Indice

Mimì Della Gatta

di Peppe D'Urzo


La famiglia Della Gatta, dopo la dipartita dell'indimenticabile "Mimì", avvenuta martedì 19 settembre 2000, ha voluto esprimere i sensi del proprio ringraziamento alla cittadinanza con un toccante manifesto dal seguente tenore:

"La vostra presenza testimonia il valore di una vita non vissuta invano".

Semplici e vere parole a ricordo di un uomo che ha sempre difeso ed amato la sua città, una persona squisita, sempre ben disposta col prossimo, sorridente alle avversità della vita, con una esauriente risposta per tutti e provvista di una modulare e versatile forza d'animo che ben trasmetteva a quanti lo conoscevano.

Carissimo ed amabilissimo professore mi permetto di darti confidenzialmente del tu (cosa che mi riusciva difficilissima durante la "tua" vita terrena) per ricordarti così come eri, sempre circondato da un alone di signorilità ed eleganza. Senza ombra di dubbio e senza "rhetorical words" eri un vero modello di galantuomo. Sei stato un grande educatore suffragato da una paziente umanità, il mio professore di educazione fisica al glorioso "E. Pantaleo" al corso di geometri, a cavallo tra gli anni '60 e gli anni '70: anni storici per la vita studentesca italiana.
Magari non "sentivi" ed approvavi le nostre innovative idee per una scuola migliore, intrisa di concetti un po' politicizzati, ti preoccupavi un po' del nostro "status" in special modo durante il periodo delle epiche occupazioni scolastiche, ma in fondò in fondo eri un "fan" di noi giovani studenti. Noi le giovani leve del futuro, in cui avevi immensa fiducia esortandoci sempre ad essere leali e rispettosi, così come lo erano stati i nostri genitori. Quante generazioni sono passate sui banchi di scuola? Quanti di noi hai visto crescere? Quanti umori hai tastato? Quanti accorati consigli e suggerimenti ci hai elargito? Tu eri una istituzione, una pietra miliare, sapevi leggere in ognuno di noi. Recepivi nella giusta maniera i nostri sentimenti, trovavi sempre le giuste parole per noi studenti, i tuoi studenti. Sei stato il professore di tutti, hai saputo sopire i bollori delle teste calde ed un po' "matte" che non andavano d'accordo con la scuola. Aiutavi, col carisma che ti ritrovavi (come un dono di Domine Iddio), a riprendere a studiare chi non ne voleva più sapere. Hai avuto tantissima pazienza a "sopportare" gente un po' vivace e ribelle, vedi l'indimenticabile Massimo Troisi che è stato tuo alunno per qualche anno al "Pantaleo" . Ora sarà lui ad intrattenerti, lassù, con le sue comiche trovate.
Sei stato, unitamente ad altri professori e specialmente con Diego Lullo (classe 1920), ex portiere della Turris, insegnante di Educazione Fisica, vicepreside e oggi pensionato, un punto di riferimento ed una colonna portante dell'Istituto Tecnico per ragionieri e geometri, ubicato in via Cimaglia e che porta il nome di ''Eugenio Pantaleo".
Eri un maestro di vita, sempre cordiale e comprensivo; mai dimenticherò la tua nobile e simpatica figura e quel "touch of sympathy" te lo dava quel gradevole neo che ti ritrovavi, per volontà di madre natura, sul labbro posteriore. Credevi nelle cose divine ed eri un uomo di gran fede e lo definivi un gran dono di Dio. Eri solito andare a messa nella chiesa di San Michele in via Diego Colamarino coi tuoi "coetanei", cioè gli amici della beata gioventù coi quali, finito il rito religioso, ben volentieri ti intrattenevi a parlare delle memorie che appartenevano ad un glorioso passata che, ahimè, non torna più.
Sei stato un bravo atleta ed hai dato sempre il tuo incondizionato contributo alle attività sportive cittadine. Portasti la fiaccola delle Olimpiadi (quelle di Roma nel 1960) percorrendo un tratto di Torre unitamente agli altri tedofori e cioè Livio Auciello (ex podista), Nino Borrelli (ex arbitro di calcio ed ex giocatore di basket di serie A), Raimondo Borriello (ex arbitro e dirigente di calcio) e Diego Lullo (ex giocatore della Turris). Fu una grande e memorabile festa. Il fuoco sacro di Olimpia passò per Torre del Greco.
Ogni qualvolta che ti incontravo per strada mi raccontavi "a puntate" il romanzo della tua vita. Qualcosa la ricordo: il 1922 è l'anno di nascita da Carmine e M. Teresa Collaro, coniugato con Margherita Ricciardi, figli Carmine, pediatra (ex medico sociale del Brancaccio, Alba Turris e

 

Turris) con studio in via Roma, e Ferdinando, direttore della Banca di Credito Popolare a Napoli.
A 19 anni sotto le armi col grado di sottotenente, destinazione una piccola frazione di Bari. Dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, per ordini superiori, ricevi l'incarico di accompagnare l'armata tedesca "Goering" (dal nome di Hermann Goering, 1893- 1946, maresciallo del Reich e comandante in capo della Luftwaffe) dal capoluogo pugliese ad Avellino, per l'avanzata degli anglo-americani provenienti dalla Sicilia.
Ritornato a Bari, fosti ferito in un'azione bellica e venisti ricoverato in ospedale. Riuscisti ad assistere insieme ad altri feriti ad uno spettacolo (tipo rivista) nel famoso teatro "Petruzzelli" di Bari. Conoscesti il generale Clark (Mark Wayne, 1896-1984, comandante della quinta armata americana che operò in Italia nel 43/44) e combattesti contro i tedeschi sul fronte di Cassino. Venisti decorato a Montelungo (altura di 351 mt. sopra il livello del mare, dominante via Casilina, caposaldo di difesa delle forze germaniche, espugnata dagli italiani del Corpo Italiano di Liberazione) l'8 dicembre 1943.
In questo luogo ti recavi ogni anno per commemorare l'evento, ritrovandoti con tanti reduci (anche stranieri).
Congedato dalle forze interalleate, dopo il ritorno a casa cominciano le prime esperienze di insegnante di Educazione Fisica (in gioventù, studente liceale a Roma e poi al Collegio Statale) fino all'approdo del rinomato "Pantaleo", al cui staff di professori e dirigenti inviasti, in occasione dell'avvenuta quiescenza, una, commovente lettera di commiato in cui, oltre a ricordare il periodo della "tua" permanenza sin dalle origini (inizio anni '50) e a ringraziare i colleghi, lanciasti un appello al mondo dei giovani (cui hai sempre creduto) che, al di là dell'aspetto didattico, devono essere guidati e compresi principalmente per quello che sentono ed hanno "dentro", innalzandone sempre le doti umane.
Ciao, professò, sempre fresco e tosto; sei qui ritratto in una foto dell'anno scolastico 1949/50 (Scuola d'Avviamento Viale Castelluccio) e in un'altra di qualche tempo fa. Non so più cosa dire, gli occhi mi brillano ed inumidiscono le parole.
Ricorderò 'forever' il tuo spirito giovanile e la gioviale disponibilità di uomo coscienzioso e corretto.