Peppiniello
‘ a muiana
di Peppe
D'Urzo
Tutti o
quasi a Torre del Greco conoscono la denominazione de "‘a muiana": essa
appartiene alle tradizioni storiche della nostra città, in cui per
ricordare qualcuno o qualcosa si ricorre spesso ad altri' "names" (in
dialetto nostrano “strangianomi"). Non si hanno precisi riferimenti
circa il significato di questo termine, le cui origini, probabilmente
straniere, venivano "rettificate" nel poliedrico dialetto partenopeo.
Gli attuali familiari accostano questa “magie word" all‘espressione di
forza occulta tipo stregoneria; Giuseppe Magliulo, detto“Peppeniello ‘a
muiana" (1883, Torre del Greco. 1944), figlio di Vincenzo (cocchiere di
carrozzelle e sciaraballi) era un uomo dalle varie attività: mediatore.
cocchiere e marittimo all’occorrenza. Era coniugato con Giuseppina
Vinaccia, casalinga, originaria di Massalubrense .Cominciò a vendere
vino e olio (caricati in quel di Sorrento e portati poi a Torre) presso
la propria abitazione al Il vico Abolitomonte (“‘u palazzo ‘i Marrazzone",
famiglia Marrazzo). Nacquero due Figlie: Antonietta, deceduta nel 1999
era coniugata con Francesco Saverio Esposito (1917.MassaLubrense. 1972,
Torre del Greco), detto “Ciccillo ‘i Massa". Era solito sostare davanti
al negozio del suocero al corso Vittorio Emanuele (salumeria), accudendo
il fido cavallo e pulendo gli ornamenti della carrozzella. Era definito
l'ultimo cocchiere ed il grande ’ Raffaele Raimondo nei suoi “Itinerari
torresi" (edizione del l973) gli dedicò una commovente poesia.
intitolata “L' urdema carruzzella turrese", ricordandone ‘le umane doti.
L’altra figlia è Maria (vivente) che era coniugata con Alfonso De
Stefano (conducente di camion), dalla cui unione sono ‘nati sette figli
(sei femmine ed un maschio), che godono di ottima salute e sono soliti
riunirsi ed intrattenersi a casa (al primo piano di vico Visitazione
n.2) dell'adorata madre, casalinga di vecchio stampo che, piacevolmente,
rievoca la vita vissuta dei tempi andati. La prole è così composta:
Ermelinda (coniugata con Carlo Pinto, della “Casa Rossa"), Giuseppina
(coniugata con Crescenzo Garofalo, detto “Vicienzo”. ex tassista, figlio
di “Giritiello ‘u panettiere"), Nunzia (vive a Salerno. vedova, il
marito. era agente di polizia), Marianeve (della Antonietta, coniugata
con Mario Pepe, titolare della macelleria “Gennarino” al corso Emanuele
n. 151), Anna (coniugata con Giuseppe Di Cristo, ex marittimo in
pensione della società “Adriatica"), Teodoro (dipendente della Banca di
Credito Popolare, coniugato con Rosaria Costabile, nipote di “Benito ‘u
marmularo") e Concetta (coniugata con Giuseppe Bisbiglia, marittimo in
pensione, appartenente alla stirpe dei “Tianari” della zona di “Sott ‘a
ripa" e dei “Cafuni”, pescatori di spugne). Peppiniello nel 1922 aprì un
locale al corso Vittorio Emanuele n. 130 (attuale “Casa del Parmigiano",
civico nuovo 1878) ove vendeva legumi, farina, vino,olio, “vrenna e
sciuscelle” (avena e carrube)
Nel 1945
divenne, immortalandosi nel tempo, salumeria "'a muiana", la cui
attività cessò nel 1973. In precedenza vi erano delle abitazioni ed in
una di esse abitava il padre di “Vittorio ‘u 'lupinaro” '(Vittorio, Di
À, Grazia, fratello di Fortunato venditore di lupini, semi ed affini
vicino la villa comunale, un mitico ambulante con carretto che è entrato
di diritto nella nostra storia. Si ricordano anche alcuni negozi
viciniori: il salone di “Agostino ‘u barbiere” (Scuola Guida Borrelli),
mignatte (sanguisughe) di Vincenzo Formisano (ex : Teleradio),
“Vicienzo ‘u ciclista"
|
(Vincenzo Del
Gatto). I ricordi si soffermano su
quel
micidiale bombardamento aereo del 13settembre'1943: le bombe
f caddero nei pressi del “Gran Caffè Palumbo", villa comunale, fino alla
chiesa di S. Maria del Popolo (con annesso ospedale). Durante i
rastrellamenti dei tedeschi, Alfonso (genero di Giuseppe) rimase ben
nascosto sul lastricato solare del fabbricato in vico Visitazione. Poi ci fu
la permanenza degli angloamericani in una Torre del Greco afflitta daimorsi
della guerra: alloggiavano nella scuola elementare “N. Fornelli" (poi “G.
Mazza") in via Vittorio Veneto, di fronte all’abitazione dei Magliulo (ex
palazzo Piscopo). Tra Giuseppe e i liberatori si instaurò un amichevole
feeling", basato su benevoli “changes” commerciali. Lasciò la vita terrena
il 31 agosto 1944: ai suoi funerali c’era tantissima gente al seguito. L'
autocarro che trasportava il feretro si guastò, ne arrivò un altro (più
piccolo) in ausilio che rimorchiò il mezzo in avaria. Tale scena incuriosì
alcuni soldati americani, uno scatto una fotografia che inviò ai familiari.
Il benvoluto Peppiniello, uomo cortese ed apprezzato commerciante, sensibile
verso il prossimo e dall'indole filantropica, qui appare in un’artistica
foto d'epoca, altruista e rispettoso degli altri, era amico di tutti al
punto che fece da padrino (per il Sacramento della Cresima) ad una ventina
di ragazzi e giovanotti torresi. Aveva una innata passione per i cavalli a
cui dedicava pane del suo tempo, curandoli con amorevole dedizione, li
teneva in una stalla “dove adesso c’è il convento scuola delle suore nel
famoso “Vico ‘dda Muiana” (attuale visitazione). Spesso li vendeva a chi ne
faceva richiesta. In conclusione si può ben affermare che “‘A muiana", nella
nostra città, è da considerare un mito, è un tradizionale riferimento che
appartiene alla storia torrese, sempre ricca di episodi, uomini e fatti
degni di essere menzionati per le generazioni presenti e future. |