Don
Antonio Montagna
di Peppe DìUrzo
Tutti lo conoscono sul porto e zone adiacenti per il suo naturale ed istintivo amore per il mare e sempre a fianco dei lavoratori del ramo, tenendoli sempre al corrente di leggi normative, ecc. ed elargendo sempre buoni consigli specialmente ai pescatori. Antonio, anzi don Antonio (per rispetto e stima) Montagna è nato a Napoli (zona porto della “Marinella”) il 24.07.1920 da Vincenzo (pescatore) e Concetta Perrella. Vedovo di Virginia Mistico, deceduta nel 1996;tre figli:Vincenzo, Carmine e Concetta. Nonostante l’età è ancora attivo e provvisto di buona memoria; sempre puntuale sul porto. Si aiuta con un bastone ed ha sempre con sé una busta di plastica, contenente regolamenti, ordinanze ed altro della Guardia Costiera (ex Capitaneria) in via Calastro. Prima di uscire da casa in p/le Fontana, come una esperta “vedétte”, scruta il tempo atmosferico con un pensiero fisso di pescatori e la crisi che attanaglia il settore. Persona mite, affabile, sempre col sorriso ed abbronzato per tutti i mesi dell’anno. E’ un vero piacere colloquiare con lui. Lo chiamano “’u presidente” in quanto da molti anni presidente della Cooperativa dei pescatori “Maria Immacolata” (v’è né un’altra denominata “Beato V. zo Romano”, il cui presidente è il caro amico Antonio Porzio del comitato “Rinascita” di via Fontana). Gestisce con dedizione e calorosa passione la storica sede della “Casa del Pescatore” in via del Porto in direzione della banchina di levante. Antonio si trasferisce, unitamente al suo nucleo familiare, il 03.12.1943 a Torre del Greco, a causa dei continui bombardamenti aerei su Napoli che fu martoriata ed abbandonata al suo destino. La sua abitazione, come quella degli altri pescatori, fu distrutta. . . la patria lo chiama alle anni il 15.07.1940;militare di leva nella Regia Manna Dal deposito CREM (Corpo Reale Equipaggio Marina) di Taranto viene destinato a Bordeaux (Francia), sede Betasom sommergibile italiani e tedeschi) sul sommergibile “Guglielmo Marconi”, Varato il 30.07.1939 dai cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone, ove fu costruito anche il gemello “L. Da Vinci”; venne affondato in Atlantico nell’autunno del 1941. Partecipò a varie missioni. Nelle vicinanze delle Isole Azzorre in Oceano Atlantico (davanti alle coste portoghesi), il"‘Marconi” affondò un piroscafo belga e colpì un cacciatorpediniere inglese, la cui sorte non si seppe. Durante una immersione col mare agitato, Antonio subì un incidente al ginocchio, di cui oggi ne porta ancor i segni. Ritornato alla base francese la trovarono occupata dai tedeschi, A nostri ex alleati. Rimasero 32 sommergibili che furono inabissati (il Calvi, Finzi,Bagnolini, Morosini ed altri). Dopo la caduta del regime fascista e l’armistizio dell’8 settembre 43, si trovò a Bordeaux con altri cin- quanta marinai ed il comandante Enzo Grassi (di cui si diceva che aveva colato a picco le corazzate americane “Maryland” e “Mississippi”). Qui in terra straniera si aderì tutti alla a R. S.I. (Repubblica Sociale Italiana), senza però, avere contatti con la madre patria. A guerra terminata, feci ritorno da Venezia a Napoli, per poi raggiungere, dopo le dovute informazioni, la famiglia a Torre. Cominciò pensando al suo futuro, a lavorare con la barca del padre, inserendosi fra i pescatori torresi, praticando la pesca azzurra. Si accorse, in seguito, col signor Ciro Perreon che fra i lavoratori del ramo, non v’era alcuna assistenza e prevenzione sociale, si organizzarono ed il nostro Antonio, insieme ad altri pescatori fu eletto, come loro portavoce, per meglio dialogare ed esporre la vasta problematica della Categoria. Egli era il più perspicace e loquace; conosceva la lingua francese e sapeva scrivere nonostante avesse solo la 5 elementare. A tal proposito ricorda con affetto il suo professore Antonio Sorrentino di Torre del Greco, alle elementari in quel di Napoli. Nel 1947 si seppe di un convegno sulla pesca a Roma, presieduta dal compianto on. Aldo Moro. Vi andò con altri pescatori. Fu ascoltato dall’uomo politico, non senza difficoltà organizzative; ci fu la promessa di inviare due deputati a Torre, Scalia e Ferraro, che ivi giunti, si resero conto e presero atto della vasta problematica dei “pecheurs”. E con il contributo statale di due milioni di lire, più altri messi a disposizione degli stessi pescatori, fu edificata, dopo due anni, la “Casa del Pescatore” su suolo demaniale alla banchina di Ponente. Con più di cento soci, provenienti anche dalle vicine Ercolano e Portici, fu eletto presidente pro tempore A. nio Montagna, ancora oggi in carica con tanta fierezza e tenacia. Con la legge 250 del marzo 1958 (al presente in vigore) fu stabilita la tutela previdenziale di questi uomini e lavoratori del mare. Tre anni fa fu contattato a Castellammare di Stabia dai figli di un ammiraglio che gli chiesero “news” sull’affondamento del sottomarino “Calvi”. |
Concludiamo con un pensiero dell’amico Carlo Boccia, così racchiuso: ”Quando nasciamo, ognuno di noi ha qualcosa dentro, che lo aiuterà a superare i problemi della vita. Questo miracolo che si riceve dalla natura si chiama “entusiasmo” che si accentua man mano che cresciamo. Da ragazzi,adolescenti e giovanotti, vogliamo sapere, scoprire, viaggiare e cambiare. Ma poi verso la terza età con i suoi ostacoli, dispiaceri, delusioni, colpe, sbagli e slealtà, ci portano a perderlo sempre di più. Ma ci sono uomini come Antonio che i suoi momenti li conserva per tutta la vita. |