La mamma
“S 'è vasano e labbra doje vote, p’è dicere mamma”
“Preghiera a na mamma” di Russo Mazzocco 1969
La parola
mamma, probabilmente ha origine dai nostri primi suoni vocali che
pronunciamo da piccoli prima di imparare a parlare; ma... ma ... ma... forse
i più semplici da esprimere, e da qui si è inteso che il piccolo si
rivolgesse a colei che aveva più vicino e lo allattava. Si dice che nei
periodi primaverili, ci sono nell’aria dei pollini che stimolano
l’entusiasmo della vita, e ci danno un impulso ad essere più attivi, quasi a
rinascere dal torpore dell’inverno, forse perciò maggio il mese delle rose è
dedicato alla mamma. Quest’articolo, in occasione di questo mese, lo
dedichiamo alle mamme torresi. Non perché le mamme di altre città sono
da meno, non
mi permetterei mai. Ma perché le nostre madri, per la maggior parte moglie
di marittimi,
costretti per
lavoro a stare lontani da casa per molti mesi all’anno, hanno ereditato un
temperamento
particolare,
fra qui quello di avere in assenza del proprio amato, un ruolo in più, fare
anche da padre per i figli. E con molte difficoltà,hanno portato avanti la
famiglia con dignità, molte sono riuscite a comprarsi una casa, poi a fare
un’istruzione ai figli ed aiutarli anche economicamente ad intraprendere un
lavoro. Sono donne capaci di essere tenere con i figli, ma in caso di
necessità, anche molto dure. Come richiamare i propri figli, che stanno per
prendere una brutta strada, e portarli sulla retta via, con le buone o con
le cattive, e poi magari dargli un bacio quando dormono, o un trattamento
speciale quando stanno poco bene in salute. Una volta le famiglie torresi
erano numerose,e per una madre che aveva molti figli maschi, significava un
dono di Dio, ricevendo anche l’invidia di altri nuclei familiari. Perché
questi lavoravano e portavano una buona economia in casa, ed erano i più
coccolati. Quando nasceva un figlio maschio era una festa: “E’ nato l’omm ci
si riempiva la bocca, s’arra votava il quartiere”Ma non c’era l’invidia
delle sorelle verso la madre, capivano che il sostegno economico dei
fratelli, serviva per pagare la loro dote. È un’usanza locale, che i
fratelli aiutavano economicamente le sorelle a sposarsi. E poi le nostre
donne sono sempre state attaccate alle gonne delle madri. Le mamme hanno un
dono divino,posseggono un “mantello”, come quello della Madonna, che copre
la sua famiglia, cercare sempre di mettere pace. E più la famiglia è grande,
più grande è il Mantello!” In molti paesi del nord, le ragazze raggiunta la
maggiore età, vanno a vivere da sole. Da noi invece sono il sostegno della
vecchiaia dei genitori, non li abbandonano ma“ Infatti molte ragazze quando
si sposano, trovano la casa vicino all’abitazione della madre. Un antico
proverbio torrese dice: “Anell Anell è meglio appennere u cazone e no a
vunnella”. Il che significa “meglio perdere un buon padre che una cattiva
madre”. Abbiamo detto che le mogli dei marittimi torresi, erano da sole a
gestire la famiglia, ed a volte in mancanza del marito dovevano prendere
delle decisioni importanti, perché non c’erano apparecchi per comunicare con
loro in tempo reale, c’era solo la corrispondenza epistolare via aerea, ma i
tempi erano molto lunghi. Ma fra il dire ed il fare, fra il sacro ed il
profano, c’erano delle cantilene che li confortavano “E’ per Lena e per
Santa Elena, e per San Giovanni Battista, e pa croce i Gesù Cristo, per mare
ist, e per terra venist, famm a grazie per carità”. Ma forse per
esperienza, o per un sesto senso, sapevano dietro consigli dei familiari,
prendere la decisione giusta,e poi le donne torresi sono state econome ed
hanno saputo sempre conservare.
Ma c’erano
delle cerimonie importanti da fare e la famiglia d’accordo con il parroco,le
facevano coincidere con lo sbarco dei capofamiglia,come fare la prima
comunione,il fidanzamento in casa o il matrimonio dei figli, e si
festeggiava tutti insieme. |
LE FOTO: LA
CHIESA MADRE DEI TORRESI. "L’IMMACOLATA LA NOSTRA MADRE SPIRITUALE;
"MATERNITA", QUADRO L. SEME; GRUPPO DÌ MAMME
Ma nelle
festività come il Natale, Pasqua,un compleanno o Anniversario, in assenza
del padre, su consiglio della mamma si festeggiava in tono minore, solo per
“revezione”. Ma poi quando sbarcavano i marittimi, portavano un ben di Dio
dalla “America” ed altri luoghi e si faceva grande festa. Tutti hanno
diritto ad una mamma, per il popolo torrese è
L’Immacolata”, di cui facciamo una grande festa l’8 dicembre. Ed anche per i
figli abbandonati, i napoletani hanno eletto la Madonna come loro madre, e
sono detti “i figli ra maronna”. Si dice che quando muore il padre, si
diventa più uomini. Ma si dice anche “Che chi ten a mamma nun chiagne”.
POESIA e di Ernesto Buonacore'
Mamma’
Te ne si ghiute senza na parola
Vurria guardarte ancora dint’a chist’uocchi
ca m’anne viste e crescere mammà
cu tante sacrifice ca tu e’ fatte
tu te pigliate sempe 0 tuorte nuoste
0 core mio me diòe ca tu staj nsieme a nuie
chill’angela ca veche e ca me parla
m’a rata a forza e scrivere sti cose,
pensanne sempe a te cara mamma.
Stu core tuoie,sta sempe ‘nsiem o mio.
E io mo porte sempe ‘nsieme a me. |