capisc 'e vote che
succede e chello ca 'se vede nun se crede nun se crede. E' nato nu
criature e' nato niro e a mamma 'o chiamma Giro Sissignore o chiamm
Giro.
(da: "Tamrnurriata nera",
di E. Nicolardi-E.A.Mario; 1944)
Questa che vi racconto è
una storia vera, piena di emozioni e colpi di scena, iniziata a Napoli
alla fine dell'ultima guerra, e vissuta a Torre del Greco alla via Largo
Bandito. La trama emozionante e commovente, è l'insano e disperato gesto
di una madre e l'incoscienza degli uomini di fare la guerra. La città di
Napoli è invasa dagli alleati anglo-americani, i "liberators"; il 1°
settembre 1944 nasce Antonietta Ferraiolo, figlia di Annunziata,
concepita con un soldato americano di colore; la bambina è di colore
nero e le fu dato il nome di Antonietta con il cognome della madre
Ferraiolo. Dopo pochi mesi la porta a Torre del Greco, lasciandola fuori
l'ingresso del convento delle suore dell'ordine degli Angeli che si
trovano nel palazzo Spinelli detto del "Cardinale". Come la madre ha
saputo di queste suore non si sa. Ma sono anni di guerra e sfamare le
persone è un problema, anche per un ordine religioso, così le suore si
rivolgono ad Ascione Francesco di mestiere rigattiere (saponaro),
che aveva contatto con il convento, proponendogli di prendersi cura
della piccola. Questi riferisce il tutto alla moglie Nutolo Lucia, una
sfollata di Napoli che si trova insieme al marito ed il figlio Salvatore
a Torre, causa i bombardamenti alla marina che ha distrutto la loro
casa, che accetta subito. All'epoca non c'erano pratiche burocratiche
per l'adozione, e Antonietta va a vivere al Largo Bandito 18, in un
sottoscala, insieme a Francesco, Luisa e Salvatore Turiniero, figlio del
primo marito di Luisa, un ragazzo molto infantile, facendo una vita
sacrificata. Passano gli anni, ma la madre naturale per istinto di
natura, si informa e sa sempre dove si trova la sua creatura. Così, dopo
due anni si presenta a casa al Largo Bandito. Si fa riconoscere e
rivuole la figlia. Ma fu cacciata in male modo dalla signora Luisa che
le rinfacciò l'insano gesto. In seguito ci fu un colloquio dalle suore
fra le due madri ma la spuntò la signora Luisa. Nel 1964 la signora
Luisa fu ricoverata a Napoli, e Antonietta che ormai aveva 20 anni la
assisteva amorevolmente. E fu all'uscita dell'ospedale che decise di
svelarle un segreto; "visto che siamo a Napoli, - le disse - ti devo
portare in un posto". Andarono a casa della madre naturale, che appena
la vide scoppiò in un pianto, facendosi così riconoscere svelandole la
sua identità. "Ma questa perché piange? La mia vera madre è lei che mi
ha cresciuto, a te non ti conosco", fu la risposta di Antonietta. Il
tempo passa e la signora Luisa termina la sua vita terrena, Antonietta
riprende contatto con la vera madre, che le racconta chi era il padre:
un tenente di colore americano originario della California di nome
Richard. Poi si scusò con lei, che non l'aveva mai abbandonata, ma
affidata alle suore di Torre del Greco, lontano da Napoli. Ad Annunziata, rampolla di una famiglia benestante partenopea,
fu imposto l'abbandono della bimba dalla pelle nera, per evitare un
clamoroso scandalo. Anche nel film "Matrimonio all'italiana", (regia di
Vittorio De Sica - Italia 1964), la bella Filumena Marturano porta i
suoi |
LE FOTO: ANTONIETTA FERRAIOLO OTTOBRE 2011; LARGO BANDITO OTTOBRE 2011;
PALAZZO DEL CARDINALE ANNI 60-70
tre figli del peccato in
provincia. Come si sa, era
l'epoca della "Tammurriata
nera" ed. E. Nicolardi ed E. A. Mario che puntualizzarono "nu fatto
niro niro"; i soldati americani lasciavano a Napoli i loro amori
"vagabondi" avuti con donne sia per miseria, necessità e disperazione in
cambio di viveri. Quei bambini mulatti, scuri di pelle parleranno e
porteranno un nome napoletano: Ciro, Antonio, Ciccio e Peppe; essi sono
la testimonianza vivente del dolore e della vergogna di una città
martoriata dalla guerra. Da menzionare, inoltre, il mitico sassofonista
James Senese, anch'egli "figlio della guerra".
Le raccontò che il padre la voleva portare in America, ma lei si oppose
e lui per vendetta le sparò con la pistola, ma senza colpirla. Lei lo
denunciò e gli fece perdere i gradi. Dopo la guerra rimase a Napoli dove
mori. Riconosciuta dal consolato americano, Antonietta fu assistita fino
all'età di 18 anni, con una somma mensile, e periodicamente venivano a
Torre anche due donne dell'ufficio assistenza, per verificare le sue
condizioni di vita, facendole molte domande, proponendole anche se
voleva andare in America. Dalla famiglia della madre non fu mai
accettata, e quando lei morì non glielo fecero sapere; ricorda che le
rassomigliava tanto.
Prima di sposarsi andò a casa di una zia, sorella
della madre per invitarla alle nozze; ci fu un netto rifiuto... Si è
sposata l'8 agosto 1968, con Autorino Angelo di Terzigno, morto nel
1977, sono nate due belle figlie Rosa e Giovanna adesso sposate.
Questa
è la storia di una donna, "figlia della guerra", una storia da
raccontare: iniziata male ma con lieto fine. Ora Antonietta vive felice
nella sua casa al Largo Bandito 10, ormai fa parte della grande comunità
di "abbasc a mmare" parla torrese ed ha sempre lavorato
onestamente, ed è molto benvoluta nel quartiere.
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