Ciccio Ruggiero
a cura Peppe d'Urzo
“Sei
uscito dalla vita ma non dalla nostra vita; uomo d’altri tempi, onesto,
laborioso e devoto alla tua famiglia. Guidaci ancora dal mondo di luce
dove ora sei e per noi intercedi pace e conforto.” I suoi cari
Francesco
Ruggiero, simpaticamente ricordato come “Ciccio” (per tradizione
familiare), era nato il 2 gennaio 1920 a Torre del Greco ed ivi deceduto
il 26.06.2012,da Ferdinando (rappresentante dei Molini Feola, poi Molini
Meridionali Marzoli), e, da Petronilla Turco (casalinga). Famiglia
numerosa. Da giovane trovò lavoro
negli ex stabilimenti M. M.M.; studi: licenza d’avviamento. Alla
chiamata per il servizio militare di leva, fu esonerato per sostegno di
famiglia. Ma nel 1942 si arruolò volontario in Esercito e partì per le
assolate sponde in Africa Settentrionale. Si trovò nel territorio libico
italiano che fu teatro (specialmente nel settore cirenaico) delle
alterne offensive italo- tedesche e inglesi, fino alla sua definitiva
conquista ad parte degli inglesi, compiutasi nel gennaio ’43. Qui
avvenne la ritirata delle forze dell’Asse verso la Tunisia. Gli inglesi,
sfondata la linea del Mareth (sistema di fortificazioni, lungo 35 km,
costruito dai francesi prima dello scoppio della 2^ guerra mondiale),
costrinsero le forze italiane, comandate dal gen. Giovanni Messe, alla resa (13
maggio 1943). “Ciccio”, unitamente a tanti soldati, fu catturato dai
francesi ed inviato a Sidi bel-Abbès, città (200.000 ab.) dell’Algeria
occidentale al sud di Orario; fino al 1961 fu il quartiere generale
della Legione Straniera (corpo volontario francese in cui vengono
arruolati stranieri di qualsiasi nazionalità e che era destinato al
servizio coloniale). Fu destinato in un campo a Pavona con mansioni
agricole, con altri prigionieri di diverse nazionalità. Buone furono le
condizioni di vita; liberato, fece ritorno in patria nel 1947.
Partecipò alla rinascita dei Molini Torresi, che furono semidistrutti
dagli ex alleati germanici in ritirata
verso
Montecassino, dopo l’armistizio dell’Italia dell’8 sett. ’43 con la
preponderanti forze anglo-americane. A tal proposito una lapide
commemorativa, posta a sinistra della palazzina d’ingresso, così ricorda
l’ avvenimento: “Questi stabilimenti in gran parte distrutti nel
settembre 1943 per azione delle truppe germaniche sono stati restituiti
a nuova vita nel 1946 ed ampliati e perfezionati negli anni successivi.
Qui si ricorda l’ing. Giovanni Marzoli {1899-1964) che della
'ricostruzione fu assertore fervido progettista ed esecutore geniale
e sagace ed amministratore del risorto complesso fino al termine della
sua operosa esistenza”. A destra è
posta un altro ricordo marmoreo dal seguente tenore: “Pietro Marzoli,
cavaliere del lavoro, questa azienda da lui validamente potenziata,
ricorda assumendo la nuova denominazione Molini Meridionali Marzoli. Per
deliberazione unanime dell’assemblea dei soci, 7 febbraio 1942-XX”.
Francesco vi assunse le mansioni di mugnaio (addetto alla macinazione
del grano), fino alla pensione, avvenuta nel 1979. Si coniugò con
Fortunata Lopez; due figlie: Petronilla insegnante al Liceo Scientifico
di Torre) e Lucia (casalinga). Due diletti nipoti. Tifoso del Napoli e
della Turris; collaborò con i fratelli Ruggiero (il compianto Mario ne
era il presidente, coadiuvato dal fratello Aldo ed altri soci e
sostenitori) negli anni ’60. Amico di Mario Vecchietti, altro
dirigente e combattivo presidente negli anni ’90, che, purtroppo non c’è
più. Iscritto alla Sezione Combattenti e Reduci di Torre del
Greco, con sede nella Villa comunale. Sempre presente alle celebrazioni e commemorazioni
istituzionali. Nel 2010 a compimento dei suoi novant’anni fu insignito
con altri soci della gloriosa “Casa del Combattente” con diploma e
medaglia ricordo. Un rituale dovuto per omaggiare gli ex combattenti
dell’ultimo conflitto mondiale, che, fra mille peripezie e rischiando la
pelle, riuscirono a far ritorno a casa e riabbracciare i propri cari. “Ciccio” era una persona per bene, un po' rigida in apparenza ma cordiale
ed affabile. Era di parola; un anziano del suo tempo. Dall’aspetto
giovanile ed elegante. Capelli e baffi sempre curati. Aveva gusto nel
vestire; giacca e cravatta non gli mancavano mai. Il suo carattere dava
personalità agli abiti che indossava e non viceversa. . . Lo ricordiamo
semplicemente così, forse somigliante ad una “star” Cinematografica,
quel cinema postbellico, indimenticabile per i suoi mitici volti
racchiusi in un mondo di noi tanto caro ed amato. |
LE FOTO:
FRANCESCO RUGGIERO ("CICCIO"); SOLDATI ITALIANI IMPEGNATI SULLA LINEA CHE MARETH
(1943),- SlDl BEL ABBES AL PRESENTE; EDIFICIO DEGLI. EX M. M . M.
SEMIDISTRUTTO DAI TEDESCHI (SETTEMBRE '43) |