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Gigino 'u Bengasino
di Peppe d’Urzo

Luigi Borriello, alias "Gigino ’u bengasino" è nato a Torre del Greco il 27/06/1933 da Salvatore, marittimo/nostromo e da Filomena Di Luca, casalinga; tre figli: due maschi e una femmina; originario di via San Giuseppe alle Paludi. A tre anni si trasferisce con la famiglia in Africa Settentrionale in quel di Bengasi (città della Libia in Cirenaica conquistata dagli italiani nel 1911 e

           

occupata dagli inglesi il 20 novembre 1942), poiché il padre, militarizzato nella circostanza, era addetto alla disattivazione delle mine fuori il porto libico. Rimane sul suolo africano, usufruendo di quel "posto al sole" fino agli inizi dell’entrata in guerra dell’Italia (10/06/1940), facendo ritorno in patria sul "Conte rosso"; il padre vi rimase, e, con gli eventi bellici che si susseguirono, fu preso e fatto prigioniero dagli inglesi, rimpatriando, poi, con l’ausilio degli alleati. Luigi ricorda il sereno periodo trascorso a Bengasi, le scuole italiane ed i ragazzi locali coi i quali giocava insieme. Tornato a Torre andò ad abitare al Corso Cavour ed in seguito in via Fontana; era il triste momento degli allarmi aerei, dei ricoveri e dei bombardamenti che arrecavano distruzione e morte; una sua zia morì durante un’incursione notturna al Corso Cavour alla vigilia di Pasqua del ’43. Altro trasferimento in una casa in affitto in via Lava Troia; qui in alcune terre interne vi erano accampati e attendati i tedeschi, sulla via della ritirata alla fine del mese di settembre 1943. I soldati, che incutevano paura, una volta andati via, lasciarono l’accampamento che fu preso di mira dalla gente del luogo in cerca di qualcosa da mangiare; poi ci fu l’arrivo liberatorio degli alleati che portarono pane bianco, alimenti vari, sigarette, biscotti, sollievo, familiarità e dialogo.

Egli frequentò la prima e la seconda elementare a Bengasi, poi, a Torre, in via Vittorio Veneto; le medie alla "G Leopardi" al v/le Cristoforo Colombo; il liceo scientifico a Napoli e solo tre anni all’Università (facoltà di matematica). E come i tanti giovani di allora lo prende la passione per il calcio; erano i tempi della palla di pezza e delle scarpe rotte; tante le sfide in istrada fra via Fontana e Corso Cavour; le gare "ufficiali" si disputavano, invece, in via Comizi ("’Mmieze ’u cappellone") al cospetto di numerosi tifosi che assistevano a giocare nell"’Avanti" ed in altre squadre, disputavano anche campionati sul campetto dei Salesiani a Resina (attuale Ercolano), altro palcoscenico calcistico per giovani promesse.
Poi, grazie al tuttofare, Angelo Vermillo, maresciallo di Marina, allenatore e "talent scout", passò alla Turris boys coi vari V.zo Perez, Gigino  Serpe, Aniello e Leonardo Palomba, Peppe Aromino (’Zeppella"), Luciano Piediferro ed altri. Borriello aveva un fisico mingherlino; dotato di agilità e buona tecnica; realizzò molti goals. Nell’ambito della squadra, fu scherzosamente chiamato "’U bengasino" per i suoi trascorsi in terra libica e un po’ per il colore abbrunito della sua pelle. Inoltre, alcuni calciatori della prima squadra della Turris, fra cui Kriezu, Lopez, Manola, i f/lli Pastore, ecc., lo appellarono col nomignolo di "moretto".
Era, a giusta ragione, il "faro" della squadra, elegante ed intelligente in campo, giocava nel ruolo di mezzala con numero otto e a volte dieci con la fascia di capitano gentiluomo, anche fuori il rettangolo di giuoco.
Le sue memorie calcistiche lo riportano ai tempi delle grandi
Le foto: Luigi Borriello, detto "’U bengasino" (anno: 1988); in un dipinto del Niglio Vincenzo, in arte "Virus" (1982); una formazione della Turris boys (1952/53); da sn. in piedi: Massa, Caraanle, Perez, Serpe, Aromino, L. Borriello (cap.); da sn. in piedi accosciati: Astorino, M. Borriello, Piediferro, A. Palomba, L. Palomba; una immagine dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte (Napoli).

 
Una sua peculiare caratteristica era il "doppio passo" alla Biavati (Amedeo Biavati, 1915/1979, famosa ala destra del Bologna). Rimase nella Turris boys dal 1952 al 1954, per poi passare nelle file della Fortitudo Audace dei compianti Antonio Ardendo e Tonino Garofano, per qualche anno.
Ha militato in diverse rappresentative campane nel settore giovanile; doveva passare alla Maddalonese che lo richiese, ma come spesso accade, la trattativa non andò in porto. E'  stato anche allenatore del Villaggio Libia (Presidente l’ing. Carlo Vittorioso); ha collaborato con Benito Di Rosa con l’Armando Picchi, allenatore delle giovanili del De Nicola e  Juve Torre, e, con Enrico Marino, il "piccolo grande mister," nell’Alba Turris.

              

sfide con le squadre di provincia; mitici gli scontri con il Bellavista, altra compagine molto forte, unitamente alla Turris boys. Un incontro interno allo stadio comunale "A. Liguori" non si può dimenticare; ci furono incidenti dentro e fuori del campo; l’arbitro (Cuccarese di Afragola), scavalcata la rete di protezione scappò; ci fu una maxi squalifica a vita per molti calciatori della Turris boys.
Milite esente; impiegato all’Enpas (Ente Naz. Previdenza Assist, Sociale), poi assunto come calcolatore astronomico nell’Osservatorio Astronomico di Napoli (Capodimonte) in data 01/10/1964, fino alla pensione (1998), raggiungendo la qualifica di funzionario tecnico di ottavo livello (centro di calcolo) e facendo parte del consiglio di amministrazione.
Ha elaborato e scritto vari testi: "Annuari dell’Osservatorio" (dal 1964 al 1998); "Il cielo di Napoli" (da "Il Mattino illustrato", 1979/80 – Notiziari astronomici); "Una carta celeste per le osservazioni ad occhio nudo in qualunque epoca dell’anno" (1978); "Calcolo della data della Pasqua e delle feste nobili nel Calendario gregoriano" (1977). Presidente della M.a.c. – Cral VV.UU. (Mini Atletica Corallina) di Torre del Greco dal 1982 al 1995; candidato a sindaco nelle amministrative torresi del 1993 con "Progetto Torre-Lo sport deve andare al potere"; per poco non riuscì ad essere eletto consigliere comunale.
Coniugato con Angelina ("Lina") Panariello della notoria stirpe de "’A Patana"; quattro figli: Salvatore, rappresentante; Vincenzo che vive in provincia di Lecco e lavora a Milano; Paola che vive a Milano e Andrea, professore di matematica; tre i diletti nipotini.
"Nel calcio dei miei tempi – conclude il Borriello, detto anche ’"U professore" – prevaleva chi era ben dotato tecnicamente e giocava bene; la preparazione atletica era un optional; oggi, invece, viene la cura atletica, la forza, l’agilità ed il fisico che viene ben stimolato in tutti i suoi particolari; prima c’era più lealtà, combattività e, oggi, sono un danno per il calcio".