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Il Forno di Cristoforo
'u panettiere

Di Peppe D’Urzo

Il cammino "a la recherche du temps passe" prosegue con un noto e "légendarie" personaggio: Cristoforo Russo ("‘u panettiere"): nato nel 1927 (e deceduto nel 1997) da Giovanni e Angela Ascione, figlio di pescatori ("'i saraghielli"). Ha lavorato sin dalla tenera età i dieci anni presso la "parula" (orto pianeggiante, senza alberi, costantemente irrigato) della famiglia Di Gennaro ("Capavacanta") di San Giuseppe alle Paludi. Qui i primi giochi coi coetanei. Seguì l’esperienza di ragazzo-panettiere nei forni dei Frulio ove apprese i segreti del mestiere, Garofalo, Mennella e Savastano.
Giovane di irriducibile indole e di belle speranze (militesente) era solito e vestire e divertirsi. Trascorse le amarezze e le ristrettezze dei tempi bui della guerra.
Si unì in matrimonio nel 1954 con Luigia Aliberti (vivente) nella chiesa di S. Giuseppe alle Paludi. Si narra che, finita la cerimonia religiosa regalò la propria catenina d’oro e la fede nuziale a dei poveri di via Agostinella: fu un gesto al di fuori delle righe per una persona già umile. Decise, nel periodo più intenso di "matura" ribellione, di partire per l’Inghilterra. Non ci andò mai. Fu trattenuto dalla famiglie e dall’arte di panificare. Sentì, dunque, il bisogno di mettersi in proprio (il mestiere già gli cagionò problemi di salute) ed aprì un’attività a Largo Bandito (e qui le prime novità: brioches, zeppole, struffoli, casatielli, pizze, gnocchi, ecc.). E’, questa, la fase in cui "avverte" il bisogno di salvaguardare e difendere la categoria che ha sempre onorevolmente rappresentato. Nel 1992 formerà una Società Cooperativa s.r.l. denominata "Turris" a tutela dei diritti dei lavoratori della panificazione.
Dall’unione matrimoniale nascono: Giovanni (dipendente comunale) che ha gentilmente collaborato a questa ricordevole rimembranza, Michelina, Angela, Concetta e Annamaria; tutti "presi" fra capo e collo dalla bianca farina. Sono stati diretti e guidati da un amabile padre che era molto esigente e severo sul lavoro; spesso, per una ed intima forza caratteriale ed una pelle segnata dalla durezza della vita, non lo dava a dimostrare, dote che ha lasciato in eredita ad essi. Cristoforo non si è mai sentito padre-padrone sia nella vita che nel lavoro. Nel 1964-65 una creditrice gli doveva una notevole somma e non avendo di che pagare, gli "propose" una barca in cattive condizioni: l’aggiustò e si dilettò alla pesca nei momenti di tempo libero.
Dopo qualche tempo, ahimé, la barca affondò a Largo di Gabella del Pesce ("'Ammont ’u scarico"). Nel 1973 aprì tuffandosi in un’altra avventura, un forno a Cappella Nuova (gli fu predetto un veloce ritorno da dove era venuto). Egli accettò ed assorbi il tutto: per tutta

Le foto: il forno in zona Cappella Nuova (anno 1999); Russo Cristoforo "’U panettiere; il figlio Giovanni in uno "schizzo" artistico (anno 2001).

               

risposta: 4 panifici-pizzerie condotte dai figli e nipoti; creò un originale marchio che appose (con stampino) sui pezzi di pane con la scritta "Cristoforo" comprensiva di una chiesetta con croce.  Nei giorni successivi al terremoto dell’80 in Irpinia, per esigenze di copione, produsse con una super veloce tecnica, più di 10 quintali di pane e li fece inviare nelle zone colpite dal sisma. Famosi, nell’ultimo decennio, le "calde" festività natalizie, trascorse con amici (Elio Polimeno, Pierino Vitiello, Ugo Schaeper, "'a catrammella" ed altri) all’interno del forno. Davanti al presepe si consumava un po' di pizza e dell’ottimo vino: all’esterno poi si "celebravano" dei cortei con la gente del posto per la santa ricorrenza della nascita del Bambin Gesù.
Ecco, dunque, riprodotta l’immagine di Cristoforo insignito di medaglia d’oro dall’Associazione Panificatori, un uomo di "acqua, terra e fuoco" e dal grande cuore; la vita gli ha riservato stenti, sacrifici e lavoro.
Appassionato di musica classica e napoletana.
Molto legato al quartiere mare. Un suo detto e rimasto famoso e ricordato dai suoi diletti figli e da quanti lo conoscevano: "Ogni impastata è comm’ 'na nascita ’e criatura!" ovvero ad ogni impasto si percepisce la gioia di una nascita di un bambino.