23 Giugno
la vigilia di San Giovanni
di Carlo Boccia
E' per Lena e per Santa Elena e per San Giovanni Battista e pa' croce i
Gesu’ Cristo, per mare ist e per terra venist, damm un segn sia nel bene
sia nel male, famm a grazia per carità.
Il giorno
23 giugno nella controra, sono andato per le vie e luoghi della vecchia
torre; alla marina, a Santa Maria Costantinopoli, miezo ‘a San
Gaetano, vicoli orto Contessa, dint’u Rio... ho scrutato
negli androni dei fabbricati, ho dato un’occhiata sulle logge, nei
cortili, corte, vicoli, niente di niente: non c’era nessuno. Eppure
dicevo fra me, in questi posti ci sono ancora antiche usanze, devo
trovarle. Cosa cercavo? Cercavo un gruppo di ragazzi che in disparte dai
giovanotti con consigli di una donna anziana, facevano dei presagi per
conoscere il loro futuro. Ed una volta proprio in questo giorno, ci sono
testimonianze storiche secolari, le fanciulle in età da marito facevano
dei riti, e fra questi “u bicchiere”. Questo consisteva nel versare in
un bicchiere di vetro “a velina” dell’uovo, poi lasciarlo al sole fino
agli ultimi bagliori, questo quasi si cuoceva creando delle forme
strane, i “segni”. A sera le ragazze interpretavano in questi un volto,
una nave, un’attrezzatura da lavoro, un animale, un carretto... Oppure
si fondeva (squagliava) un pezzo di piombo nell’acqua del bicchiere,
prendendo così delle forme. E su questo la fantasia delle ragazze si
sbizzarriva sull’eventuale aspetto e mestiere del marito e sul
loro futuro. Ed a volte si è avverato il presagio, prendendo come marito
il segno intravisto nel bicchiere. Nel frattempo la donna più anziana
ripeteva antichi riti, forse anche a lei sconosciuti, avuti in eredità
dalla madre, nonna, zia: era la prima figlia ad acquisire questo
diritto, e diceva le preghiere che erano usate per calcolare il tempo
fra un rito e l’altro. Poi, ancora, si prendevano cinque fiammiferi, un
foglio di carta; dopo averlo arrotolato, i fiammiferi assumevano alcune
posizioni che determinavano pensieri e sogni. Un’altra usanza era quella
di andare a mare a mezzanotte, prendere un pugno di sabbia, scendendo e
salendo da due strade diverse. Le preghiere da dire erano tre Gloria al
Padre, tre Padre Nostro e tre Ave Maria, aggiungendovi una litania: “San
Giovanni Battista, per la croce di Gesù Cristo, dammi un segno per
carità, sia nel bene sia nel male”. Poi collocarlo dietro la porta di
casa contro il malocchio. Solo chi conosceva il numero dei granellini di
sabbia (cosa impossibile) poteva “colpire” i suoi nemici per gettargli
addosso sventure e guai. Si dice, inoltre, che chi, uomo e donna,
guardasse Se stesso per un po' di tempo nello specchio, fosse in grado
di intravedere le sembianze del proprio compagno o compagna della vita
per il futuro. Nel XV sec. la contessa Lucrezia D’ Alagno, all’età di 18
anni, durante uno di questi riti propiziatori, fece innamorare di se il
re Alfonso D’Aragona nel mentre transitava con il suo seguito nella
chiesa di I. San Giovanni a mare a Napoli (la chiesa si trova nei pressi
di piazza Mercato alla Marina). |
LE FOTO: VECCHIO VICOLO 20I3, SPIAGGIA
DEL CAVALIERE; SEGNO DEL BICCHIERE; PUGNO DÌ SABBIA; SEGNO DEI FIAMMIFERI
Sempre sulla spiaggia, sott ‘u cavaliere, sottostante il cimitero, gruppi di
persone si recavano a mezzanotte in riva al mare, con i piedi nell’acqua ed
in contemplazione guardavano l’orizzonte. Erano qui pronti a capire i
segreti di quella visione notturna, mistica e messaggera del passaggio de “u
trave i fuoco” o “u carro i fuoco”, simile ad una stella cadente. Un’altra
tradizione dal sapore pagano, era che nel giorno della festività di San
Giovanni, per nessuna ragione si doveva andare al mare; portava sfortuna ed
una insistente voce popolare asseriva che San Giovanni doveva “prendersi”
qualcuno; infatti per molti torresi, era usanza che si incominciassero a
fare i bagni dopo questo giorno o dopo la Festa dei Quattro Altari. Ormai
queste antichissime usanze sono decadute, è difficile trovarle anche nei
borghi e rioni popolari, forse ancora in qualche paesino lontano dai grandi
centri urbani. Adesso le ragazze, il marito (la loro “ciorta”) ed il futuro
lo cercano su internet, con amicizie virtuali, ed hanno dimenticato il
detto: Mogli e buoi dei paesi tuoi. |