Carlo Coccoli
di Peppe d’Urzo
Per la stirpe dei Coccoli cognome di origine brasiliana, bisogna
risalire a Carlo Coccoli, originario di corso Garibaldi. Adottato e
prelevato da un ospedale napoletano; figlio naturale di un giardiniere
ed una nobile, probabilmente una contessa che impose alle autorità
preposte di assegnare al nascituro il cognome Coccoli, facendogli
tatuare sul pancino l'immagine sacra di una Madonna in segno di
riconoscimento. Prelevato in tenera età, porterà questo cognome (altri
familiari, si suppone, vivano a San Paolo, portoghese: San Paulo,
capitale del Brasile) per tutta la vita.
Carlo era un bel uomo con un
paio di baffi che il suo tempo richiedeva; era capitano marittimo e
titolare di un bastimento per carico di merci varie. La sua famiglia era
proprietaria di "spugnare" e "coralline"; morì nel 1916, poco più
trentenne, sulla sua nave che fu silurata durante la prima guerra
mondiale; si spense poco dopo nella sua abitazione a Torre del Greco.
Si unì in matrimonio con Rosa Bianco, casalinga e benestante della zona
di via Fontana, dalla quale ebbe cinque figli (due femmine e tre
maschi).
Fra loro ricordiamo Antonio, nato a Torre del Greco il
25.08.1912 ed ivi deceduto il 25.02.1968; marittimo in qualità di
nostromo, ha navigato con le società Bottiglieri e Palomba; in pensione
con 37 anni di contribuiti; deceduto per infarto.
Servì la patria in Marina Militare, imbarcalo come nocchiere di bordo,
per sette lunghi anni. Durante l'ultimo conflitto mondiale prese parte a
varie azioni belliche; si trovò nel porto di
Taranto, pronto per partire con un convoglio per trasporto di uomini e
mezzi quando, adducendo motivate ragioni, decise di non partire,
salvando la nave su cui era imbarcalo con l'intero equipaggio; altre
navi che avevano lasciato il porto di Taranto furono affondate. In
un'altra azione di guerra, in uno scontro a fuoco, si salvò
miracolosamente, rimanendo nascosto dietro un albero. Quando nacque la
figlia Maria era sotto le anni, ma il desiderio di vederla fu tale che,
col dovuto permesso, venne a Torre per abbracciarla a sé.
Anche sulla nostra città, come a Napoli e province, cominciarono a
cadere bombe per le continue incursioni aeree anglo/americane. Si era
negli anni 43/44 e la sua famiglia che abitava in via Purgatorio (palazzo Liguori), trovava rifugio, unitamente ad altri nuclei familiari della
zona, nei ricoveri antiaerei ubicati dì fronte al fabbricato in cui
viveva; in seguito sfollò presso conoscenti a Sala Consilina, cittadina
in provincia di Salerno a 614 mt. s. m., su un ripiano a est del Vallo
di Diano; ma anche qui si verificarono bombardamenti e si fece ritorno
nel luogo natio. Il rientro a casa fu abbastanza traumatico in quanto
furono
trovati nell'abitazione alcuni soldati americani, intenti a rovistare fra i
mobili, mettendoli sottosopra...; gli alleati spiegarono che erano a caccia
di ladri che, di lì a poco, avevano assaltato alcuni camions, carichi di
cibarie; con le dovute scuse andarono via, con abbondante elargizione di
caramelle e cioccolato.
Antonio si coniugò con Anna Mastai Ferretti, la cui famiglia discende dal
conte Giovanni Maria Mastai Ferretti, papa Pio IX (1792/1878), noto da vescovo
per i suoi atteggiamenti liberali; eletto papa nel 1846, fu salutato campione del neoguelfismo per le riforme concesse (moderata libertà di
stampa; istituzioni della consulta di stato e della guardia civica),
culminate con la promulgazione della costituzione (14.03.1848);
canonizzato nel 1954; festa il 21 agosto.
Ebbero sette figli (quattro femmine e tre maschi), di cui Carlo e
Guglielmo deceduti.
Antonio era un tipo abbastanza allegro e "pazzariello"; gran lavoratore;
casa e famiglia con immenso affetto per i figli. Amante di
fuochi d'artificio e del presepe; era detto "Razullo" perché recitava nella
"Cantata dei pastori" (scritta da Andrea Perrucci, poeta dialettale e
scrittore di teatro; Palermo, 1651- Napoli, 1704), facendo da valente spalla
a "Sarchiapone", altro mitico personaggio di questa storica e religiosa
narrazione.
Tra i figli ricordiamo Raimondo (classe 1953), coniugalo con Anna Montanaro;
figli: Antonio (1979) Francesco (1981), Stefano (1984), Anna (1987) e Maria
(1993). Raimondo, dalla bionda e calva capigliatura è dipendente del comune di Torre del Greco, custode e
tuttofare dell'ex O.n.p.i. (Opera nazionale pensionati d'Italia) in via
Giovanni XXIII n. 54/A. |
Le
foto: Antonio Coccoli (1912/1968; la moglie Anna Mastai Ferretti
(1916/1975); Particolare dell'ex O.n.p.i. (febbraio 2003); Giovanni Maria
Mastai Ferretti, papa IX (1792/1878).
Maria dell'Arco (classe 1940) che "porta" dentro
di sé un indelebile ricordo del periodo dell'ultima guerra: quel
terribile buio dei sotterranei che portavano ai ricoveri antiaerei;
coniugata dal 1960 con Giuseppe Galdini (1943), il quale in giovane età,
per una pagnottella di pane, portata via da una sponda di un camion, fu
mitragliato, ma, dandosela a gambe, riuscì a salvarsi...; altri suoi
ricordi di guerra: i tanti rifugiati sotto una galleria ferroviera
(lunga tre Km.) che da Solofra portava a Serino nell'avellinese; un
soldato tedesco, il cui corpo giaceva a terra...; un uomo scappò dalla
furia dei soldati germanici ma che fu ucciso nei pressi del "palazzo
degli affreschi" in via Nazionale...
Dei Mastai Ferretti menzioniamo Ciro, fratello di Maria (23.02.1916,
Torre del Greco, 31.12.1975), che rimase nascosto in un pozzo in un
paese del Piemonte, per tre giorni; fu aiutato da una vecchia che gli
passava qualche patata; poi fece ritorno a casa..., ed il nonno materno,
figlio adottato da una famiglia benestante di Roma; coniugato con Lucia
Cherubino, nativa della provincia di Avellino e proprietaria terriera;
trasferito, in seguito, a Torre del Greco. |