RICORDI Dl TORRE
a cura di Peppe D'Urzo
Le pulizie di casa
di una volta
Questa pagina è dedicata ai ricordi di Torre, e anche i lavori domestici
che si facevano in casa una volta, fanno parte di essi. Non voglio
ritornare troppo indietro nel tempo, quando le case avevano i focolari,
ma a quelli più recenti e ricordare che le faccende di casa si facevano
tutte a mano. Molte persone dicono che prima si stava meglio, ma pensate
quanto era faticoso per le donne compiere questi lavori quotidiani. E
poi
chissà se le ragazze di oggi saprebbero affrontare questi doveri senza
l’aiuto di elettrodomestici e comodità odierne. Per esempio:l’acqua
corrente non l’avevano tutti in casa, i più fortunati avevano sul
pianerottolo una fontana in comune, dove si attingeva usanti “cati”;
recipienti metallici zincati. Così come il gabinetto, detti: cessi al
vento, perché erano arieggiati dalle correnti d’aria. Non c’era la
lavatrice, il frigorifero, l’ aspirapolvere,
la scopa tutto, ma la scopa di riso, e per farvi intendere era quella
che cavalca la befana.
I detersivi si limitavano a pochi prodotti, oggi la TV ne reclama
decine, che sono diventati una bomba ecologica ed un aggravio sulla
economia familiare. In cucina c’erano poche pentole, qualche
“caccavella” e pochi utensili. Ricostruiamo con un po' di fantasia una
giornata di allora. Ci si alzava al mattino presto, le donne non
andavano a lavorare, ma stavano in casa, ad accudire i figli e marito.
Un antico proverbio dice: Marit e figli, cumme vengono, accussì ti
pigli! La mamma era l’angelo della casa, cosi ci disse il maestro della
prima ele
mentare. Quindi la prima cosa che si faceva, si macinava il caffè con
una macchinetta girata a mano, poi lo si faceva bollire nella
caffettiera napoletana. Si rifacevano i letti, erano molto alti,
materassi di lana venivano girati e battuti, quelli di fieno e sbreglia
arieggiati. Poi si lavava e spazzava a terra, facendo anche una bella “arricettata”,
i più fortunati avevano i pavimenti di “cotto” che erano di color
marroncino, come quelli che si trovano a Pietrelcina (BN) nella casa di
Padre Pio. Ma c’era chi aveva come calpestio il
cosiddetto “Astico a terra”. Era un miscuglio di residui vulcanici,
fatto di pomice e cenere, pressato e battuto.
E qui per lavare si doveva “sciriare” con la scopa usando acqua e
sapone: era molto faticoso! Ricordo che alcune donne per dimostrare la
pulizia della loro casa, dicevano: Nuj tutti i juorn facimm i sciriat p’
terra! E poi buttavano l’acqua sporca 'dai balconi e finestre. In alcune
zone della marina si usa ancora. Tutti i giorni si doveva togliere con
uno straccio, la polvere dai mobili, perché il braciere ed il focolare
sporcavano molto. I tap
peti e le coperte venivano battuti con il batti panno. Si andava a fare
la spesa giornaliera, perché non c’erano i frigoriferi per conservare i
cibi. Quindi si preparava da mangiare, nel dopoguerra il progresso
incominciava a fare i suoi primi passi, e la cucina alimentata a carbone
(il focolare) che da secoli aveva dato calore alla casa, fu sostituito
dal fornello “Pibigas” con la bombola che l’alimentava. Era molto comodo
e pulito. Ma le comodità in cucina dovevano ancora arrivare, come le
pentole a pressione, batteria di pentole in acciaio, utensili elettrici,
si aveva a disposizione solo qualche padella e poche comodità di
utensili. Ricordo che il sale si pestava in un contenitore di legno con
il martello,ed il caffè si abbrustoliva in casa, ed il caffè si
abbrustoliva in casa in un contenitore cilindrico o una padella chiusa.
Ma la domenica nonostante tutto,il “tianello” imperava sui fornelli, era
un recipiente di terracotta color rossastro, dove “pippava” il ragù, fra
braciole e tracchiolelle.Emanava un
odore di salsa in tutto il vicinato, era il segnale di giorno di festa.
Ricordo un’antica cantilena che diceva: Stasera viene papà, maccheroni
cucina mamma, li cucina sui carboni, mangiate papà che avete ragione!
Era l’epoca che i genitori, solo con lo sguardo facevano rigare i figli
dritto, ed i figli allora erano tanti... Come ho detto, non c’era la
lavatrice, ed i panni e gli indumenti si lavavano a mano nel lavatoio.
Questi erano di materiale edile- vulcanico, si trovavano in ogni
edificio a piano terra, vicino ad un pozzo di acqua piovana. Ma il
lavatoio poteva anche essere un “cufenaturo” di creta, con una tavolella
di legno,ed il piano ondulato fatto apposta per lavare. Per asciugare i
panni, robuste lavandaie, li portavano sul l’astrico o sulla loggia, e
qui c’era un detto: Quella fa “Asteco e lavaturo!" I lavori in casa si
limitavano a queste poche ma faticose faccende, anche per le abitazioni
non avevano molti servizi, come entrate, corridoi, bagno, stanzette,
cucine grandi,
salone. Si viveva per lo più fuori le logge, androni e corti dei
palazzi. Adesso dicono che c’è la crisi! E si sa! Prima per spazzare a
terra, bastava una scopa che costava poche lire. Adesso c’è la
scopatrice che fa le stesse mansioni, ma per comprare questo infernale e
rumoroso apparecchio, si deve ricorrere ad una finanziaria. |
LE FOTO: LAVATOIO DELL' 8OO;ANTICO FOCOLAIO DEL 700; PAVIMENTI IN
COTTO;PAVIMENTI DÌ
ASTICO; TEGAME DÌ RAME; MASTELLO E PESTO |