Ciccio
'a tromba
di
Peppe D'Urzo
Anche il mondo musicale fa parte del patrimonio culturale della nostra
città. Siamo nel microcosmo della banda musicale di Torre del Greco (ci
sarà in seguito anche la banda di Leopardi) che trae le sue origini nel
lontano 1927. Fra i suoi noti componenti vale la pena di ricordare la cara
figura di Francesco Italiano, detto "Ciccio" che, sin dall’età
di otto anni, cominciò ad amare la musica quando gli fu regalato il primo
clarinetto. Nacque a Torre del Greco il 15 settembre 1915 (da Pasquale,
infermiere, colono, e da Rosa Mazza, casalinga) e qui deceduto il 12
settembre 1980. La sua famiglia era composta da altri due fratelli e cinque
sorelle. Queste ultime valide ed esperte di taglio e cucito, molto
conosciute a Santa Maria La Bruna e al centro.
La sorella più giovane,
Carmela, sposò Mario Auricchio (1925-1997), della famiglia de "u
coccia", ex sindaco di Torre (detto anche "’u sarto"). Un’altra
sorella, Giuseppa, ricordata come "Geppa", coniugata con
Francesco Sorrentino, detto "Ciccillo ’u mancinetto", deceduto
nel 1966 per un incidente stradale, oltre a ben cucire con la mitica
macchina da cucire "Plalf, era una brava ricamatrice e suo figlio Ciro
è Maresciallo dei Vigili Urbani di Torre del Greco, in servizio dal 1973.
Francesco, detto "Ciccio", era originario di via Agnano, strada laterale periferica di via
Nazionale, e la sua abitazione fu bombardata dagli americani durante la
loro avanzata verso Napoli nel 1943, per la vicinanza all’area
confinante con l’autostrada (ex area di servizio "Iris") ove
erano alloggiati i soldati tedeschi. La casa subì seri danni. Altri
fabbricati vicini subirono la stessa sorte e vi morirono alcune persone
(sfollate). Cominciò a lavorare la terra come bracciante e colono, studiò
musica presso una scuola privata a Torre. Servì la Regia Marina,
rimanendovi per sette lunghi anni.
Fu
destinato a Taranto e Trapani, dove una volta in libera uscita trovò per
strada un portafoglio con soldi che consegnò alle Autorità militari e,
per questo nobile gesto, ebbe una licenza premio.
Durante la permanenza a casa, la caserma militare che lo ospitava nella
città siciliana fu bombardata.
Dallo scoppio della Guerra Mondiale ha navigato su diverse navi
militari, svolgendo il ruolo di capo-trombettiere. Una di queste,
probabilmente il Regio Incrociatore "Zara" |
(costruito a La Spezia negli anni ’29 - ’31) fu bombardata ed affondata. Fra i
numerosi membri dell’equipaggio si salvarono solo sette persone, tra
cui il nostro "trumpeter" Francesco Italiano. La perdita dell’unita
italiana avvenne durante lo scontro navale di Capo Matapan (Gaudo, capo
del Peloponneso che costituisce l’estremità meridionale della Grecia
fra i golfi di Messenia e di Laconia), avvenuto nella notte tra il 28 e
29 marzo 1941 fra la flotta britannica del Mediterraneo e la squadra
navale italiana, conclusasi con la perdita di tre incrociatori pesanti e
di due cacciatorpedinieri italiani.
Sullo "Zara" prima
del suo tragico epilogo, ci fu la visita di Benito Mussolini. Nella
festante occasione "Ciccio", come il protocollo cerimoniale
richiedeva, suonò la tromba magistralmente ed ebbe un gran successo. Fu
complimentato dal Comandante della nave e fu premiato con sette giorni di
licenza.
Dopo i nefasti eventi della guerra e con il pensiero rivolto ad
un futuro, pieno di fiducia, continuò a lavorare quella terra che anni
addietro aveva lasciato. Riprese anche il ruolo di clarinettista nella
banda musicale di Torre del Greco, nella quale dagli anni ’60 in poi
divenne capobanda. Partecipò a vari concerti, feste popolari e
tradizionali, cerimonie e processioni religiose. Tante le manifestazioni
bandistiche in piazza Santa Croce, ove c’era un gazebo acustico, intorno
al quale i "musicians" si esibivano in eccellenti esecuzioni musicali
(liriche e sinfoniche) di Bach, Bethoven, Haydin, Mozart, Chopin,
Liszt, concerti brandeburghesi, canzoni classiche napoletane e varie
marcette. Ah! Bei tempi di una volta, com’era bella la nostra città!
La
piazza risplendeva nel suo grandioso fulgore con la Basilica, il campanile, i
giardini ed i quattro chioschi che costituivano quel tocco architettonico
dell’epoca.
Ben voluto dagli altri componenti della banda, grande amico
di "Peppe 'a quaglia", Giuseppe Ruggiero, suonatore di tromba.
Insieme hanno suonato spesso fuori Torre, per la loro bravura, molte erano
le richieste provenienti da altri comuni.
"Ciccio" ha avuto
quattro figli: due maschi e due femmine. Gennaro con studio fotografico in
via Nazionale, il figlio Francesco ha ereditato la nobile arte musicale
del diletto nonno, anch’egli suona il clarinetto (con studi al
conservatorio di Napoli). "Ciccio" è stata una degna persona,
dolce d’animo ed altruista. Il percorso della sua vita è stato cosparso
di onesta e ricchezza morale, il sudore della fronte non lo ha mai
spaventato. Uomo di media statura, ha avuto una vita intensa, e
nonostante il duro lavoro non ha mai abbandonato la sua amorevole passione
che aveva per la musica classica e sinfonica.
Altra grande passione,
quando il tempo lo permetteva, era l’artistica lavorazione in legno e la
costruzione di cesti e canestri, un passatempo che lo rendeva felice e lo
sollevava dallo stress quotidiano.
Le
foto mostrano "Ciccio" in divisa da militare con l’immancabile
tromba e con la banda musicale torrese a Sorrento |