Le pulizie di casa di una volta
a cura
Carlo BOCCIA
Questa pagina è dedicata ai
ricordi di Torre, e anche i lavori domestici che si facevano in casa una
volta, fanno parte di essi. Non voglio ritornare troppo indietro nel
tempo, quando le case avevano i focolari, ma a quelli più recenti e
ricordare che le faccende di casa si facevano tutte a mano. Molte
persone dicono che prima si stava meglio, ma pensate quanto era faticoso
per le donne compiere questi lavori quotidiani. E poi chissà se le
ragazze di oggi saprebbero affrontare questi doveri senza l’aiuto di
elettrodomestici e comodità odierne. Per esempio:l’acqua corrente non
l’avevano tutti in casa, i più fortunati avevano sul pianerottolo una
fontana in comune, dove si attingeva usanti “cati”; recipienti metallici
zincati. Così come il gabinetto, detti: cessi al vento, perché erano
arieggiati dalle correnti d’aria. Non c’era la lavatrice, il
frigorifero, l’ aspirapolvere, la scopa tutto, ma la scopa di riso, e
per farvi intendere era quella che cavalca la befana.
I detersivi si limitavano a
pochi prodotti, oggi la TV ne reclama decine, che sono diventati una
bomba ecologica ed un aggravio sulla economia familiare. In cucina
c’erano poche pentole, qualche “caccavella” e pochi utensili.
Ricostruiamo con un po' di fantasia una giornata di allora. Ci si alzava
al mattino presto, le donne non andavano a lavorare, ma stavano in casa,
ad accudire i figli e marito. Un antico proverbio dice: Marit e figli,
cumme vengono, accussì ti pigli! La mamma era l’angelo della casa, cosi
ci disse il maestro della prima elementare. Quindi la prima cosa che si
faceva, si macinava il caffè con una macchinetta girata a mano, poi lo
si faceva bollire nella caffettiera napoletana. Si rifacevano i letti,
erano molto alti, materassi di lana venivano girati e battuti, quelli di
fieno e sbreglia arieggiati. Poi si lavava e spazzava a terra, facendo
anche una bella “arricettata”, i più fortunati avevano i pavimenti di
“cotto” che erano di color marroncino, come quelli che si trovano a
Pietrelcina (BN) nella casa di Padre Pio. Ma c’era chi aveva come
calpestio il cosiddetto “Astico a terra”. Era un miscuglio di residui
vulcanici, fatto di pomice e cenere, pressato e battuto. E qui per
lavare si doveva “sciriare” con la scopa usando acqua e sapone: era
molto faticoso! Ricordo che alcune donne per dimostrare la pulizia della
loro casa, dicevano: Nuj tutti i juorn facimm i sciriat p’terra!
E poi buttavano l’acqua sporca 'dai balconi e finestre. In alcune zone
della marina si usa ancora. Tutti i giorni si doveva togliere con uno
straccio, la polvere dai mobili, perché il braciere ed il focolare
sporcavano molto. I tappeti e le coperte venivano battuti con il batti
panno. Si andava a fare la spesa giornaliera, perché non c’erano i
frigoriferi per conservare i cibi. Quindi si preparava da mangiare, nel
dopoguerra il progresso incominciava a fare i suoi primi passi, e la
cucina alimentata a carbone (il focolare) che da secoli aveva dato
calore alla casa, fu sostituito dal fornello “Pibigas” con la bombola
che l’alimentava. Era molto comodo e pulito. Ma le comodità in cucina
dovevano ancora arrivare, come le pentole a pressione, batteria di
pentole in acciaio, utensili elettrici, si aveva a disposizione solo
qualche padella e poche comodità di utensili. Ricordo che il sale si
pestava in un contenitore di legno con il martello, ed il caffè si
abbrustoliva in casa, ed il caffè si abbrustoliva in casa in un
contenitore cilindrico o una padella chiusa. Ma la domenica nonostante
tutto,il “tianello” imperava sui fornelli, era un recipiente di
terracotta color rossastro, dove “pippava” il ragù, fra braciole e
tracchiolelle. Emanava un odore di salsa in tutto il vicinato, era il
segnale di giorno di festa. Ricordo un’antica cantilena che diceva:
Stasera viene papà, maccheroni cucina mamma, li cucina sui carboni,
mangiate papà che avete ragione! Era l’epoca che i genitori, solo con lo
sguardo facevano rigare i figli dritto, ed i figli allora erano tanti...
Come ho detto, non c’era la lavatrice, ed i panni e gli indumenti si
lavavano a mano nel lavatoio. Questi erano di materiale edile-vulcanico,
si trovavano in ogni edificio a piano terra, vicino ad un pozzo di acqua
piovana. Ma il lavatoio poteva anche essere un “cufenaturo” di
creta, con una tavolella di legno,ed il piano ondulato fatto apposta per
lavare. Per asciugare i panni, robuste lavandaie, li portavano sul
l’astrico o sulla loggia, e qui c’era un detto: Quella fa “Asteco e
lavaturo!" I lavori in casa si limitavano a queste poche ma faticose
faccende, anche per le abitazioni non avevano molti servizi, come
entrate, corridoi, bagno, stanzette, cucine grandi, salone. Si viveva
per lo più fuori le logge, androni e corti dei palazzi. Adesso dicono
che c’è la crisi! E si sa! Prima per
spazzare a
terra, bastava una scopa che |
costava
poche lire. Adesso c’è la scopatrice che fa le stesse mansioni, ma per
comprare questo infernale e rumoroso apparecchio, si deve ricorrere ad una
finanziaria.
LE
FOTO: LAVATOIO DELL' 8OO;ANTICO FOCOLAIO DEL 700; PAVIMENTI IN COTTO;
PAVIMENTI DÌ ASTICO; TEGAME DÌ RAME; MASTELLO E PESTO |