RICORDI
TORRESI a cura di Peppe D'URZO
"
Mimi 'u tedesco"
"Vivi ancora con noi
nella luce del ricordo: guidaci dal cielo come ci guidasti in
Terra". I suoi cari
"lo
sono la resurrezione e la vita: chi crede in me... vivrà in eterno. Io
credo... la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen. "
Domenico Longobardi era
nato a Torre del Greco l' 11.03.1902 ed ivi deceduto il 03.03.1964, da
Domenico (marittimo), e da Anna Ciliberto. Quattro figli: tre femmine
(Colomba, Olimpia, Emma) ed un maschio. Era detto "Mimi 'u tedesco"
per i capelli biondi e gli occhi celesti che la madre natura gli donò.
Originario di 2° vico Abolitomonte, sin da ragazzo fu preso dalla
passione del gioco del calcio; nasce mediano, poi ala sinistra (era un
mancino naturale). Frequentò l'Ass. Cattolica "Nova Juventus", con sede
in via S. Noto, attigua alla Basilica S. Croce, giocando nella squadra
di calcio "Nova Juventus Turris" a 18 anni. Poi in altre squadre locali:
Fortitudo, Fortitudo Turris, Sporting Club Palomba. U. S. Torrese (come
giocatore ed allenatore, ottenendo lusinghieri successi) e Turris (come
collaboratore).
Appese le scarpette al classico chiodo, andò per mare
come marittimo, prima come carbonaio e poi cameriere. Imbarcò con la
società di navigazione "Scimicariello" di Napoli, con sede in P.zza
Municipio (navi da carico, petroliere e porta-rinfusa). Per esigenze di
copione e per il mantenimento della famiglia, aveva quattro figli,
intraprese questa attività lavorativa, come i tanti torresi che negli
anni '50 e '60 andavano per mare... Ai primi imbarchi, decise di
fermarsi a Gibilterra, ove comprò in uno "store" organizzato un pallone
di cuoio, made in England. Tornò a Torre con vari treni e lo mostrò agli
amici, affermando che i palloni inglesi erano i migliori del mondo,
quelli italiani erano modesti, poiché mal cuciti ed allacciati... giocò
alcune partite fra gli amici che rimasero favorevolmente sorpresi da
quella palla di cuoio, color marrone chiaro. Purtroppo a causa di un
virus tropicale alle mani e ai piedi, ebbe seri problemi che lo
portarono pian piano al decesso. A Gibuti (ex Somalia francese ed
attuale Repubblica di Gibuti, stato dell'Africa Orientale dal 1977)
probabilmente un morso di qualche insetto gli causò una malattia, allora
sconosciuta... Don Mimì, militare di leva in esercito, visse l'ultimo
conflitto mondiale a Torre. Dalle sue parti esistevano ricoveri anti
aerei in Corso Avezzana e Via V. Veneto. Fu costretto a "sfollare" a
causa di bombardamenti aerei, in un paesino del casertano, unitamente ai
cognati Balzano, titolari di fabbriche di mattonelle in Via Ponte della
Gatta e Via G. De Bottis ("'u vico 'dda croce"). Qui rimase
nascosto coi parenti in una botola sotterranea per i rastrellamenti dei
soldati tedeschi, dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, che razziavano
e portavano via quello che loro serviva; erano in ritirata verso la
linea "Gustav" in direzione Montecassino. Fece ritorno a casa con gli
anglo-americani, i nostri alleati, coi quali la vita cominciò a
sorridere.
Domenico era una persona per bene; sembrava un uomo duro,
ma era docile, semplice, forte e leale; parlava con lo sguardo e gli
piaceva ben vestire ed apparire. Calcisticamente era provvisto di
bravura, stile, generosità, intuito ed intelligenza. Appassionato di
musiche liriche e delle classiche canzoni napoletane. Aveva rispetto per
la maglia, per il popolo dei tifosi e per i compagni. Era bravo sui
calci d'angolo, realizzandone circa dieci goals; in un incontro della
Torrese al campo "Fienga" (che perdeva 1/0) al 90' circa, batté per poco
nella traversa. Delusione e rabbia fra i nostri sostenitori, ci fu anche
qualcuno che gli tirò delle pietre, una delle quali lo colpì ad una
spalla; era un calciatore gentiluomo, uno di quelli che se giocava per
la tua squadra non potevi non amare; parlava poco, sottovoce, sempre con
educazione e rispetto. Era un mancino dai piedi buoni con una certa
propensione alla porta avversaria; non si dava delle arie, ci sarebbe
piaciuto chiedergli cosa pensasse di chi se le dava, e, magari a lui
poteva solo lucidargli gli scarponi. Mimì era un grosso estimatore del calcio inglese
(ufficialmente il calcio nasce il 26.10.1863 a Londra come "Football |
LE FOTO: DOMENICO
LONGOBARDI (DETTO: ''MIMI' U TEDESCO"); IN DIVISA DA CALCIATORE; CON LA
SQUADRA DELLO "SPORTING CLUB PALOMBA" (E' IL QUARTO DA SN. IN PIEDI);
NELL'U.S. TORRESE (E' IL PRIMO DA DX. IN PIEDI); STAGIONE: 1931/32.
Association"; le origini risalgono all'XI secolo in Cina e Giappone e
poi a Firenze nel XIII secolo). Era tifoso della Roma. Una volta il
figlio Vincenzo ragazzino, ancora profano del calcio, compilò una schedina
del Totocalcio e in: Roma-Spal mise il segno 2, ma il padre lo
cambiò in 1; risultato finale: 0/1... Erano i tempi delle famose ali
sinistre che portava nel cuore: lo svedese Ame Selmosson (detto: "raggio
di luna"), il brasiliano Mario Zagallo, lo spagnolo Francisco Gento,
l'argentino Ernesto Cucchiaroni (diminutivo "Tito"), l'ungherese Istvan
Nyers, il danese Karl Aage Hansen, l'ungherese Zoltan Czibor, gli
italiani Giampaolo Menichelli, Ezio Pascutti, ecc. Negli ultimi tempi
collaborò con la Turris, i cui dirigenti, fra cui F.sco Coscia ("Cicciotto"),
gli chiedevano consigli prima di ingaggiare qualche calciatore, non
ultimi: De Luca e Perfetti, militari di leva; (campionato di
Promozione-"c"; 1957/58).
Longobardi è una figura antica di un calcio antico nella nostra città.
E' una immagine che deve continuare ad essere ricordata. E' l'epoca di
un uomo che seppe dare ai suoi giocatori uno stile ed un atteggiamento
in campo, che, nonostante i decenni passati e i ricordi in bianco e
nero, rimangono ancora vivi e brillanti nelle menti di tutti gli
sportivi; era una delle pietre miliari del calcio a Torre del Greco.
Salutiamo e ringraziamo di cuore il figlio Vincenzo (pensionato
marittimo; vive a Genova) e la figlia Maria (coniugata col caro amico
Tonino Malvone: Vive a T/Greco) che hanno contribuito alla stesura di
questo articolo a ricordo del diletto genitore; altri germani Domenico
(pensionato marittimo; vive anch'egli a Genova) e Anna che abita a
Scafati (SA).
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