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Cina, guerra, prigionia
Arnaldo Maurino

di Peppe d’Urzo

La sua vita di combattente è stata molto intensa. I suoi teatri bellici sono stati l’Italia, la Cina, l’Africa settentrionale e parte dell’Europa come prigioniero di guerra. Questa peregrinazione gli durò dieci anni, dieci lunghi anni in cui visse tante esperienze. Arnaldo Maurino, pensionato ma dallo spirito gagliardo e giovanile, è nato a Napoli il 12.01.1916, prelevato a sette anni dall’orfanotrofio napoletano dell’Annunziata ed adottato da una famiglia torrese (Principia Izzo) di via Del Monte. Frequentò le scuole elementari in via Nazionale (zona Epitaffio) e al c.so Garibaldi, lavorò come operaio con la ditta Pomarici (costruttori) c/o la Mostra d’Oltremare.
Nel 1936 la Patria lo chiama per la sua difesa; servizio militare di leva come marò nel Battaglione "San Marco", unita anfibia della Regia Marina Militare. Viene inviato in Cina; partì dal porto di Genova sul "Conte Biancamano", destinazioni Shanghai e Tientsin (attuale Tianjin); quest’ultima municipalità, aperta al commercio europeo nel 1861, aveva, prima della guerra fra il Giappone e gli anglo/americani, varie concessioni europee, fra le quali quella italiana (447.674 mq. 8143 abitanti, di cui 366 italiani), amministrata da un consiglio presieduto dal



    In prigionia in Inghilterra (il terzo in piedi da dx.)
 

console italiano; le concessioni non furono più ripristinate in base all’accordo cino-anglo-americano del 11 gennaio 1943.
Qui Arnaldo alloggiò nella caserma "Ermanno Carlotto"; fra le altre caserme ricorda quella francese che era la più grande e quella inglese la più bella. Effettuò servizio di controllo ai vari varchi della concessione e di guardia alla Grande Muraglia Cinese, baluardo turrito della lunghezza di 2450 km. circa (alta e larga 7 m., come ricorda Maurino), costruito dai

       
                           In Cina nel 1939

cinesi sotto la dinastia Ts’in (secolo III a.C.) come difesa contro le invasioni dei mongoli.
Partecipò alla sfilata del 24 maggio (commemorazione

                  
              Arnaldo Maurino in divisa da militare
                     del Battaglione "San Marco"

dell’inizio della guerra fra l’Italia e l’Austria-Ungheria nel 1915) fra i reparti italiani con partecipe intervento della gente locale.
"La Cina – egli rievoca – era una terra bellissima; Shanghai era stupenda; i cinesi erano brava gente, nonostante la tanta povertà; buoni erano i rapporti con noi italiani e non dimenticherò quegli esotici paesaggi, panorami, pagode dall’atmosfera orientale e quelle corse sui risciò".
Congedato per fine ferma, tornò in Italia sempre sul "Conte Biancamano". Fu richiamato sotto le armi nel 1940; da Pola (croato Pula dal 1818 all’Italia e nel febbraio 1947 annessa alla Jugoslavia), Trieste e Livorno, fu inviato, sempre nelle file del "San Marco", in Africa settentrionale, ove combatté a Biserta (città e porto militare della Tunisia, a nord-ovest di Tunisi) e ad Algeri (città, capitale e porto dell’Algeria sul Mediterraneo); qui preso e fatto prigioniero dagli americani e consegnato agli inglesi, dopo un tentativo di fuga fu ripreso ed imprigionato; imbarcato e spedito in un campo di prigionia negli Stati Uniti d’America.
Durante il lungo viaggio in mare, la nave su cui era imbarcato, unitamente ad altri italiani, fu attaccata da un U-boat (piccolo sommergibile tedesco) a colpi di siluro e dovette cambiare rotta con destinazione l’Inghilterra; condotto in un campo per "war prisoniers" ad Oxford a sud del Regno Unito; qui vi rimase per tre anni, lavorando nelle limitrofe campagne.
Collaborò con gli inglesi, dopo il crollo militare e politico dell’Italia (armistizio dell’8 settembre 1943); erano i giorni dei collaborazionisti e dei nostalgici del regime che furono alloggiati in altri campi. Nel 1946 la vita da prigioniero finì e ritornò libero a casa.
Dal dopoguerra trovò lavoro nel Genio Civile (settore marittimo); imbarcò, come cuoco, su varie navi che toccavano molti porti italiani, fino alla pensione, avvenuta nel 1977.

                 
                     
     Arnaldo Maurino oggi

Iscritto all’Associazione Combattenti e Reduci Sezione di Torre del Greco (Viale Villa Comunale) dal 1961.
Coniugato in data 14.10.1939 con Anna Cuciniello (nata il 25.11.1919 con rito religioso nella chiesa del Purgatorio. La signora Anna, da Giacomo e Lucia Borriello, originaria di via Nazionale (villa "Fienga), ha conosciuto il sig. Francesco Fienga ed i figli Annibale ed Ernesto ("Nino"), che costruirono il mitico campo sportivo "Fienga", teatro di tante "battaglia" calcistiche della Torrese e della Turris. Arnaldo ebbe due figli: Giacomo (1942), capo custode della villa "Pignatelli" a Napoli, e Francesco (1949), impiegato all’Opera Universitaria; quattro i nipoti.
Arnaldo e Anna hanno celebrato le nozze d’oro da soli a Roma (Città del Vaticano) nel 1989. Da 40 anni vivono, in modo beato e tranquillo, in via Cimaglia. Per più di 20 anni Arnaldo Maurino è stato custode e tuttofare del Cral della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, con sede in via Sedivola e poi al Corso Avezzana. Egli è, al presente, una persona provvista di serenità e pacatezza; non gli mancano il garbo e la cortesia. Rincorre, come i tanti che hanno vissuto il buio periodo dell’ultima e terribile guerra, i ricordi di una volta, della baldanzosa e giubilante gioventù, della vita lavorativa e della famiglia. E a mo' di avvertimento, con un pizzico di languido rimpianto, ammonisce che: "La guerra è stata una totale follia, piena di sacrifici e sofferenze per tanta gente che ha sopportato gravi perdite e ripetute rinunce."