Francesco
Scognamiglio,
detto "'u mago"
di Peppe D'Urzo
Fra i suoi tanti e piacevoli ricordi della gioventù e dell'adolescenza,
gli vengono in mente, canticchiandoli con innocente fanciullesca, i
canti, le canzoncine, le filastrocche ed i ritornelli che accompagnavano
i giubilanti e festosi giochi di una volta. Francesco Scognamiglio
comincia a recitare alcuni versi di quelle meravigliose canzonette,
tramandate da generazioni in generazioni.
"Giro, giro tondo a cavallo imperatondo, centocinquanta la gallina
canta, canta sola sola, tutti quanti a terra..." (ed i partecipanti si
sedevano a terra).
"Bella, bella catena, appicciamm 'e cannele, 'e cannele sò 'dda Maronna
e dicimme bona sera; Bona sera 'e signorine, statte bona Maronna
mia..."
"Inginocchiate la Lisantuccia, oh Gigetto, oh Gigino, oh cavalier.
Mettete la faccia a terra... chi ti ha incoronato è cavaliere!".
"Bombà, baccalà, piglia 'u pesce e vottalo 'a mare".
"Arri, arri cavalluccio, 'accatteme 'nu bellu ciuccio e facimm mmiez a
te e mmiez a me; mmiez a 'u figlio 'ddu re e 'u re nunnu vvò e facimm
mmiez perono...".
"Sega sega mastu Ciccio, 'ria paletta e 'nu sasiccio, 'nu sasiccio ce
magnamm e 'a paletta ce stipamm...".
"Chiove, esce 'u sole, tutt 'e
vecchie fann 'ammore, fann 'ammore rint 'u tiano tutt 'e vecchie
ruffiane".
Fu questa, definita da Giuseppe Marotta ne "L'oro di Napoli", una
bizzarra cantilena che accompagnava quei "giuochi puerilissimi" del
nostro Mezzogiorno, in cui si strillava e si rideva con un piacere di
esistere che non conosce freno o rinvio.
"Ninna oh, ninna oh, questa
bimba a chi la dò, io la dò all'uomo nero che se la tiene un anno intero,
io la dò alla befana che se la tiene una settimana .., io la do a
mamma sua che se la tiene tutta sua!".
"Sbatt 'i mane che vene papà, port 'e cart 'e mille lire e compra
'e
ciucculatine alle bambine". "Micia, micella, iatta, iattella, piglia
'u
iattone e dall 'u schiaffone". "Ce steva 'na vota 'nu monaca arevoto e
s'anguattava aret 'a chisiella... 'a iallina aret 'a porta.. e Gennaro 'a
cap 'i morte". Inoltre, un antico ritornello cantato dai marinai
sulle "coralline", nel mentre si girava " 'u vuocio vuocio a mano" (argano).
"Che infami li padroni, ssò tutti 'na manera; 'ppe mezz 'ddu
corallo, ce fanno malapatè.
S'abbozza a mezzanotte e se fa vela 'e tre; e 'a gente attorno 'u
vuocio, sanno che pagheranno. Caro padrone mio te voglio arricchì;
cumme 'nu cane voglio faticà, ti voglio dimostrare la mia fedeltà
quanno ce simmo a tavola 'a maggnà...".
Francesco Scognamiglio è nato a
Torre del Greco l'11/01/1934 da Giuseppe e Raffaella Berardo; coniugato
con Rosa Magliulo.
Il padre, soprannominato "Peppe 'u uaglione" emigrò
negli Usa, andando a lavorare presso alcuni parenti a New York; dopo un
infortunio, agli occhi, sul lavoro, ebbe un buon gruzzolo per
retribuzione pensionistica dal governo americano, e, tornato in Italia,
aprì un bar/caffè in piazza Luigi Palomba alle spalle della statua di
Garibaldi; il locale rimase aperto dagli anni '20 alla metà dei '30.
Giuseppe era anche detto "'u caffettiere". Egli è originario di piazza L. Palomba e precisamente "'u palazzo
'dda Pretura", vecchio fabbricato
ad angolo con via Cavallerizzi. Da ragazzo era solito recarsi in via D.
Colamarino all'esterno di Quagliarini (radiotecnico) ad ascoltare, con
gli amici dell'epoca, l'imponente voce del Duce, trasmessa per
radio. Una volta dopo aver "preso" dei mandarini acerbi da un
albero in un giardino, corse a perdifiato fino alle scale di accesso
della chiesa della Madonna dell'Assunta, sempre in compagnia di
altri ragazzi e qui
arrivato, preso dai morsi della fame, strappando quelle bucce
verdastre, mangiò quei mandarini...
Ricorda quasi tutti i bombardamenti aerei sulla nostra città durante la II
guerra mondiale; |
dovunque erano cadute le bombe, correva sui luoghi disastrati: Via Comizi (attuale palazzo di
proprietà dei F.lli Palomba; al piano stradale il Comando dei VV.UU. di Torre del Greco dalla
fine del 1991), Corso Cavour -"'ncopp 'i fierri",
via XX Settembre, via
Purgatorio.
Un colpo di cannone, partito dalla zona del colle Sant'Alfonso
dalla contraerea tedesca che tentò di colpire degli aerei alleati che
sorvolavano il nostro territorio, arrivò, attraversando gran parte della
città in vico Orlando verso le scale che immettono in via Costantinopoli.
Il proiettile andò ad esplodere sull'abitazione di un certo "'a chiabella",
famoso presepista, che mori insieme ad altre persone.
Francesco, nella
terribile incursione delle "fortezze volanti" in data 13/09/1943, si trovava
con la madre al mercato (mmiez 'a piazzetta") a fare la spesa,
improvvisamente ci fu un assordante rumore: erano i bombardieri
americani che sganciarono le bombe dal cielo al corso V. Emanuele dalla
villa comunale fino alla Chiesa di Santa Maria del Popolo ed oltre. Preso da un notevole desiderio di sapere cosa fosse successo, lasciò la
mano della madre e corse ad accertarsi di quanto accaduto...
Durante i
rastrellamenti dei soldati tedeschi, dopo l'armistizio dell'8 settembre
'43, si trovava in piazza Santa Croce, ove i "crucchi", armi in pugno,
fermavano uomini e giovani; dopo averli caricati su camion, fu loro promesso che dopo due ore di lavoro, sarebbero tornati a casa. Francesco,
appena sentì parlare di lavoro, chiese ai militari germanici di portarlo con
loro, fu mandato indietro; fortuna per lui, poiché quelli imbarcati sui
camion, furono inviati nei campi di lavoro in Germania... Poi vennero gli
alleati a Torre: tanti soldati di varie nazionalità. Erano i tempi in cui i
"nuovi arrivati" dovevano divertirsi...; per le strade gli scugnizzi
gridavano, prendendo per mano i tanti giovani "soldiers", "Hey Joe,
signorine fick fick...? Come on with me"; il compenso per i ragazzini era di
poche lire; si doveva pur vivere. Scognamiglio, detto "'u mago",
ma non per professione o hobby, bensì per gli indovinelli incantati e
suggestivi irradiati dall'emittente radiofonica locale "Radio Torre del
Greco", da giovane imbarcò sulle "coralline", le classiche barche per
la pesca del corallo che avveniva in genere a largo della Sardegna. Milite esente per
sostegno di famiglia (quattro suoi fratelli avevano già prestato servizio
militare); artigiano del corallo, marittimo (marinaio), ha navigato con la
flotta "Lauro" fino alla pensione.
E' stato impegnato in alcune compagnie
teatrali torresi (con Pierino Vitiello, Vittorio Vitiello, Vittorio Penna ("'a
malizia"), ecc.
Ha collaborato presso alcune radio torresi: Radio Turris
Prima (in via A. De Gasperi, "La Salle"); Radio Centro Torre (in via
Cappuccini, chiesa dell'Annunziata); Radio Simpatia (in via D. Colamarino);
Radio Torre del Greco (in via Venezia, poi in via Circonvallazione, 44/e).
E qui ha collaborato, come operatore coi vari C. A. Ciavolino (programma:
"La prova del nove"), P. Vitello, L. Ortiero, Mario Vitello ed altri; tanti
i "Plannnings" ed i cartelloni di quiz, test, canzoni e altro... e la gente
era spensierata e felice grazie anche alle esotiche ed originali magie di
Francesco Scognamiglio da molti ricordato anche col nomignolo di "Ciccio
'u
mago". |