“DONNA SISINA”
di Peppe D'Urzo
Grazie ai ricordi della
figlia Clara, dei nipoti ed alcuni familiari, si è potuto ricostruire lo
spaccato di vita, attraverso rievocanti aspetti e profili, di Teresa
Carotenuto, rispettivamente chiamata “Donna Sisina”, un prototipo di
donna “moderna”, indipendente, matura ed emancipata per i suoi tempi...
Era nata a Boscotrecase (NA) il 26.08.1906 e deceduta a Torre del Greco
il 18.11.1966, da Domenico, un benestante commerciante di tessuti e
gioielli, nipote del Card. Prisco, il primo maestro di filosofia di
Benedetto Croce (Pescasseroli (AQ), 1866 – Napoli, 1952; filosofo
idealista, storico, critico ed erudito; in politica, liberale e tenace
avversario del fascismo), e da Carmela Collaro (famosa famiglia di
macellai e pasticcieri torresi). Tre maschi e due femmine furono i
figli.
Teresa sin da ragazza, attratta probabilmente dal “milieu”,
veniva spesso nella nostra città a far visita a parenti ed amici. Si
fidanzò a Boscotrecase con Francesco Paolo Priore, nato ad Ariano Irpino
(AV) nel 1898 e deceduto a 42 anni a Pistoia (PT) in data 18.11.1940, i
cui resti mortali riposano nel nostro cimitero.
Dopo circa 5 anni di onorato fidanzamento, i due convolarono a nozze nel
1932 a Boscotrecase, andando ad abitare in quel di Vitulano (BN); poi
trasferimento in terra toscana, a Pistoia. Francesco Paolo era un
appuntato dei Regi Carabinieri, alto di statura e di bel aspetto; era
un carabiniere del tipo “old time”, alquanto preciso, pignolo e fedele
nei secoli... Ebbero due figli: Claudio (Vitulano, 1933 – T/Greco, 1983)
e Clara (Pistoia, 1940).
Dopo la prematura morte del suo diletto compagno di vita, Teresa, con
notevole forza d'animo e risolutezza, avvolta ancora nell'indicibile
dolore, prese la decisione di venire a Torre nel dicembre del 1940, con
la figlia Claudia che aveva quasi undici mesi, andando ad abitare al 1°
vico Orto Contessa n. 1, presso la madre ed una zia. Qui per lei inizia un
nuovo corso di vita, ove, rimboccandosi le maniche, dovrà tirare avanti,
facendo tutto da sola per il mantenimento della famiglia.
Con l'ardire e l'audacia che la contraddistingueva, cominciò col fiuto di
una “business-woman” a vendere in casa oro, gioielli e affini, per poi
aprirsi un locale di gioielleria alla fine degli anni '40 al corso
Umberto I (attuale Bruno detersivi; scendendo sulla sinistra), da tutti
conosciuto come “'mmiez a San Gaetano”. Durante il nefasto periodo della
seconda guerra mondiale, per nulla scoraggiata dagli eventi bellici, si diede
da fare con varie altre attività per crescere ed educare i figli. Quei
lunghi allarmi aerei che annunciavano le “fortezze volanti” con la gente
che correva nei rifugi; in fondo al 1° vico Orto Contessa v'era un
ricovero ricavato in una grotta rocciosa al di sotto di un fabbricato,
da tempo demolito.
Dopo la permanenza dei soldati tedeschi coi loro terribili
rastrellamenti in città alla fine del mese di settembre del '43, ci fu
la venuta degli alleati che si diedero da fare per aiutare la martoriate
popolazioni del sud, sollevandole dalle tribolazioni subite... In lei
nacque uno sviscerato ed intenso amore per il calcio, poiché il figlio
Claudio giocava per passione nel ruolo di portiere nei boys della
Turris, poi in prima squadra e direttore sportivo nel 1959. Si recava al
mitico campo “Fienga” sulla carrozzella, condotta da un certo
“Schinizzi” ed in seguito all'Amerigo Liguori con la forza dei suoi
piedi (“pere, pere...”). Si recava anche al “San Paolo” a vedere il
Napoli con “Carminiello 'u fruttaiuolo”, invalido civile. Grande
tifosa della Turris che seguiva, quando poteva, in varie trasferte. Per
la squadra “corallina” dava l'anima contribuendovi con aiuti in soldi.
Amica del presidente Ciccio Ausiello, l'allenatore Catello (“Lilly”) Carubbi e molti |
Le foto:
Teresa Carotenuto, detta "Donna Sisina"; col figlioletto Claudio ed il
marito F.sco Paolo Priore in divisa da carabiniere; all'interno del suo
negozio al corso Umberto I; il figlio Claudio, prima del decesso; la figlia
Clara;
calciatori di allora fra
cui il portiere Morsia che
frequentavano il locale al corso Umberto I. Faceva
regali e regalini ai suoi beniamini che indossavano la maglia della Turris.
La domenica al “Liguori” si faceva promotrice per l'estrazione, fra il
pubblico presente sugli spalti, di un orologio, marca “Arex” di cui era
concessionaria con l'insegna luminosa all'interno della gioielleria.
L'attività finì, dopo due rapine, nel 1976 col figlio Claudio e la moglie
Lucia Collaro, ma è proseguita fuori Torre, e precisamente a Praia a Mare
(CS) con “La bottega del corallo”, fino ad oggi. “Donna Sisina” era un
personaggio molto conosciuto in città; aveva una vasta clientela,
proveniente anche da fuori Torre. In molti ricordano di aver comprato da lei
anelli ed oggetti in oro, in special modo i fidanzati e fidanzate di allora
che andavano a conoscere i rispettivi genitori... un “rituale” a cui non si
poteva e doveva sfuggire.
Era solita aprire “'a puteca” verso le sei del mattino, e a tal proposito il
figlio Claudio la rimbottava così: “Mammà, ma tu arapere 'u negozio primm 'ru
bar Filippiello”. Contribuiva alla festa di San Gaetano con la tavola
dei poveri. Giocava alla Sisal, studiando la scheda dal lunedì al sabato; le
piaceva fumare; era buona d'animo, generosa e faceva del bene a chi ne aveva
veramente bisogno. Era una donna decisa ed energica, abituata a contrattare
con gli uomini, e, poiché con essi aveva rapporti di lavoro diceva che essi
non erano, a differenza delle femmine, “fetienti”.
Teresa era il simbolo di un'Italia che, uscendo dalle ferite dell'ultima
guerra, si metteva pian piano in moto; era un'eccezione per quei tempi.
Sempre cordiale e disponibile coi tanti clienti; qualche volta si
innervosiva e si lasciava andare a “Mannaggia 'u pataniello assassino...”.
Qualcuno, abitante della zona che frequentava il suo negozio, ricorda che
arrivavano sul bancone sfogliate calde, latte e caffè di buon mattino,
acquistate da “Teresa 'a cardinale”, figlia del titolare del bar in via B.
V. Romano, Francesco Sorrentino (“Ciccio”). Rivolgiamo un ricordevole
omaggio al figlio Claudio (studente in collegio unitamente alla sorella
Clara, ed alla “Nunziatella”), di cui il giornale “Alè Turris” del
12.05.1983 così scriveva: La scomparsa di Claudio Priore - L'uomo che amò
la Turris.
Chi di noi non è rimasto “scioccato” alla notizia della sua morte? Claudio
Priore se ne è andato in punta di piedi. Personaggio popolare, era stato
parte integrante della Turris, indossando la casacca “corallina”. L'amava
anche se per ragioni varie l'aveva dovuta abbandonare. Salutiamo, inoltre,
altri calciatori di famiglia: F.sco Paolo (figlio di Claudio), classe 1967,
nato a T/Greco; portiere, cresciuto nelle giovanili della Turris, poi in C2
e C1, Portici, Paganese, Sapri, Pro Salerno (all. Eziolino Capuano), Maratea,
Praia a Mare (qui realizzò un goal con un calcio di rinvio nella porta
avversaria...).
Attualmente vive a Espartinas vicino Siviglia (Spagna).
Giulio De Rosa (figlio di Claudia, coniugata Antonio De Rosa, ex ufficiale
di macchina; marittimo pensionato), nato a Napoli nel 1962; portiere, ha
iniziato nell'Edera (all. A.nio Merolla) dei vari: Carlo Collaro, Paolo
Battiloro, Qualano, G. Rivieccio, ecc.; ed Ercolanese ("Beretti");
insegnante di storia e filosofia al liceo scientifico "A. Nobel" di Torre
del Greco. Gianluca De Rosa, nato a Napoli nel 1972; difensore (libero); dal
Club Napoli (del compianto Franco Parlati) passa alla Turris boys (giovanili
e "Beretti") ed in seguito al Roccaravindola (IS) con promozione in IV
serie. |