RICORDI Dl TORRE
a cura di Peppe D'Urzo
Il castello
e il suo borgo
I castelli ed i borghi,hanno avuto sempre un fascino ed una attrazione
verso gli uomini. Storie di Re, principi, regine e principesse, che
hanno governato bene i loro sudditi, e tiranni che hanno oppresso il
popolo. I castelli, così come i monasteri, sono costruiti a pianta
quadra, come le antiche case dei romani, avendo al centro un’area
scoperta. Chi viaggiando in auto, in treno,o andando in barca,
sottocosta, vedendo da lontano quei paesini abbarbicati sulle cime di
colline e montagne o a strapiombo sul mare (vedi Vico Equense, Sorrento,Agropoli,
Pisciotta, Tropea) e, paragonandoli a paesaggi da presepio, non è
rimasto incantato alla loro posizione e dalla loro tipicità che sembrano
trasmettere serenità e tranquillità? Ebbene il nostro Castello Baronale,
il nucleo delle case vicine ed il rione Vaglio, cosi si presentavano
agli occhi di chi viaggiava, da que
ste parti, sia per mare sia " per terra prima dell’eruzione del 15
dicembre 1631. Il castello, oggi sede del muni cipio di Torre del Greco,
fu costruito, intorno all’anno mille, su un promontorio a picco sul mare
e intorno poi sorsero le prime case. Dove ora sono le strade via
Fontana, via Unità d’Italia, Corso Garibaldi e Via M.O.
Armando Pica, prima c’era il mare, che infrangeva le sue onde fin sotto
il promontorio. Doveva essere un posto incantevole, al punto che il re
Alfonso d’Aragona, nel 1400 dopo aver fatto ristrutturare il castello,
passava qui molto tempo, fra impegni di stato e la sua amante Lucrezia
d’Alagno vicino alla sorgente di acqua dolce,
che si trovava vicino alla riva ai piedi del maniero. Il prof. Edgardo
Di Donna, Torre del Greco 4-9-1923 Napoli, 03.2012 in una sua poesia
scritta in vernacolo, così immagina l’incontro tra Alfonso d’Aragona 52
anni e Lucrezia D’ Alagno 18 anni, il 23 giugno 1448. Breve parentesi;
dovete sapere
che nel 1400 le fanciulle usavano seminare in piccoli vasi di terracotta
dei granelli d’orzo, in modo che alla vigilia di San Giovanni fossero
già germogliati. Era il segno che erano pronte a sposarsi, e con le
“testolelle” in mano andavano per il rione a chiedere l’obolo per farsi
il corredo. Fortuna volle che di lì passò il Re a cavallo con il suo
seguito, Lucrezia fattosi avanti scalzo i soldati e... : “Maistà i so
comme o ‘grano, so pronta a sguiglià, nun passarà l’anno che m’aggio
aspusà. A ‘ntifuna è chiara? M’o date o cunfietto? E cesto dicenno fa
tantu nu pietto. O povero Alfonzo vedenno o tesoro Ile rial ape date na
bbozza cu l’oro. Po chello che appriesso Alfonzo facette, po’ chello che
appriesse Lucrezia le dette, nun so fatti miei. Leggiteve ‘a storia, me
songo scurdato, nun tengo memoria.
A torre le “figliole” il 23 giugno facevano “u bicchiere”. Anche questa
usanza si è persa. Dopo averlo colmato d’acqua, vi versavano o albume
d’uovo,o piombo fuso (squagliato). E nelle strane forme che prendevano
le materie nell’acqua, presagivano il loro futuro di spose. Le eruzioni
del 1631 e del 1794 non hanno alterato il piccolo borgo, ma del castello
è rimasta solo una parte, che sarebbe l’ala interna. Le invasioni delle
lave e i
terremoti hanno fatto franare il promontorio e parte del
castello,portando il tutto lontano dalla
riva. L’attuale spazio davanti al municipio, è l’antica piazza d’armi
del castello. Nel 1500, il corsaro torrese Andrea Maldacena, al ritorno
da una sua scorreria sul mare, portò a Torre del Greco una statua della
vergine con in grembo il Bambin Gesù, trovato su una nave saracena; la
statua venne collocata nel Castello Baronale. Per il troppo e frequente
afflusso dei fedeli, i Carafa, nobile famiglia proprietaria del feudo,
decisero di costruire una chiesa cui fu dato il nome di S. Maria di
Costantinopoli e di trasferire lì la statua. Attualmente è abbandonata e
avrebbe bisogno di restauro. Lo spazio (in pendio prima del 1794)
antistante la chiesa, fu probabilmente una delle prime piazze del borgo.
Fine prima parte
LE FOTO: IL CASTELLO, CANTIERE ANNO 2000; 2 VICO COSTANTINOPOLI 1996;
VICO VAGLIO 1996;
LATO BARBACANE; VICO COSTANTINOPOLI 1996;VEDUTA DEL CASTELLO 1996
|
|