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Raffaele Accardo
i vascio a mmare

di Peppe D'Urzo

Del sig. Raffaele Accardo riportiamo questo "profilo" di vita in quel di via Fontana...

Risaliva via Fontana, erano le sette di mattina e nonostante l'ora era già di ritorno dalla banchina del porto. Quella di alzarsi presto era un'abitudine oramai consolidata unitamente a quella di aspettare le "paranze" che facevano ritorno e vedere cosa avevano pescato. Piano piano con la sua andatura lenta e rolleggiante veniva verso "sotto 'a ripa" dove di lì a poco, si sarebbero ritrovati tutti gli scommettitori del Punto Snai, a modo loro intenditori di calcio.
Il ritrovo fisso era situato proprio vicino alla pizzeria Fontana. Con l'aria di chi non ha niente da spartire con nessuno, Ciro Carotenuto, meglio conosciuto come "Gir 'o Neguss", veniva lentamente avanti beandosi di quella solitudine e di quella pace che solo a quell'ora, via Fontana poteva offrire.
Essendo domenica, gli abitanti del quartiere si sarebbero svegliati più tardi del solito e di conseguenza anche il caos sarebbe iniziato in ritardo. Le saracinesche degli esercizi commerciali erano tutte quante abbassate, fatta eccezione per quelle del bar La Rocca e della pizzeria Fontana. Fu proprio all'altezza della pizzeria Fontana che la pace e la quieta si interruppe.
Un urlo (che nelle intenzioni non voleva essere tale) fece sobbalzare il Negus.
-"Negù, Negù per Milan - Juve tu che ce mettesse"?
Lucietta 'a sergente, al secolo Ciarniccoli Lucia moglie di "Gaetano 'o cuzzecaro" detto anche il "Cozzaro nero", a quell'ora si accingeva a preparare "'o puosto" ovvero un banchetto smontabile sul quale venivano poste le cozze che di l' a poco il marito avrebbe portato dal mare.
Non c'era gioco o lotteria alla quale Lucietta non vi partecipasse: Totocalcio, Enalotto, Totip, Superenalotto, Formula 101, Lotto e adesso pure le scommesse al punto Snai. Donna intelligente e perspicace (l'esatto contrario del marito) capiva di scommesse però ogni tanto non disdegnava il consiglio di qualcuno più ferrato in materia. Proprio come quella mattina, solo che quella richiesta stava facendo venire il "giallo"al Negus.
--"E tu pè m' addumandà na cosa e niente allucchi i chesta
     manera? Ma stisse perdenn a capa oi ne"?
--"Mamma mia Girù, e comme si permaloso. Nun me dicere che te
     si appuraato"!
--"E di chi m'avesse appaurà?.... Di te"?
Rispose al quanto sdegnato il Negus.
--"Ce mancasse solo che m'appaurasse e te. Stesse proprio
     a posto".
Ma mostrando di non aver capito l'aria che tirava e infischiandosene nel modo più assoluto continuò: "Allora comme a vide sta partita Negù? lamme damme nu consiglio".
--"Ma stasera a Juventus nun joca co Milan" rispose il Negus.
--"Ma nun è per stasera, io parlo da finale di Champions League".
A quel punto il Negus fu ardentemente tentato di mandarla a quel paese, ma poi ritenne che non ne valeva la pena e si limitò solamente ad un'acida osservazione:
--"Oi 'ne tu nun stai proprio bona ca capa".
Detto questo si allontanò borbottando tra sé e sé "Na partita che se joca tra quindici giorni, chella vo sapè già mo da me 'o risultato. Chesta è pazza, completamente pazza".
Nel frattempo Lucietta aveva ultimato l'allestimento del banchetto e stava armeggiando per sistemare l'ultimo elemento del "puosto" ossia l'ombrellone. Era la cosa che a lei non riusciva mai di posizionare, comunque lo mettesse questi non stava mai in piedi, soltanto le mani esperte di "Totonno 'a rapina" riuscivano a portare a termine quella operazione. Donadio Antonio, per tutti "a Rapina". Era anche lui un'intenditore di calcio ma nel vero senso della parola. Tifosissimo del Milan era una figura conosciutissima di "sotto 'a ripa". Descriverlo non è possibile, bisognerebbe riempire un libro intero di tutti gli aneddoti che lo riguardano. Resta comunque una persona che tutti quanti ricorderemo con affetto e lo porteremo sempre nel nostro cuore.
Una volta installato l'ombrellone attaccava sempre una canzoncina con la sua voce in falsetto, questa era una canzoncina che intendeva irridere Lucietta la quale non era mai capace di installarlo da sola. La canzoncina se ricordo bene faceva pressappoco così: "E quando o mettive 'o m'brellone se nun o metteva io"?
--"E va' buo' Tatò vuò vedè che se non ce stisse tu 'u m'brellone
    nun se mettesse"?
E questa era la secca replica della sergente.
Verso le otto e mezza la formazione si andava già delineando. Uno dei primi ad arrivare era Giruzzo Mazzacane, un'altra figura che non dimenticheremo mai. Anche la sua dipartita ha lasciato un vuoto incolmabile nella comitiva dedita alle scommesse calcistiche.
Lui arrivava sempre prima di tutti perchè non aveva impegni di nessun genere, infatti non essendo sposato e vivendo da solo gestiva la sua vita senza orari e senza regole. La sua presenza metteva il buonumore. Era un simpaticone come ce ne sono pochi in giro, specie quando si produceva in battute e gags che solo lui sapeva fare. E tutte di sua invenzione. Ultimamente indossava degli occhialini da sole che lo facevano diventare il sosia perfetto di Max Bono degli U2. Oramai erano arrivati tutti: Giruzzo Cazetta, Giruzzo 'o campagnuolo vero luminare delle scommesse Snai, Gennarino, il figlio di Lucietta, con il fratello Luigi detto "Zè Bacco" (quando era piccolo aveva il sedere sproporzionato al resto del corpo) ed infine la triade dei fratelli Sepe, ovvero: Cianiello, Michele e Peppino. Non mancava proprio nessuno, quella domenica c'era l'en plein!

 


La foto: "Tre personaggi in cerca d'autore", da sx:"Ciruzzo cazetta", il cognato Mario (al centro) e "Ciruzzo 'u Negus"


Vedendoli tutti insieme Totonno 'a rapina non poté fare a meno di dare loro il benvenuto a modo suo. Con il secchio dell'acqua in mano buttava acqua sulle cozze con il caratteristico gesto dei pescivendoli e come se niente fosse incominciò a cantare: "Recata, recata i che bella gente che sta arrivanno. Ohi 'ne, miette a tavola e votte 'a pasta".
--"Una cosa, Tato' nun accummincià, facce stà quieti perchè ccà oggi avimme scassà tutte cose. Mo sento che chesta è a jurnata bona, a jurnata che ce purtamme a zuppa a casa". Disse Giruzzo Cazetta convintissimo di quello che affermava. Infatti era talmente contagiosa la sua convinzione che la buonanima di Mazzacane intervenne immediatamente:
--"E' overo, è overo- disse - stammatina a Canale 5 aggia visto
    l'oposcopo...",
--" Se dice oròscopo" - lo corresse - prontamente Gennarino".
--"Oposcòpo, oròscopo comme diavolo se chiamma. Insomma
      ha ditto che chesta è a jumata bona pe mme".
--"Overamente Girù? E tu che segno sei"? 
domandò Gennarino con la segreta speranza che il segno di Mazzacane fosse uguale al suo.
--"Che segno song? E che ne saccio, forse songo elefante".
--"Girù secondo me tu si scarrafone. Ma che diavolo nun sai
    nemmeno che segno sei e dici che chesta è a jurnata toia"?
--"Ohè bello!! chillo alla dìnte ha ditto:..:. E questa sarà
   un'ottima giornata per quelli del vostro segno. Perciò se chillo
   ha ditto accussi vuol dire che accussi è".
A quel punto Gennarino voleva desistere e gettare la spugna, ma poi decise di non darsi per vinto. "Mazzacà, chillo che ha detto l'oroscopo dinto a televisione, voleva dire che accussì è per quel determinato segno, e non per tutti quanti. Hai capito mo"?
Infastidito da quell'acuta osservazione Mazzacane non poté fare a meno di sbottare:
--"Siente guagliò into a cinque minuti mi hai azzeccato i fili
      n'capa, chiurimmala ccà, chesta nun è a jurnata mia!"
Senza profferire più parola Gennarino si mise in disparte come un cagnolino bastonato. Tutta l scena è stata vista e udita dà Lucietta che da vicino al banchetto non perdeva mai di vista niente e nessuno, avrebbe voluto intervenire in difesa del figlio ma non lo fece. E solo Dio sa perchè non lo fece. Nel frattempo il Negus era ritornato, mancavano solo i soliti ritardatari, ma nonostante ciò la formazione si era abbondantemente delineata. Si vedeva lontano un miglio che al Negus non era passata per niente l'imbronciatura, infatti era arrivato e a stento aveva profferito un "buongiorno" che sembrava essergli stato cavato da bocca con le pinze.
Il ghiaccio venne rotto allorquando di lì a poco arrivò tutto "sparato" sulla sua "Honda Chiocciola", Pietro 'a Fechella, cugino dei fratelli Sepe. Con la destra guidava e con la sinistra reggeva un fascio di fogli, quelli inerenti alle quote e giocate della Snai, nonchè quello che lui si era appuntato per giocare. In un minuto sciorinò quote, percentuali, previsioni e conclusioni prettamente personali. Uno show in piena regola che diede il via e lo spunto a tutti gli altri.