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 RICORDI Dl TORRE            a cura di Peppe D'Urzo

Le emozioni poetiche di Giuseppe De Spirito

"Oh, mare! Che nascondi nei tuoi abissi anime e tesori, ed essi senza nome. Oh, mare! Che con il tuo eterno riflesso, baci le coste del patrio suol. Oh, mare! Quante volte ti sei tinto di rosso, con il sangue generoso e giovine dei nostri figli migliori, eroici marinai. Ora ti preghiamo umilmente, inchinandoci alla tua maestosità, di accogliere le nostre suppliche. Porta il nostro abbraccio fraterno ed affettuoso a tutti quelli che tieni prigionieri sul fondo, affinché dai loro palpiti immortali salga in superficie e si estenda per tutto il mondo, la parola magica, che, in coro e con fede pronunciamo, nel nome di Dio: "Pace, pace, pace " per l'eternità ".
("Inno al mare" di Giuseppe De Spirito, Capri, 06.10.1986; T/Greco, 09.11.1986)

 "Laggiù a sud dell'orizzonte c'è un paese; il nome non lo pronuncio, è segreto, è il mio paese! Molta gente sogna Parigi, New York, Londra, Amsterdam io sogno sempre quel paese che si trova là, a sud dell'orizzonte, dove il mare sparisce dietro le nuvole, e, con il suo eterno riflesso, si porta via con nostalgia, gli ultimi sogni miei".
('Nostalgia segreta" di Giuseppe De Spirito; Genova Quarto, 16.03.1985)

Scavando e scovando, a casa della cortese ed affabile signora Ercolano Concetta, vedova di Giuseppe De Spirito, fra i cartacei e "frammenti" fotografici, abbiamo trovato un diario di poesie del suo diletto e compianto consorte che ha lasciato ai suoi cari come perenne ricordo, e, trascrivendovi quanto segue:  "... Al solo scopo di esternare i miei sentimenti e pensieri, sempre ispirati alla ricerca affannosa del bene 'comune', che si realizza coltivando, al di sopra di ogni interesse personale, i valori morali e spirituali della vita".
                                Genova/Quarto, 26.06.1985.
Giuseppe De Spirito ("Peppino") era nato a Torre del Greco il 03.10.1923 e deceduto a Napoli il 14.05.1990, da Giovanni (dipendente della Singer; militarizzato, proveniente dalla Guardia di Finanza, inviato come capo reparto c/o lo spolettificio   di   Torre Annunziata; deceduto a 52 anni) e da Vincenza Salerno, casalinga (della stirpe "'a chiabella"): ebbero tre figli: 2 maschi ed 1 femmina. Vittorio (1922/2008; grande invalido di guerra a vita; ex dipendente del nostro comune e presidente dell'Associazione Combattenti e Reduci, sez. di Torre del Greco, per più di 25 anni), Giuseppe e Teresa (deceduta).
Peppino si unì in matrimonio nel 1956 con Concetta Ercolano (classe 1928, nativa di Capri); un figlio: Antonio (nato a Genova nel 1957), coniugato; vive e lavora a Roma. Si arruolò volontario nella Regia Marina nel 1940, come allievo segnalatore, congedandosi col grado di secondo capo nel 1954 per inidoneità (cumulo di infermità per causa di guerra). Promosso capo di prima classe nel "Ruolo d'Onore", della Marina Militare con il foglio d'ordine ministeriale n. 69 del 29.08.1984. Queste le sue lunghe tappe al servizio della patria in armi: scuole CREM di Pola, semaforo Orlando Gaeta, nave "Roma", capo Miseno, Roma, "sbandato" (dal 16.09 al 07.10.1943), Napoli, Taranto, Sommergibile "Ruggiero settimo" gemello del "Luigi Settembrini"; in servizio dal 1931 e demolito nel dopo guerra; effettuò complessivamente 18 missioni di guerra (17 esplorativo-offensive, 7 di trasporto e 14 di trasferimento); sommergibile "Squalo" (unità di media crociera, tipo: Squalo, Delfino, Narvalo, Tricheco - classe 600; adibito a trasporto materiali verso l'Africa Settentrionale; sopravvisse alla guerra, venendo, poi, demolito); dalla fine della guerra altre destinazioni: Napoli, Torre del Greco, Ventotene (LT), nave "Orione", Napoli, Semaforo Capri. In Marina: posto di segnalazione situato sulla costa in punto ben visibile dal mare e generalmente dipinto a grandi scacchi bianchi e neri, facilmente riconoscibile anche da lontano. Posto sulla collina di Tuono a Capri, struttura   risalente all'800, in funzione durante la II guerra mondiale e in attività fino all'inizio degli anni '80. E qui nell'incantevole isola azzurra, richiamata anche come "isola delle sirene", conobbe la ragazza, che in seguito diverrà sua moglie, l'amata "Tina". Ella ricorda il triste periodo dell'ultimo conflitto. Ci fu un tremendo bombardamento aereo su Napoli ed i capresi preoccupati si rifugiarono nei ricoveri antiaerei. Tutti pensavano che se qualche bomba fosse


LE FOTO: GIUSEPPE DE SPIRITO (PEPPINO) ANNI '80; IN DIVISA DA S0TT/LE DELLA MARINA MILITARE (ANNO: 1951); CON LA MOGLIE CONCETTA ED IL FIGLIO ANTONIO (ANNO:1966); CAPRI: MARINA PICCOLA E FARAGLIONI (IN ALTO A SINISTRA, IL SEMAFORO, OVE HA PRESTATO SERVIZIO IL DE SPIRITO), ANNO: 1950

caduta su Capri, l'isola si darebbe disintegrata. Dopo che i tedeschi batterono in ritirata, arrivarono gli anglo-americani: i liberatori. La vita cominciò a sorridere e qualcosa da mangiare si poté procurare... Fu requisita una villa dagli alleati, che in precedenza era tenuta in consegna dalla madre di Concetta. Poi, mariscuole Venezia, Taranto e Napoli. Riconoscimento delle Campagne di guerra 1940/1945 con i dovuti benefici, medaglie varie e Croce d'argento per anzianità di servizio.
In seguito assunto nel 1955 nelle poste a Genova, con l'incarico di ufficiale di Terza classe nell' Ufficio Corrispondente Genova Centro, e di seconda classe nell'Ufficio pacchi di distribuzione. Dopo il pensionamento ci fu il rientro nella natia Torre nel 1990, andando ad abitare alla via Cupa - Ospedale (attuale via Procida). Purtroppo, un anno dopo, chiuse per sempre gli occhi... Dalla sua "raccolta" di note poetiche, altamente intense e profonde, le cui note arrivano al cuore e ti prendono dentro, abbiamo estrapolato questi due componimenti, a testimonianza della sua passione per la poesia. Nel febbraio 1990 ricevette un diploma con medaglia da Radio Capri Uno (S. E. C. Società Editrice Caprese) per la partecipazione al premio "Tonino Scialapopolo - 3^ Edizione" la sua poesia si classificò tra la prime sei ammesse al concorso. L'omaggio era dovuto al caro "Don Peppino", persona per bene, affettuoso ed esempio di virtù: Uomo di facile "accontentatura", amico intimo della Sofferenza che lo forgiò sotto ogni aspetto, paziente e fiducioso nella speranza di un domani migliore. Profondo e convinto assertore dei valori umani e morali, spirituali e cristiani della vita, confidava sempre nel trionfo del bene, nella volontà di Dio e nella sua divina provvidenza.